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Home » Il “progetto europeo” in pericolo mortale, se Italia e Spagna fossero abbandonate a sé stesse

Il “progetto europeo” in pericolo mortale, se Italia e Spagna fossero abbandonate a sé stesse

Franco Leaf by Franco Leaf
4 Agosto 2021
in Generale
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Ambrose Evans-Pritchard per The Telegraph

I leader politici italiani, da sinistra a destra, sono letteralmente infuriati per la risposta minimalista, offensiva e maldestra che l’UE ha dato alla pandemia di Covid-19.

Hanno avvertito che la mancanza di solidarietà economica rischia di spingere le marcescenti divisioni dell’Unione oltre il punto di non ritorno.

“Non commettete questo tragico errore. L’intero edificio europeo rischierebbe di perdere la sua ragion d’essere”, ha sostenuto il Premier Italiano Giuseppe Conte, chiedendo un gigantesco Piano Marshall finanziato con la “carta di credito” dell’UE, per rilanciare il sistema produttivo una volta che l’incubo sarà finito.

E ha continuato dicendo che chiunque pensi di costringere l’Italia ad accettare dei rigidi termini disciplinari come condizione per i prestiti — una sorta di “troika” — ha gravemente mal giudicato l’umore della sua Nazione.

L’Italia mai accetterebbe quei soldi. “Faremo da soli”, ha concluso.

Il messaggio è che, se non c’è solidarietà comunitaria nemmeno in casi come questo, allora non ha più senso che l’Italia accetti la sorveglianza e i vincoli comunitari, o che rinunci ad usare i propri strumenti di politica sovrana per potersi difendere.

La strategia europea — “ognuno per se” — potrebbe avere inarrestabili conseguenze centrifughe.

L’avvertimento è stato ripreso da Jacques Delors (ex Presidente della Commissione e padrino dell’euro) che, questo fine settimana, si è gettato nella mischia definendo la mancata risposta dell’Europa alla più grande crisi dalla 2a Guerra Mondiale, come un “pericolo mortale” per il “progetto europeo”.

Delors ha lanciato l’Unione Monetaria all’inizio degli anni Novanta, partendo dall’implicito presupposto che sarebbe stata il catalizzatore federalista che avrebbe portato — attraverso crisi successive — alla piena Unione Fiscale e Politica.

Ma non fu così nel 2011-12, quando la “crisi bancaria e del debito” mise a nudo l’impraticabile struttura dell’euro.

Gli Stati creditori del Nord bloccarono qualsiasi mossa verso l’emissione congiunta di debito e verso una tesoreria proto-UE, perché avrebbe avuto enormi implicazioni costituzionali.

Imposero il “bastone” dei controlli disciplinari ma senza mai attuare, dall’altra parte dell’accordo politico, un’Unione Bancaria e una maggiore condivisione fiscale.

Tutto questo ha reso il sistema dell’Unione Monetaria Europea estremamente vulnerabile allo shock del Coronavirus.

Alla Banca Centrale Europea mancano gli strumenti — e l’autorità legale — per salvare da sola il “progetto euro”, in una crisi economica di questo tipo. 

La questione di fondo, scansata per due decenni, sta ora facendosi strada, sullo sfondo del sistema produttivo dell’Eurozona che resterà bloccato per mesi.

Questo terremoto rende molto più pericoloso lo scontro fra Nord e Sud. La sopravvivenza dell’UE potrà essere determinata dalle decisioni che verranno prese nelle prossime settimane.

Delors e il Presidente Francese Emmanuel Macron stanno cogliendo l’occasione per rilanciare il progetto di arci-integrazione, ma si sono scontrati con le opinioni altrettanto radicate dei “paesi frugali” e del “blocco Anseatico”.

Il Premier Olandese Mark Rutte, diventato Portavoce degli integralisti (per coprire politicamente la Germania), ha escluso categoricamente i “Coronabond” o altre forme di mutualizzazione del debito.

Ha sostenuto che: “Porterebbe l’Eurozona in un regno diverso. Attraverseremmo il Rubicone in direzione di un’Unione di Trasferimento [fiscale]. Noi siamo contrari — ma non siamo i soli — e non prevediamo alcuna circostanza che possa farci cambiare idea”.

Enrico Letta, ex-Premier Italiano e ardente “integrazionista europeo”, ha accusato i Paesi Bassi di guidare il branco degli “irresponsabili” che cerca di “sostituire il Regno Unito nel ruolo di ‘Doctor No'”.

Ma usare il riflesso Britannico come fioretto retorico elude la vera questione. Non è stata Londra a bloccare il passaggio all’Unione Fiscale, ma la Germania.   

La novità, questa volta, è l’emersione di un “Fronte Latino” in tutta l’Europa Meridionale, con Italia e Spagna che si sono rifiutate di firmare le conclusioni del vertice UE di giovedì sera, dopo sei ore di discussioni surreali.

Hanno invece lanciato un ultimatum, dando a Bruxelles 10 giorni di tempo per trovare una soluzione ….. o ne affronterà le conseguenze.

Il Premier Portoghese, a sua volta, ha detto che le rigide condizionalità che gli Olandesi vogliono imporre su qualsiasi “linea di credito” sono “disgustose”, considerando che l’Europa sta affrontando un disastro umanitario ed uno shock economico al di fuori di ogni controllo.  

Quest’”Alleanza Latina” non decollò nel 2011-2012. I Ministri Conservatori Spagnoli — che aspiravano a diventare i “Prussiani del Sud” — rifiutarono di legarsi all’Italia.

Così, la Cancelliera Angela Merkel fu in grado d’imporre le dottrine di austerità tedesche attraverso il “divide et impera” e il controllo di tutti gli strumenti-chiave della politica.

A fronte di alcuni Paesi del “blocco dei creditori”, che stanno ricorrendo alla stessa mal riposta retorica “morale” di quell’episodio (accusano le “nazioni vittime” di essere impreparate perché presumibilmente incapaci), la reazione emotiva, questa volta, è stata feroce e le riserve di “sentimento pro-UE” sono decisamente molto più scarse, dopo un decennio di austerità e di disoccupazione, peggiore finanche di quello degli anni ‘30.

Matteo Salvini, ha definito l’Ue un “covo di serpenti e di sciacalli”, avvertendo che la rabbia crescente sarebbe presto esplosa in una rivolta nazionale italiana: “Ci sarà un regolamento di conti quando il virus sarà sconfitto. L’Italia saluterà l’Europa, se necessario, e ‘non ringrazieremo’ nessuno”.

Ma Bruxelles è abituata alle calde parole della Lega e dei Fratelli d’Italia, il Governo Nazionalista “Italy First” in attesa.

E’ forse più preoccupata degli avvertimenti espressi da alcuni statisti filoeuropei, i quali sostengono che questa crisi stia mettendo alla prova il consenso politico italiano per il “progetto europeo“.

“Spero che tutti comprendano la grave minaccia che incombe sull’Europa”, ha detto il Presidente Sergio Mattarella in un discorso alla Nazione, “Dev’essere implementato uno strumento comune europeo prima che sia troppo tardi”.

Anche l’ex Premier Mario Monti — “la voce” dell’europeismo in Italia — ha scritto sul Corriere della Sera che è giunto il momento, per il suo Paese, di lanciare una minaccia: “Roma dovrebbe dire ai tedeschi che se non ci fosse una mossa comune dell’UE, sarà la BCE a dover fare il ‘lavoro sporco’, stampando moneta e scatenando una seconda ‘iperinflazione modello Weimar’”.

Il tono iperbolico e bizzarro, insolito in un uomo così colto, dimostra la rapidità con cui gli eventi si stanno muovendo.

Monti sta avvertendo che il “Fronte Latino” e i suoi alleati useranno il potere della maggioranza, nel CdA della BCE, per sfondare la porta di servizio dell’Unione Fiscale.

A detta di tutti, il vertice di Giovedì sera è stato a dir poco straordinario.

Angela Merkel, che sta auto-isolandosi, ha postato una sua foto invece di apparire sullo schermo del video-link — ed è stata stranamente assente per la maggior parte della discussione.

A fronte delle veementi richieste, ha freddamente rimproverato il Fronte Latino per aver suscitato false speranze sui Coronabond, che non potranno mai essere soddisfatte.

La Merkel ha avvertito che nessuna proposta del genere sarebbe passata nel Bundestag, anche se lei fosse stata d’accordo.

La Corte Suprema Tedesca ha già stabilito che gli eurobond richiederebbero una modifica della Costituzione Tedesca — quasi impossibile da raggiungere nell’attuale panorama politico, troppo frammentato.

Macron, a sua volta, ha detto che l’Europa non può andare avanti così com’è. Qualcosa finirebbe con il rompersi. Ha cercato di convincere la Merkel che non è importante l’importo dell’emissione congiunta.

Può anche essere una somma simbolica: quello che conta è il gesto.

Ma, prendendo questa posizione, ha dato il via alla partita. Il suo scopo è quello di sfruttare la pandemia per porre sul terreno di gioco un fatto nuovo: l’Unione Fiscale.

E’ per questo che la Germania non si sta spostando di un centimetro.

Il bilancio ufficiale dell’Italia ha superato i 10.000 morti, ma i Sindaci dei punti caldi di Brescia e Bergamo dicono che la cifra reale sia ben più alta.

La Germania ha trasportato qualche malato Italiano negli Ospedali delle Regioni Tedesche con capacità inutilizzate. Un po’ di solidarietà sta finalmente arrivando. Ma i danni provocati all’Unione Europea dureranno a lungo.

Quando l’Italia ha invocato la procedura prevista dall’UE per gli “eventi disastrosi”, con disperate richieste di “dispositivi di protezione” e “ventilatori”, nessun Paese Europeo ha risposto.

Al contrario, Germania e Francia hanno imposto il divieto di esportazione. Il “mercato unico” Europeo, davvero, non è esistito quando la necessità d’aiuto era diventata drammatica.

Negli ultimi 60 anni i leader europei hanno sempre trovato il modo per superare le divisioni più aspre e per tenere in piedi la baracca.

Probabilmente lo faranno anche questa volta. Ma non hanno alcun margine di errore.

————

Link Originale: https://www.telegraph.co.uk/business/2020/03/29/eu-project-mortal-danger-italy-spain-abandoned/

Scelto e tradotto da Franco

*****

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