Redazione: La reazione statunitense alle pretese egemoniche cinesi non si estrinseca solo nel Golfo Persico con le note vicende iraniane. In parallelo, l’accerchiamento americano è riconoscibile anche nelle vicende di Hong Kong.
Ci sono drammatiche tensioni anche nello Xinjiang, con “”più di 3 milioni di uiguri e musulmani di altra etnia rinchiusi nei campi per la “trasformazione attraverso l’educazione'” [https://it.bitterwinter.org/piu-di-2000-detenuti-uiguri-trasferiti-in-segreto-nellhenan/], e nel Tibet [https://www.asianews.it/notizie-it/Premier-tibetano-in-esilio:-cresce-la-tensione-in-Tibet,-il-Dalai-Lama-%C3%A8-preoccupato-14618.html]. Per non parlare di Taiwan, che si sta riarmando al limite della sfida.
Non mancano tensioni anche con gli altri paesi vicini, dalla Corea al Giappone (in reciproco forte contrasto), dal Viet Nam alla Mongolia (ricchissima di “terre rare’), dalle Filippine a …….
Insomma, una Cina così accerchiata sembra per qualche verso anche meno pericolosa. Quali pretese egemoniche può mai vantare, se ha così tanti problemi da risolvere a casa sua (non ultima la crisi economica)?
Potrebbe forse giovarsene la stessa situazione in Iran, se quel paese scendesse umilmente a patti (ma resterebbero da tacitare Israele e Arabia Saudita).
Per l’UE, invece, potrebbe forse essere sufficiente lasciar lavorare Boris Johnson e la crisi economica.
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Tyler Durden per Zero Hedge
Le massicce proteste anti-Pechino, che hanno attanagliato Hong Kong nel corso dell’ultimo mese, sono diventate sempre più violente perché sia le forze di polizia locale che i contro-manifestanti hanno reagito con forza, minacciando di portare la reazione su scala geopolitica più ampia, dopo le interferenze della Casa Bianca di questa settimana.
La Cina sta rapidamente perdendo la pazienza e nuovi reports parlano di un significativo accumulo di forze di sicurezza al confine con Hong Kong, come riportato da Bloomberg:
“”La Casa Bianca sta monitorando ciò che un alto funzionario dell’Amministrazione ha definito ‘una concentrazione di forze cinesi’ al confine di Hong Kong””.
Fin dall’inizio delle proteste – cominciate come reazione ad una proposta di legge sull’estradizione (che vedrebbe i cittadini di Hong Kong sottoposti a procedura legale potenzialmente estradabili sulla terraferma), interpretata come un’estensione cinese all’interno di Hong Kong, storicamente semi-autonoma – i Funzionari di Pechino hanno suggerito l’esistenza di una ” trama esterna”, con palese riferimento alla mano nascosta degli Stati Uniti.
L’ultima accusa, fatta Martedì scorso da alcuni Funzionari della Cina Continentale, è che il disordine ancora crescente di Hong Kong sia una “creazione degli Stati Uniti” – un qualcosa che l’Amministratore Trump, parlando anonimamente, ha fermamente negato all’Agenzia Bloomberg.
Lunedì, il Segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato in un’intervista alla stampa che “la protesta è appropriata” e che “speriamo che i cinesi facciano la cosa giusta” per quanto riguarda il rispetto dello status storico di Hong Kong: “un paese, due sistemi”.
Ciò è stato sufficiente per suscitare la rapida risposta di Pechino in cui si sostiene che gli Stati Uniti si sarebbero intrufolati in questa vicenda.
“È chiaro che il Sig. Pompeo si è messo nella posizione sbagliata, considerandosi ancora il capo della CIA” – ha detto la Portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, in una conferenza stampa – “Egli pensa che le violenze ad Hong Kong siano ragionevoli perché, dopo tutto, sono una creazione degli Stati Uniti”.
La Cina ha recentemente dichiarato che le proteste “vanno ben oltre” la legalità, visti gli scontri con la polizia.
La scorsa settimana i leader militari cinesi hanno lasciato intendere che truppe dell’Esercito di Liberazione Popolare potrebbero essere utilizzate per reprimere le proteste, a seguito degli attacchi vandalici all’Ufficio di Collegamento del Governo Centrale ad Hong Kong, come ha riferito anche il New York Times.
Il Ministero della Difesa Nazionale, l’anziano Wu Qian, ha detto che: “Tutto questo non può assolutamente essere tollerato”.
Per il momento sono noti pochi dettagli sul “rafforzamento delle forze cinesi” al confine, che potrebbero anche consistere in forze militari, come sostenuto Bloomberg a margine del suo rapporto:
“La natura della concentrazione di forze cinesi non è chiara. Un Funzionario ha dichiarato che unità dell’Esercito Cinese o della Polizia Armata si sono radunate al confine con Hong Kong. L’Ufficiale ha passato l’informazione a condizione di non essere identificato”.
Il tempismo delle accuse, peraltro non confermate, è interessante soprattutto alla luce delle intenzioni del Presidente Trump, che sta cercando di rinvigorire i negoziati in stallo con la Cina, attualmente condotti a Shanghai come conseguenza del “cessate il fuoco” nella guerra commerciale in atto fra i due paesi.
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Link Originale: https://www.zerohedge.com/news/2019-07-30/china-mustering-forces-hong-kong-border-quell-protests-white-house-source
Scelto e tradotto da Franco
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