• Il Disegno di Legge sull’Estradizione del Governo di Hong Kong ha spinto centinaia di migliaia di persone a scendere in piazza
• I critici sostengono che servirebbe a portare gli abitanti di Hong Kong in Cina per essere processati. Ma il Governo ribatte che è una Legge necessaria
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Tony Cheung per scmp.com
Mercoledì scorso Hong Kong è piombata nel caos, con la Polizia che ha sparato lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti, sullo sfondo di decine di migliaia di persone che circondavano il Centro Amministrativo della città per impedire ai legislatori di discutere la controversa Legge sull’Estradizione.
Ecco le cose fondamentali che bisogna sapere su Hong Kong e su questa Legge.
Hong Kong è parte della Cina?
Hong Kong è parte della Cina ma con un suo sistema legale, una sua valuta e delle libertà civili inesistenti nella Cina continentale.
Prima del suo trasferimento alla Cina [1997] Hong Kong era stata una colonia britannica per oltre 150 anni.
Sotto il principio di “un paese, due sistemi”, Pechino ha garantito ad Hong Kong “un alto grado di autonomia”, ma solo fino al 2047.
Di cosa parla la Legge sull’Estradizione?
“The Fugitive Offenders and Mutual Legal Assistance in Criminal Matters Legislation (Amendment) Bill 2019” è stato proposta dal Governo di Hong Kong a Febbraio per consentire la consegna di coloro che fuggono da quelle giurisdizioni con le quali Hong Kong non ha accordi di estradizione, compresi la Cina Continentale, Taiwan e Macao.
I funzionari hanno detto che il Disegno di Legge deve essere approvato il più presto possibile per permettere che un sospetto omicida possa essere inviato a Taiwan.
Chan Tong-kai, 20 anni, ricercato a Taiwan per l’omicidio della sua ragazza, è stato incarcerato per 29 mesi, ma con l’accusa di riciclaggio di denaro. Potrebbe quindi essere rilasciato ad inizio Ottobre ed avere la possibilità di fuggire.
Perché sta causando così tante divisioni a Hong Kong?
L’opposizione all’Accordo di Estradizione sta protestando massicciamente da quando questo è stato annunciato, lo scorso mese di Febbraio.
Sono state espresse preoccupazioni sia interne che internazionali sulla possibilità che venga usato per persecuzioni politiche o per processi iniqui.
La gente è scesa in piazza a valanga per protestare, compresa Domenica scorsa quando, secondo gli organizzatori, ha marciato oltre un milione di persone. La polizia ha detto che erano “solo” in 240.000.
Perché i governi stranieri stanno ponderando la situazione?
Mercoledì scorso la Speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha condannato fermamente il Disegno di Legge e ha offerto sostegno ai manifestanti.
In una sua dichiarazione Nancy Pelosi ha detto che la proposta di estradizione “mette in mostra la sfacciata ed agghiacciante volontà di Pechino di calpestare la Legge per mettere a tacere il dissenso e soffocare le libertà del popolo di Hong Kong”.
Nella sua dichiarazione la Pelosi ha spiegato che stava parlando perché tale Disegno di Legge “mette in pericolo la sicurezza degli 85.000 americani che vivono ad Hong Kong”.
Ed ha aggiunto: “La legge sull’Estradizione mette in pericolo la forte relazione USA-Hong Kong che è fiorita negli ultimi due decenni”.
Nel frattempo il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la speranza che i manifestanti possano raggiungere un accordo con i Funzionari del Governo, dicendo che: “Sono sicuro che saranno in grado di risolvere il problema. Spero che possano essere in grado di lavorare con la Cina”.
Anche il Ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt ha risposto alle proteste di Hong Kong, Mercoledì scorso: “Sostenere il principio di ‘un paese, due sistemi’, come stabilito nella Dichiarazione Congiunta sino-britannica legalmente vincolante, è vitale per il futuro di Hong Kong”.
Ma il Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, ha risposto che nessun paese, organizzazione o persona aveva il diritto di interferire con gli affari interni della Cina.
Egli ha così dichiarato: “La Cina si oppone fermamente alle osservazioni irresponsabili e sbagliate fatte da alcuni personaggi degli Stati Uniti”.
Cosa è successo Mercoledì?
Da un raduno mattutino a Tim Mei Avenue, inizialmente tranquillo, i manifestanti si sono riversati sulle vie limitrofe, Lung Wo Road, Queensway e Harcourt Road, bloccando il traffico e scontrandosi con la Polizia che era lì schierata.
Dopo molteplici scontri in cui la Polizia ha usato proiettili di gomma e per la prima volta i “beanbag round” contro i manifestanti, le squadre antisommossa sono riuscite a circoscrivere la maggior parte dei manifestanti a Queensway, con centinaia di persone raggruppate appena fuori del Centro Commerciale Pacific Place e lì bloccate per tutta la notte in una situazione di stallo.
Più di 70 persone sono rimaste ferite, fra le quali manifestanti, agenti di polizia e giornalisti.
Perché il Governo di Hong Kong è riluttante ad accantonare questa proposta di legge?
I Funzionari del Governo hanno detto che il Disegno di Legge è necessario, oltre che per il caso di omicidio del taiwanese, anche per colmare la scappatoia legale che permette ai sospettati di evitare l’estradizione dall’isola.
Hanno così dichiarato: “Se attraverso l’uso della violenza alcuni facinorosi riuscissero a raggiungere l’obiettivo che avevano prefissato, questo fatto danneggerebbe sicuramente Hong Kong. Speriamo quindi che l’ordine possa essere ripristinato il più presto possibile e non vogliamo, comunque, che altre persone vengano ferite durante la rivolta”.
Cosa succederà?
Le violenze di Mercoledì scorso hanno spinto il Presidente del Legco [The Legislative Council of the Hong Kong Special Administrative Region] Andrew Leung Kwan-yuen, che aveva preparato il terreno affinché la Legge fosse approvata dal Parlamento Giovedì prossimo, a cancellare la seconda lettura che era già stata programmata per il giorno precedente.
Tutti gli occhi saranno puntati su Leung e sulla sua maggioranza perché convochino un incontro con le opposizioni per Giovedì o Venerdì prossimi.
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La nostra opinione
Le proteste ad Hong Kong sono divampate per una vicenda dopotutto banale se presa al suo valore nominale, ovvero in buona fede.
Sarebbe sufficiente che la contestata Legge di Estradizione non si applicasse a certi tipi di reato e il gioco sarebbe fatto.
Ma l’impressione è che le proteste ad Hong Kong, vista anche la pronta reazione americana, siano in realtà eterodirette, per togliere un po’ di terreno sotto i piedi di Xi (quasi) a casa sua.
Insomma, una specie di “rivoluzione colorata” in salsa cinese, per mettere in grave difficoltà (sul piano internazionale) il gigante asiatico.
Stiamo anche pensando, ovviamente, alle posizioni sempre più nette di Taiwan (che ha ribadito la sua indipendenza e accelerato il suo riarmo, per non dire della Foxxcon che per le produzioni Apple sostituirà i cinesi con gli indiani) contro la Cina continentale.
Niente possiamo dire con assoluta certezza, però presteremo attenzione agli altri territori cinesi che presentano difficoltà, ad esempio lo Xinjiang ed il Tibet.
I venti di guerra sembrano sempre più forti e spirano ovunque nel mondo. Qualcuno dovrà fare un passo indietro.
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Link Originale: https://www.scmp.com/news/hong-kong/politics/article/3014261/what-behind-hong-kongs-anti-extradition-protests
Scelto e tradotto da Franco
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