Le ragazze viennesi indossano il velo per evitare le aggressioni dei migranti musulmani
Marcus Franz, medico ed ex deputato del conservatore “Partito Popolare Austriaco”, ha suscitato la reazione sdegnata dei social media dopo aver reso noto che a Vienna le ragazze europee hanno cominciato ad indossare il velo islamico per prevenire molestie e aggressioni da parte di migranti musulmani.
Durante un’apparizione la scorsa settimana su OE24, una stazione televisiva locale, Franz ha dichiarato: “Andate a parlare con le donne per strada, con i bambini, con le giovani ragazze. Io stesso conosco dei padri che vivono in zone problematiche che, quando le figlie devono tornare a casa di sera, danno loro un velo perché non vengano riconosciute come austriache. L’ho constatato personalmente nel 15° distretto di Vienna. E’ un dato di fatto”.
Il medico ed ex deputato ha continuato dicendo che le donne austriache avevano paura a causa delle “continue micro aggressioni” e delle profferte sessuali dei ragazzi musulmani, lungo le strade di Vienna. Sono fatti decisamente comuni nei distretti in cui vivono molti migranti.
Franz ha aggiunto che le ragazze europee che non indossano il velo islamico sono oggetto di: “proposte sessuali, spiacevoli aggressioni e atteggiamenti provocatori. Le ragazze e le donne, semplicemente, hanno paura. Lavorando in campo sociale quest’effetto posso vederlo facilmente, anche se dobbiamo distinguere fra immigrati stabilizzati e quelli che sono arrivati più di recente”.
Questa storia ha inquietanti somiglianze con il caso in Germania di alcune ragazze tedesche che frequentano scuole con una significativa presenza di migranti. Hanno anche loro indossato il velo per prevenire molestie e comportamenti aggressivi.
Nel Marzo dello scorso anno agenzie di stampa riferirono che il Preside di una scuola di Francoforte disse a una madre di religione cattolica, la cui figlia per i suoi capelli biondi era stata vittima di un bullismo particolarmente aggressivo da parte di studenti musulmani, perché mai non le facesse indossare il velo – e perché no uno hijab! – per prevenire le molestie: “Sua figlia non deve dire che è tedesca. E poi, può sempre darle un velo!”.
La madre della studentessa, ha riferito la BILD, un importante quotidiano tedesco, è stata “costretta ritirare sua figlia da quella scuola per proteggerla dal bullismo esercitato anche da ragazze musulmane”.
Alla fine del 2016 una pubblicità sponsorizzata dall’ONU, in Germania, ha incoraggiato le donne a indossare il velo islamico in segno di “tolleranza”. Il Governo tedesco ha utilizzato fondi pubblici per pubblicare quell’annuncio lungo ben 18 secondi.
Anche in Svezia molte donne hanno cominciato a indossare il velo islamico per evitare molestie sessuali e aggressioni, cresciute a dismisura da quando, nel 2015, ha avuto inizio la crisi dei migranti.
La violenza dei migranti contro le donne si è diffusa come una piaga in tutt’Europa da quando l’UE ha permesso per la prima volta, nel 2015, un enorme afflusso di migranti dall’Africa Settentrionale e dal Medio Oriente.
Le denunce per molestie sessuali e le aggressioni contro donne europee sono molto maggiori in quei paesi dell’Europa Occidentale dove sono stati ammessi più migranti, ovvero Germania, Svezia e Austria.
Nel frattempo, notizie della stessa natura sono quasi inesistenti in paesi come Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, il Gruppo di Visegrád, dove i Governi hanno adottato una linea molto dura contro le migrazioni di massa dai paesi a maggioranza musulmana.
Redazione di Voice of Europe
Link Originale: https://voiceofeurope.com/2019/02/european-girls-in-vienna-are-wearing-headscarves-to-avoid-assaults-by-male-muslim-migrants/
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Il 95pc dei borseggiatori che operano sui mezzi pubblici di Bruxelles sono stranieri
A Bruxelles ca. il 95pc dei borseggiatori che operano sui mezzi pubblici, o nei loro pressi, sono stranieri, secondo i dati ottenuti da un membro del Parlamento.
Il Deputato belga Brecht Vermeulen ha chiesto informazioni sulla nazionalità di quei ladruncoli al Ministero degli Affari Interni e poi ne ha condiviso le conclusioni con l’agenzia locale Sceptr.
Tra il 2008 e il primo trimestre del 2018 solo il 5pc dei borseggiatori catturati dalle autorità era di nazionalità belga.
I dati sul restante 95pc sono suddivisi in tre sottocategorie. Quasi il 46pc è costituito da cittadini stranieri extracomunitari, ca. il 43pc da cittadini comunitari ed il restante 6pc da cittadini di paesi europei non-membri dell’UE, come ad esempio l’Albania.
Il deputato Vermeulen ha detto che non si sa quanti di quei delinquenti stranieri si trovino in Belgio illegalmente, sostenendo che tale mancanza d’informazioni è inaccettabile: “Non possiamo mettere le nostre teste nella sabbia”.
E ha continuato: “Misurare è sapere. Solo con informazioni dettagliate le autorità politiche e i competenti servizi di sicurezza possono elaborare un’adeguata politica sulla sicurezza. I problemi con i migranti nella stazione di Bruxelles-Nord, uno dei principali hub del trasporto pubblico, sono ben conosciuti”.
I migranti hanno trasformato parti della Stazione Nord di Bruxelles in accampamenti abusivi, dopo che il clima invernale li ha spinti a trasferirsi dal vicino Parco Maximilian, dove si riuniscono a centinaia nella stagione più calda.
Sam van Rooy, un rappresentante del Partito nazional-populista fiammingo “Vlaams Belang”, ha recentemente twittato la ripresa di se stesso mentre camminava attraverso la stazione di Bruxelles-Nord: “L’intero piano terra è un accampamento illegale, pericoloso e sporco … e nessuno fa niente al riguardo”.
A sua volta, il giornalista belga Tom Lallemand ha dichiarato a Infowar Europe che: “Migliaia di immigrati clandestini sono accampati nel cuore di Bruxelles, la capitale del Belgio e dell’Europa, ma il Governo non fa nulla al riguardo”.
E ha aggiunto: “Nella stazione [gli immigrati clandestini] molestano le donne e causano un’incredibile puzza perché lasciano dappertutto i rifiuti e persino le feci. Le società di autobus la evitano perché è troppo pericolosa e anche il Governo ha chiesto ai suoi funzionari di fare la stessa cosa”.
Emma R. per Voice of Europe
Scelti e tradotti da: Franco