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Home » Può piacere o meno ma il mondo NON può fare a meno dell’America: con Cina e/o Germania egemoni sarebbe disastroso!

Può piacere o meno ma il mondo NON può fare a meno dell’America: con Cina e/o Germania egemoni sarebbe disastroso!

mittdolcino by mittdolcino
26 Agosto 2021
in Geopolitica
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Può piacere o meno ma il mondo NON può fare a meno dell’America: con Cina e/o Germania egemoni sarebbe disastroso!
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A volte penso di essere circondato da pazzi. Sento dire e ridire che ormai gli USA sono superati, che non saranno più il dominus ecc. ecc. Anzi, vedo gente tifare – in Italia, non in Palestina o a Cuba – per il crollo USA. Posso capire che, ad occhi poco attenti, l’ascesa di una potenza economica – la Cina – con quasi 1.5 miliardi di abitanti possa essere fonte di confusione e di apparente convincimento strategico anche e sopratutto da parte dell’equivalente del mendicante di Piazza Navona. Il problema è, nel caso specifico, che Pechino resta un paese semidittatoriale, in cui spesso le persone spariscono semplicemente perché arrestate durante la notte dalla polizia per reati sconosciuti, con difficoltà a sapere addirittura a che grado è giunto il processo giudiziario… Non solo la Cina è un paese dominato da una semidittatura ma addirittura è patrimonio delle elites politiche del paese, dalla nomenklatura locale, una elite politica di privilegiati non molto diversa nei loro canoni di asimmetria dai miliardari globalisti occidentali che promuovono – grazie a politici cooptati, vedasi Soros – leggi atte a perpetrare il loro potere e la loro ricchezza: in troppi infatti dimenticano che a governare la Cina non sono i Repubblicani o i Democratici ma il Partito Comunista Cinese. Questo per farvi capire che sperare di stare meglio supportando l’ascesa di un Paese comandato da un ente che si autodefinisce comunista è come sperare di curare la polmonite assumendo mercurio… Se non bastasse questa semplice constatazione, se qualcuno dovesse preferire l’approccio tedesco – nazione, la Germania, con cui Pechino è alleata da anni in veste anti USA – vi rispondo con un esempio: davvero preferite invece un Paese – la Germania – che vi obbliga per legge a consumare i suoi prodotti, vada a quel Paese la concorrenza? Si, perché se il buongiorno si vede dal mattino, beh, allora siamo davvero messi male: prendete l’auto elettrica, imposta dai costruttori tedeschi e dai generatori elettrico-nucleari francesi, tecnologia di fatto subdolamente imposta ai consumatori EU semplicemente vietando l’uso dei motori termici. E questo NON per inquinare meno, assolutamente no: infatti l’auto elettrica consuma elettricità prodotta bruciando combustibili fossili, tra trasporto ed efficienze – e senza considerare lo smaltimento delle batterie – il confronto tra le due tecnologie diventa immediatamente anti competitivo a sfavore dell’elettrico, che però rimane imposto di fatto per legge. Il motivo recondito è un altro : obbligare i cittadini EU a consumare i prodotti franco-tedeschi, creando occupazione in Germania ed obbligando gli altri paesi EU ad indebitarsi per consumi obbligati di prodotti stranieri. Nel caso, creando la filiera di produzione dell’auto elettrica tra Francia e Germania. Gli USA, un impero non coloniale nel senso classico dei termini – ossia che non obbliga gli altri paesi e “donargli” denari e ricchezza, come invece sono usi i paesi ex e tuttora coloniali, vedasi la Francia con franco CFA – è invece il perfetto contrario, è un dominus atipico che consuma i prodotti altrui indebitandosi fino a quasi saltare per aria; lo abbiamo visto chiaramente con Obama quando, di fatto per mantenere alti i consumi di prodotti di paesi esteri (da cui Obama e famiglia a fine mandato hanno poi ottenuto consulenze per decine di milioni di dollari, ndr) il debito pubblico federale USA è raddoppiato in soli 8 anni. Va infatti notato che, per quanto riguarda i prodotti ed i servizi, di norma gli USA non li impongono al mondo: internet è stata invenzione USA, utile e dunque adottata da tutti. Facebook, Twitter non è d’obbligo utilizzarli, eppure la gente ha deciso di sì perché li ritiene interessanti. Google, idem. La Microsoft con Windows, una rivoluzione, adottata da tutti. E prima ancora, i personal computer, la TV, l’auto di massa, il telefono, le lampadine…. Invece in EU oggi, per consumare i prodotti tedeschi, si obbligano i cittadini EU a cambiare l’auto con limiti asimmetrici nell’uso dei diesel (che, lo ricordo, in termini di CO2 inquina meno di tutte le tecnologie esistenti, ndr), approccio – come al solito – nazista.


Se tutto questo ancora non vi convince facciamo due numeri: il problema non è scegliere il dominus, è semplicemente che non si può fare a meno di lui! Prendiamo la Germania ad esempio: il suo surplus commerciale è superiore a quello cinese pur avendo un sedicesimo circa degli abitanti. Ossia il surplus commerciale pro-capite tra i grandi paesi è a livelli stratosferici. Cioè significa che Berlino prospera grazie ai consumi stranieri dei propri prodotti, nel caso specifico senza i consumi USA il benessere tedesco sarebbe prepotentemente ridimensionato. Domanda: chi è il maggior consumatore netto dei suoi manufatti? Certamente non l’Italia o la Grecia, i cui consumi si vogliono far collassare via austerità euroimposta (per altre ragioni, …). La risposta è semplice, il mondo anglosassone, ossia USA+UK. L’America in particolare ha un deficit commerciale pari a circa 600 miliardi di dollari annui con il mondo, si indebita per importare prodotti altrui; ossia consuma per sostenere economie straniere che per giunta – come nel caso di Berlino – oggi vogliono tradire l’alleanza storica ed andarsene per conto loro. E, si noti bene, nel caso di Berlino pur anche dopo aver perduto una guerra mondiale catastrofica ed essendosi macchiati dei peggiori crimini contro l’umanità (leggasi Olocausto). E senza poi essere condannati alla sottomissione dai vincitori, no, per giunta furono anche premiati con soldi gratis per la ricostruzione, il piano Marshall. Infatti non è solo il deficit commerciale a pesare ma capire se, assieme all’indebitamento commerciale pagato dagli USA comprando prodotti stranieri, un paese vuole anche avere una politica estera in perfetta autonomia rispetto agli USA, come è il caso di Cina e Germania EUropea (invece NON è il caso di Giappone, Canada e Messico!). Dunque, in tale contesto, secondo voi gli USA hanno ragione o torto ad essere incazzati per il loro deficit commerciale divenuto insostenibile vis a vis – soprattutto – con Cina e Germania? Trump ha ragione o torto a voler riequilibrare una situazione, quella del deficit commerciale USA, che sta mandando al collasso per accumulo di debito il sistema americano, ossia le famiglie USA, la classe media, che per evitare la loro personale ed umana debacle hanno votato per Trump? E ricordando che cotanto accumulo di deficit commerciale e quindi di debito avviene avvantaggiando paesi che si dichiarano non solo concorrenti ma addirittura nemici degli USA come Cina e Germania? (nel caso tedesco addirittura ministri in carica hanno perorato la causa dell’esercito comune EUropeo per difendersi dagli USA, ndr) Ed in tale contesto gli italiani per chi dovrebbero tifare? Per Trump o per Pechino e Berlino? Datevi una risposta da soli, io sono stufo di aver a che fare con beoti…. Mitt Dolcino

*****

Le immagini, i tweet, e i filmati pubblicati (i contenuti) nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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