Ecco i fatti: MP Materials è il più grande produttore di terre rare in USA, sebbene azienda in sviluppo industriale. Le terre rare storicamente ce l’ha la Cina perchè là hanno sviluppato una filiera. Tali terre rare infatti sono presenti solo in Cina, oggi, solo perchè era più comodo farle produrre in loco, visto che l’estrazione tende a creare inquinamento. Poi da quando la Cina ha usato tali terre rare come arma strategica commerciale è cambiato il quadro di riferimento.
Meglio detta, le terre rare sono rare in Occidente perchè nessuno le ha mai veramente cercate.
MP Materials può colmare molto del gap di materiali strategici che necessitano all’industria USA. Però gli States essendo una economia capitalistica devono scontrarsi con gli investimenti necessari per una azienda quotata in borsa come la succitata, che erano eccessivi. Anzi, considerando il rischio, proibitivi. Dunque lo sviluppo di progetti per altro certi, come l’estrazione di terre rare, andava a rilento.
Bene, la scorsa settimana MP Materials ha visto l’entrata nell’azionariato di, udite bene, il Ministero della Difesa USA, il Pentagono insomma. Sotto l’ombrello della Sicurezza Nazionale. Il titolo è letteralmente esploso in borsa, facendo felici gli investitori e anche le maestranze, che spesso sono azioniste in aziende del genere.
Dunque, oltre a diventare il primo azionista istituzionale, il Pentagono ha concesso un bel prestito di circa 150 milioni all’azienda. E, soprattutto, ha garantito un prezzo di acquisto di lungo termine di tutte per alcune delle terre rare che estrarrà ad un prezzo doppio di quello di mercato. Tale prezzo guarda caso tende a coincidere con il prezzo dell’importazione in USA dalla Cina, dazi compresi.
I dettagli del deal non sono importanti, questo è un sito di analisi, non di notizie. Quello che interessa è che, immediatamente dopo, si è coinvolta addirittura Apple nell’utilizzo della produzione di MP Materials, di fatto creando una filiera USA insomma, filiera corta.
Tale esempio dà lo spunto per molte considerazioni importanti.
Da un lato gli USA intervengono oggi come Stato a difendere le produzioni strategiche nazionali. Ma lo fanno in maniera intelligente, non come farebbe qualsiasi partito comunista: si lavora assieme al privato, lo si protegge, lo si indirizza ed aiuta. Il fine è far produrre qualcosa in patria che serve al Paese, attraverso un’azienda quotata in borsa.
Dall’altra si fa filiera interna: quello che prima veniva dall’estero ora arriverà, diciamo a tempo debito, da dentro il Paese. Sicurezza di approvvigionamento insomma. In più anche la bilancia commerciale ne beneficia, meno import di materie prime ma solo export di prodotti finiti, il più possibile esclusivi.
Gli USA in effetti hanno molti vantaggi strategici sulla Cina a pensarci bene: vivono in un continente che, prima della “Presidenta” Sheimbaum del Messico, era deferente rispetto agli USA; solo negli ultimi 6 mesi qualcuno ha attizzato, dal Messico, ossia per interposizione dell’Europa veterocoloniale (la presidenta Sheimbaum è di origine baltico-tedesca) vere e proprie spinte secessioniste pro-Messico, ossia pro-Europa da dentro gli USA. Più o meno lo stesso che cercò di fare Pancho Villa, finanziato dai tedeschi e dai francesi (Maximilian II fu di fatto il reggente per decenni nell’area, si chiamava “) per fare in modo che gli USA non entrassero nella WWI contro la Germania.
Gli USA hanno inoltre un forte sistema di check & balance, ossia un sistema democratico che, prima di Obama quanto meno, funzionava.
Hanno una popolazione spinta e votata alla meritocrazia.
Ed hanno tutte le materie prime del mondo, oltre ad avere il primo esercito mondiale; ed essendo primi a livello tecnologico e di ricerca aggregata. Università di punta incluse.
Poi hanno il dollaro che, morente o meno, ancora resta la prima valuta di scambio globale globale.
Oltre ad essere riconosciuti, quanto meno nei paesi che si salvarono dai nazisti grazie a loro, come il vero baluardo contro lo strapotere delle potenze veterocoloniali europee.
In ultimo gli USA rappresentano i consumi mondiali di ultima istanza, i clienti.
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Se a questo aggiungiamo un approccio – dalla scorsa settimana – Stile “Italia-Anni ’60“, ovvero dove pubblico e privato convivevano con lo scopo di creare filiere nazionali, beh, a quel punto voi capire facilmente che un paese comunista come la Cina ne ha di pagnotte da mangiare per diventare suadente verso l’estero e verso i migliori talenti non cinesi come invece lo sono storicamente gli USA.
Quello che a noi sembra è che gli USA, diciamo dalla caduta di Nixon, sono stati pesantemente infiltrati dalla Davos ante-litteram, una specie di Spectre sovranazionale ed elitaria. Ovvero l’ambizione decolonizzatrice che Roosevelt voleva imporre dopo la WWII è sempre stata un problema enorme per i poteri veterocoloniali europei, che infatti sempre hanno ostacolato tale progetto. Facilmente anche infiltrando le elites USA, come fecero via nazisti ed operazioni Paperclip varie (…). Per deragliare l’eredità rooseveltiana.
Oggi Trump è arrivato ed ha detto chiaramente NO a tale deriva coloniale invece che anti-coloniale. Dunque, chi vince oggi prende tutto. E l’altro muore. Sono tutti All In! Davos è All In contro gli USA globali; mentre gli USA di Trump sono All In per difendere lo status quo non solo economico ma sociale e sistemico mondiale (Davos vs. Adam Smith).
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Riteniamo che la mossa di MP Materials, se ripetuta in altri ambiti industriali/economici americani, sarà l’asso nella manica USA: aziende pubblico- private, magari sotto l’egida del Pentagono per garantire la Sicurezza Nazionale, come strumento per battere i competitor internazionali in realtà nemici direi quasi militari.
In tale con testo paesi alleati come l’Italia avranno molto da guadagnare da tale allineamento agli States. Ben ricordando che all’Italia – causa EU sempre austera quando conviene ai soliti noti – non è permesso ad esempio avere aziende con forte partecipazione statale, sebbene facciano grandi utili, vedasi ENEL ed ENI che pagano dividendi ben più alti del BTP a 10 anni (l’Italia avrebbe interesse a finanziarsi in BTP e comprare azioni di tali due aziende). Ben sapendo che la francese EDF non solo è stata nazionalizzata al 100% senza chiedere a chicchessia se si poteva fare; ma addirittura è stata presa in carico dallo stesso padrone precedente, il ministero della difesa francese (l’Italia dovrebbe fare altrettanto, intendo il ministero della Difesa Italiano: che investa nelle aziende sistemiche italiane di energia via suoi fondi dedicati “per interesse nazionale”!). Tacendo anche che anche in altri paesi Europeriferici, vedasi Finlandia, lo Stato controlla aziende energetiche sistemiche tipo Neste con partecipazioni appunto di sistema che sfiorano il 50%. Lo stesso però non viene permesso all’Italia…
Colonialismo di contrabbando insomma, via EU. A vantaggio delle solite elites veterocoloniali europee che, finite le colonie esterne all’Europa, devono ora depredare quelle interne per mantenere i loro privilegi, in primis l’Italia (…).
L’ultima considerazione è sulla sinistra europea: mai come oggi è chiaro che Davos ha infiltrato sistematicamente la sinistra come nessun altro partito, memento anche Salvini-comunista padano, per definizione. Ovvero trasformando un nemico delle elites in un alleato. A patto di farlo sembrare sempre un nemico, mentre in realtà le sinistre foraggiate dai vari Soros stanno andando contro gli interessi della classi media e medio-bassa, nonostante gli slogan, sigh. Propaganda fu nazista 4.1 insomma, nazismo che nacque a sinistra mai dimenticarlo.
Restano i blogs come questo, a cercare di spiegare le cose: chiaro, i patrioti che dicono le cose per come stanno sono odiati da chi è venduto a Davos, visto che denunciano ad esempio il loro silenzio su aspetti sociali indubbi ad esempio di un accordo a difesa degli interessi nazionali stile MP Materials. Trovando però anche il silenzio della destra, in forza di mancanza di vision di tali partiti conservatori, vulnus dato da metodi di cooptazione interna che prediligono l’appartenenza ai risultati ed alla meritocrazia, sigh!
D’ogni modo fa lo stesso, l’importante che si sappia quale è la nostra linea, vorrà dire troveremo qualcuno all’estero che ci ascolterà
MD
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Image: sito istituzionale di MP Materials, https://mpmaterials.com/
