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Home » Sta iniziando la penultima fase anti-EU: la distruzione della competitività economica dell’Unione, sfacelo sociale a seguire

Sta iniziando la penultima fase anti-EU: la distruzione della competitività economica dell’Unione, sfacelo sociale a seguire

L'EU nasce come potenza esportatrice: smette di esportare e crolla il castello EUropeo. Negli scorsi 22 anni Berlino soprattutto ha avuto il vantaggio di un euro basso, figlio dei paesi eurodeboli presenti nella compagine "eurica". Più il gas russo a basso prezzo. E la possibilità di depotenziare/depredare selettivamente i propri competitori dentro l'Unione EUropea, soprattutto i Paesi cd. "Med", grazie a leggi asimmettriche (aka: leggi proto-coloniali). What's next, post inflazione EU al 10%?

mittdolcino by mittdolcino
28 Ottobre 2022
in Geopolitica, Golpe in EU?
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Sta iniziando la penultima fase anti-EU: la distruzione della competitività economica dell’Unione, sfacelo sociale a seguire
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Abbiamo già spiegato che è inutile opporsi alla deriva attuale, ad es. lato Italiano: a Roma, con la scusa che non si comanda nulla nei fatti salienti – e del fatto che essere eterodiretti lascia anche, nel caso, più tempo per pensare come spolpare gli italiani dei loro averi famigliari senza essere inclusi tra i colpevoli -, alla fine le decisioni che contano vengono prese all’estero.

Oggi, con un governo targato “patriota” ma con gente ad operare che è in larghissima parte la stessa che supportava, agiva e governava nel Governo Draghi, col PD (eccezione: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, ex opposizione draghiana, con Giorgia è veramente patriota, ma resta praticamente l’unica a crederci, ndr), gli altarini vengono allo scoperto: gli interessi particolari, a Roma.

“Quelli che sono la“, contro il resto del Paese, FFOO comprese. Basta aspettare e capirete il significato di queste parole.

Pian piano infatti il sistema dei governi dei Don Rodrigo sta emergendo nella sua vera e multiforme essenza, il nome del partito di referenza è ormai un mero orpello. Familismo amorale applicato alla politica insomma, una volta tolti i freni inibitori della base pasoliniana: fatto fuori il suo Pastore (Pasolini) che professava un l’Italia rurale che di fatto non avrebbe osato fare danno al di fuori del proprio ristretto circolo appunto famigliare, sentendosi inadeguata, oggi a Roma detto devastante familismo è entrato a tutto tondo in politica. Con la “familia“.

Ovvero anche come casta.

Faccio notare che l’analisi di cui sopra, da noi meramente riproposta, nei fatti, è stata elaborata sulla base di un bellissimo articolo apparso sui media Argentini, dal Clarin nel caso specifico (Tata Cantelmi, sotto), sul governo italiano. Ma NON il governo di Giorgia Meloni, NO, quello di Mario Draghi! Noi infatti stiamo solo facendo un sunto, qui, condensando i messaggi dei nostri cugini oriundi con sangue italiano, popolo che di disastri se ne intende… (vedasi sotto)


Sul governo Draghi, alla sua nascita (LINK)(5 Febbraio 2021, Clarin, LINK), NON sul governo Meloni, si noti bene: “Italia: il fantasma di Benito Mussolini sorvola la crisi politica ed economica nel mezzo della pandemia“. E ancora: “Il paese è gestito da una banda di politici che litigano fra loro per i fondi multimilionari(multimiliardari) Europei, senza guardare a cosa succede in basso, senza che nulla importi del dramma della gente. La storia ci insegna che certe cose non si possono sottovalutare“


Verrebbe quasi da dire che quanto idealizzato da Tata Cantelmi avviene anche e soprattutto in forza di una certa qual ricorrente comunanza, nel senso di gruppo di potere, fondata sulla comune impreparazione; ma con attitudine al donrodrighismo, oltre all’improvvisazione crassa, ma soverchiante. Trattasi di essere al soldo di chi paga di più, dall’estero: argomento vieppiù cogente.

Ma argomento di cui nessuno vuole parlare….

Chiaramente i fu oppositori a Draghi non sono tecnicamente contemplabili nel discorso di Tata Canteelmi, dunque nemmeno nel nostro, in quanto fuori dal Governo Draghi (ndr); sebbene temiamo che – alla fin fine, il rischi esiste, eccome! – tali politiche draghiane saranno in larga parte le stesse di questo governo; attendiamo comunque la verifica, base fatti, ritengo che da qui a fine anno potremo cd. “tirare una riga”).

Ecco perchè noi, “togliendoci dall’umido“, lasciamo da parte l’Italia, governo, politici ed altro, non ci interessano, non commentiamo, restandone fuori e senza farci coinvolgere (valuteremo più avanti gli atti ed i fatti, “pesando” anche Fratelli d’Italia, ndr). Preferiamo piuttosto parlare di estero, dove si prendono e soprattutto si prenderanno le vere decisioni “pesanti”, anche italiane.

Tutte decisioni che – preciso – l’EU, e l’Italia in particolare – subirà/subiranno.

*****

Dunque eccoci qui a commentare il cambio di passo, in corso, a breve: sappiamo infatti che l’EU, dalla caduta di Trump, passando per la Brexit, è passata da essere formalmente un alleato atlantico ad un competitor degli States, al pari e forse più pericoloso della Cina.

Ma avversario dai piedi d’argilla: infatti, mentre la Cina può espandersi all’estero senza patemi, ossia sapendo dall’inizio che comunque sarà sfida al Dominus, l’EU non può. Il motivo è semplice: non ha l’autorizzazione ad armarsi, ovvero ad esporsi militarmente fuori dalle sfere di influenza a lei assegnate, da Yalta. Dove – lo ricordo – l’EU di fatto era tra gli imputati, ovvero la prima perdente.

Qui siamo, con gli USA a difendersi. E sanno farlo molto bene, credetemi….

In tale contesto la risposta anglo all’ “attacco al Dominus”, come sempre, è stata prima di tutto una risposta economica.

Per iniziare c’è stato il blocco delle supply chains, causa COVID, di fatto condiviso con l’EU che aveva altri fini (col COVID, …). Poi è stata l’impossibilità o quasi di esportare merci in USA, causa puntuali blocchi dei porti USA in entrata, sempre “formalmente” a seguito della scusa del COVID.

Il risultato di tali primi due passaggi è stata l’indisponibilità di alcuni prodotti sui svariati mercati, ad es. chips, globalmente. E poi la carenza di dollari nei paesi esportatori, visto che i dollari necessari per pagare le bollette in dollari, ad es. del petrolio, venivano reperiti sul mercati dall’export, soprattutto da Cina ed EUropa.

Ben sapendo che, bloccando l’export non solo cancelli il benessere EU ma addirittura anche la capacità di trovare dollari sul mercato, dollari che prima ti arrivavano dall’esportazione.

Da qui il dollaro in salita.

Tutto questo unito ad inflazione in forte rialzo, globalmente, un po’ come conseguenza dei primi due punti.

In più col la scusa della guerra ucraina la situazione si è aggravata: un po’ per l’autogol EU di cercare di far passare il North Stream in emergenza d’accordo coi russi, con la conseguenza non programmata (il tranello?) di bloccare quasi in toto il flusso di gas russo verso l’EU. E il resto del danno causa macro-dinamiche di mercato/disponibilità/prezzi, sopra esposte.

Ovvero: inflazione in forte salita nell’Unione Europea, inflazione che vedremo ancora per molti mesi “all’azione”.

Dunque, ricapitolando: l’EU oggi fatica ad esportare causa carenza di semilavorati, carenza di dollari per pagare le materie prime comprate dall’estero (l’EU ha pochissime materie prime, ndr); dunque scarsità di beni in generale, più blocco della produzione causa costi energetici elevati. Ovvero, tradotto, inflazione alla produzione evidente, che poi passa ai consumatori, col tempo.

L’inflazione infatti ormai è entrata in circolo in EU, con conseguenti richieste salariali da parte della popolazione, causa aumenti generalizzati dei prezzi; ovvero con l’impossibilità altrimenti di far arrivare a fine mese le famiglie residenti, per il 60-80% della gente residente in EU.

Uniamoci policies economico-sociali EU totalmente diverse tra paesi della stessa Unione; ossia l’effetto invidia indotta. Con la Germania e Francia che sovvenzionano ad es. i propri concittadini/imprese nell’energia mentre l’Italia non può farlo causa austerità EUropimposta: alla fine il mix diventa esplosivo, inevitabile.

Questo fino a ieri.

*****

Ma adesso rischia di arrivare la sorpresa, a breve: da qui in avanti, gli USA, con mosse improvvise e radicali, mineranno in altro modo la competitività EU, in modo complementare e definitivo; ovvero cercheranno di sostituirsi di fatto come USA alle imprese EU incapaci di produrre a prezzi accettabili causa energia fuori controllo, intendo come prezzi (mentre gli USA resteranno relativamente competitivi, ndr). Causa mix di fattori, ad es. carenza di manodopera formata, carenza di semilavorati. E necessità di aumenti salariali anti-inflattivi.

Ovvero, da qui in avanti infatti la FED cambierà il passo. Ed il risultato sarà STERMINARE la competitività EU.

Per Washington nei prossimi cruciali mesi non sarà necessario preservare la propria caduta economica, ma piuttosto cadere economicamente MOLTO MENO dell’EU, anzi in primis cadere meno dell’EU.

La Russia infatti, a termine, seguirà; visto che se l’EU crolla, anche gli acquisti EU di beni russi saranno ridotti.

La Cina altro discorso, ma qui gli USA agiscono ed agiranno con veemenza e con embarghi diretti, va a poco che la flotta commerciale cinese inizierà ad avere problemi, basterebbe ad esempio una guerra nel Mar Rosso. O il blocco dei canali, già successo, Suez su tutti.

Dunque, attenzione che da novembre la musica rischia di cambiare.

Mi aspetto infatti che nel 2023 l’EU si troverà con extra costi manifatturieri e di servizi in circolo, in EU; ossia maggiori salari richiesti. Da qui minore competitività. E comunque scarsezza di semilavorati. Ed inflazione generalizzata. E scioperi.

In aggiunta l’EU diventerà improvvisamente – e nottetempo – meno competitiva, al contrario degli USA del King dollar. In tale modo sarà un double whammy, l’EU si troverà ad avere costi intrinsechi eccessivi per essere competitiva, come costi di energia/salari/materie prime, più loro scarsa disponibilità.

I primi soggetti a rischio saranno quelli improduttivi e “costosi”, intendo soprattutto i pensionati (vista l’attesa carenza di risorse per tenerli in sostentamento, ossia in vita)(…)

Comunque sia – lo vedrete – l’EU finirà per avere anche una anti-competitività economica e manifatturiera estrinseca, ad esempio causa rivalutazione dell’euro appena inflazionato /…/. Da aggiungere al resto, di cui sopra…

Una catastrofe insomma, a cui corrisponderà – ritengo – una rivoluzione sociale, scommetto, mai vista dal 1848. Anche in tale caso su impulso anglo (alla fine i britannici, come disse Napoleone, restano dei pizzicagnoli: oggi accettano anche un indiano come primo ministro, prima ci fu addirittura un ebreo; in Francia e Germania solo strettamente le elites locali vanno a capo del governo, ndr).

Signori, è finita per l’EU insomma, andiamo a qualche trimestre. I bet my two cents….

Con buona pace di chi ancora tifa EU. E che crede in Draghi salvatore: direi piuttosto Draghi Caronte, che vi ha portato all’inferno…

MD

*****

Image: thanks to Pedro Lastra, https://unsplash.com/photos/suRvdiwP9Pk

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