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Home » Come gli obamiani vogliono sottilmente “rubare” le presidenziali a Trump, ben sapendo che molti rischiano davvero la galera se non peggio. Nulla è come sembra…

Come gli obamiani vogliono sottilmente “rubare” le presidenziali a Trump, ben sapendo che molti rischiano davvero la galera se non peggio. Nulla è come sembra…

mittdolcino by mittdolcino
28 Marzo 2022
in Crisi del globalismo, Dal mondo, USA
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Dead President Walking
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Merkel, Conte, Trump, Tusk, ci sono tutti (ossia anche un ex funzionario del partito comunista della DDR ed il supposto nipote di un ex nazista secondo fonti diplomatiche polacche riportate dai media israeliani)

Hillary Clinton ha annunciato aver detto a Biden di non accettare in nessun caso la vittoria di Trump a Novembre prossimo. E’ chiaro infatti che Trump vincerà le prossime presidenziali USA, dunque l’unico modo per boicottarlo è con il voto postale. Chiaro, se fosse una vittoria a valanga, il tentativo Dem sarebbe palese. Ma ormai, per quello di cui al seguito, penso non si faranno alcun problema anche ad andare anche allo scontro istituzionale in grado di travalicare verso la guerra civile.

Alla fine il piano Dem era semplice, per affossare i consensi per Trumo a novembre 2020: far crollare la borsa (la vendita di marzo sui mercato fu commentata real time in Italia guarda caso dall’obamiano Mattero Renzi sulla CNN, ndr), vedere crollare l’economia a -30% in un trimestre causa COVID, poi la semi guerra civile, la rivolta dei negri finanziata da Antifa. Ossia anche – sembra – da Soros ovvero dalla Germania che secondo organi di stampa avrebbe addirittura finanziato come Stato direttamente il movimento di protesta dei neri negli USA… Peccato che detto “perfetto piano” – COVID e crolli di borsa ci sono stati – non sembri funzionare!

E poi il tentativo di Russiagate, che poi è l’Obamagate, partito in Italia con il supporto di ben due primi ministri, sembrerebbe. Chiaro, quando verrà fuori sarà il finimondo. Ma, chiediamoci, perchè non viene fuori tutto questo, ancora? Il motivo sta nella lista dei giudici nominati da Trump. Si sappia infatti che i giudici sono nominato dal presidente in USA regolarmente: nel giro di due mandati si rinnovano quasi tutti, esclusi naturalmente quelli della Corte Suprema che sono eletti a vita, una missione la loro.

Provate ad indovinare quali sono i giudici che ancora aspettano conferma di nomina trumpiana in SENATO, una quarantina? Proprio quelli di Illinois, la patria di Obama e NY, il seggio di Hillary. Più qualcosa in Florida e California. Una volta nominati, le cose si metteranno diversamente nei vari giudizi in corso (mancano infatti oltre 40 giudici da confermare dei vari “Districts”). E qui capite che ci vuole tempo per le cose importanti veramente. Chiaro, tre mandati cambiano le cose, in modo radicale. Successe con Roosevelt + Truman ad esempio, un cambio epocale degli equilibri non solo USA.

Ben ricordando che anche solo con Lyndon Johnson, i Dem erano dichiaratamente razzisti, quanto meno se andate a prendere le dietrologie sui commenti espliciti fatti dal presidente Dem che sostituì JFK, sulle minoranze USA (oltre alla morte di Malcolm X e Martin Luther King, …). Ossia pensare che i Dem siano uguali a “inclusione” è un falso storico, visto che furono proprio i Dem i difensori appunto storici del segregazionismo nero – ed anche dello schiavismo – negli States.

Oggi i Dem hanno solo cambiato pelle, ma alla fine difendono come sempre i loro interessi. E dunque un patriota per giunta molto ricco come Trump da enorme fastidio, un idealista che non ha bisogno di soldi, legato ai militari come fu solo Roosevelt (presidente ugonotto per altro che sembrerebbe morto in circostanze assai misteriose per mano forse inglese, le cronache del tempo adombrano). Trump come game changer dunque, ci sta.

La strategia in questo caso è tutto. Chiaramente gli italiani non percepiscono che un capo del governo stratega debba essere la norma, assuefatti nel vedere capi in pectore alla Renzi, alla Salvini o alla Di Maio. Negli States sappiate che è normale che i presidenti si circondino delle menti più fini, non come il piddino Poletti che addirittura recriminava sugli italiani giovani che “rompevano”, se ricordo bene (mentre suo figlio era dirigente nelle cooperative dove lui fu capo indiscusso, ndr).

Ora, per Trump è fondamentale poter perseguire i reati dell’epoca Obama. E per farlo necessita di avere le nomine dei giudici, sostituendo quelli dell’era Obama, al completo. Chiaramente per fare questo necessita del Senato, che verrà confermato in parte a novembre, durante le stesse presidenziali. Oggi i Repubblicani hanno una maggioranza risicata ma relativamente solida al Senato; che, lo ricordo, come nell’antica Roma è l’organo deputato al controllo delle gesta del presidente, soprattutto in politica estera e di guerra ma anche di giustizia.

Dunque, tornando alla strategia trumpiana ed alle mosse di Hillary, sembra chiaro che Trump vincerà, probabilmente anche molto bene. Il piano di Hillary e dei suoi sarà di bloccare la conferma di Trump per tre mesi abbondanti, ossia fino all’inaugurazione del nuovo anno senatoriale USA, a febbraio prossimo. Ossia nel periodo in cui un Trump può confermato potrebbe fare quello che che ritiene giusto, avendo già ricevuto autorizzazione operativa interventista anche all’estero dal Senato all’inizio del suo primo mandato.

La strategia di Obama+Hillary in fondo sarebbe – nel caso – semplice: bloccare Trump per tre mesi sperando che perda il Senato, ossia bruciare i tre mesi che distano dalle presidenziali al nuovo anno senatoriale di febbraio 2020, impedendo dunque a Trump di attuare la sua strategia interventista tra novembre e febbraio prossimo.

Ben sapendo – i clintoniani – che, perdendo il Senato, alcune nomine giudiziarie verranno messe in discussione; ossia sperando che non venga fuori quell’enorme ammasso di sterco che si è accumulato sulle scrivanie delle procure di mezza America relative al pedogate ed ai processi su Epstein, nonchè a molte altre faccende per ora non portate a galla che potrebbero fare anche da anello di congiunzione tra i fatti americani dell’epoca Obama+Clinton e quanto accaduto sui colli fiorentini qualche decennio fa (…).

Nel mezzo, interessi economici enormi, incistati nel supporto straniero alle rivolte USA ed ai Dem USA. Chiaramente Hillary Clinton era molto legata all’Europa, ex board member di Lafarge USA, la stessa azienda che faceva affari in Syria con l’Isis e che vide la sua manifattura in loco fatta saltare per aria appena la presa degli uomini di Trump presidente si stava facendo decisa (magari per cancellare le prove?). Pensate che Obama passò davvero lo scettro del globalismo ad Angela Merkel a fine mandato, una volta persa la presidenza a favore di Trump. Ben ricordando che Merkel vuol dire Stasi, per suoi ruoli passati nella struttura di potere della ex DDR.

Questo è quanto.

Fino a novembre tutto resterà fermo, poi vedremo fino a che livello di scontro i clintoniani cercheranno di bloccare il verdetto presidenziale. Parimenti vedremo se il Senato verrà mantenuto in mano repubblicana, oltre ad aspettare conferma dei giudici nominati da Trump da qui a febbraio prossimo.

Faccio dunque presente che cruciale sarà tanto la conferma di Trump quanto la tenuta del Senato in mani repubblicane. Parimenti sarà importantissimo vedere il livello dello scontro che i Dem imporranno per non non accettare la vittoria di Trump, con rischi di guerra civile inevitabilmente sedata da chi davvero controlla il potere negli USA, i militari.

Militari che stanno con Trump.

God bless America

Mitt Dolcino

 

*****

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