Oggi Il Foglio, per bocca del suo direttore (su X.com) annuncia: la decisione dell’oro italiano diventa un serio problemone per EU e Commissione.
Noi aggiungeremmo anche che il problema più grande sarà per la Francia, che facendo approvare il MES non faceva nemmeno finta di voler poi chiedere come contropartita del debito italico proprio il metallo giallo nazionale in Banca d’Italia.
DI più: Il Sole 24 Ore, in prima pagina web, prima notizia, titolava qualche giorno fa che l’ “oro dii BankItalia” diventava ora Italiano, alludendo una specie di scippo alla banca centrale, ossia alla BCE indirettamente.
La logica sottostante è facile da capire: l’oro Italiano è chiaramente dello Stato Italiano ossia del suo popolo. Ma con l’arrivo dell’Euro, e con la Banca d’Italia diventata di fatto una succursale della BCE che agiste per nome e per conto della sede di Francoforte, tale oro in Banca d’Italia rischiava di diventare asset EU. Sottraendolo agli italiani.

Alcune fonti… diverse interpretazioni…
Notate anche un altro aspetto, dirimente: man mano che sale il prezzo di tale oro, la montagna gialla diventa un vero tesoro. Oggi vale circa 250 miliardi di euro, ma con l’oro a 10000 USD/oz come è probabile che sia fra un paio di anni, siamo verso i 1000 miliardi di USD di valore.
Aggiungete che tale oro è soprattutto un collaterale perfetto per fare prestiti, ossia per rilanciare l’economia in modo sensato; e capite che se l’Italia mantiene l’oro in suo possesso, si può anche salvare, a certe condizioni (…).
A maggior ragione in caso di fine dell’euro, voluta ad esempio da Berlino (…): infatti circa il 40% di tale oro è depositato negli USA, ossia nel paese che è tenuto a proteggere l’Italia da ingerenze esterne, visto che in Italia c’è il comando della VI.- flotta e pure Sigonella, oltre a Ghedi, Aviano e molti altri avamposti militari USA nel Mediterraneo.
Tradotto: in caso di fine dell’euro, ad esempio per volere tedesco, tale oro farebbe da collaterale perfetto per una momentanea dollarizzazione della valuta italiana addivenire, con peg temporaneo al dollaro, “linee di swap” si chiamano oggi, con la Federal Reserve.

Notate: manca la Francia come luogo di deposito dell’oro Italiano (per fortuna), sebbene in molti ritengano che quello a Londra ormai “non ci sia più”…
Palese che trattasi di piano 3D Americano. E pure piano Russo direi, quanto meno rifacendosi alla pace fortemente voluta dalle due superpotenze all’unisono in Ucraina (…): è chiarissimo che si punta a tornare ad un assetto pre-euro! Bene per Germania e Italia nel caso; un disastro invece per Parigi e Londra. Da vedere cosa significherà per Madrid. Mentre per Bruxelles e Lussemburgo, beh, sarà una catastrofe.
Chiaro dunque che si faccia fatica ad accettare la fine dell’euro, oggi, oltre Gottardo.
Tanto da preferire una guerra con la Russia. Che tanto insulsa non è se si considera che un tale conflitto permetterebbe di sviare il problema dall’insostenibilità dell’euro – e del debito francese, con poche esportazioni a supporto – a Putin, oggi radice di ogni male.
Radice del disastro che invece sta nelle oligarchie ignoranti che da troppo tempo governano il Vecchio continente sulla base della più profonda anti-meritocrazia apicale.
Ieri è avvenuto che l’Italia ha sottratto davvero il suo oro alla BCE. Ciò significa che da domani anche un eventuale MES si scontrerebbe con ragioni strategiche, difficile cavare l’oro da Roma.
CI aspettiamo che il presidente S. Matterella, E. Letta, M. Renzi, M. D’Alema (tutti fan del Trattato del Quirinale con Parigi, ndr) e compagnia cantanti in francese reclamino per questa mossa; intanto Il Foglio si è giù espresso: è contrario! Normale…
Resta che quando il provvedimento passerà in Gazzetta Ufficiale sarà fatta. Da lì in avanti gli accordi bilaterali con gli States non saranno più un miraggio: questo è un piano ben tempificato dove per fortuna i tempi li decidono a Washington.
Resta che nei prossimi 6 mesi l’Italia è a rischio golpe istituzionale, Meloni va fatta cadere, dicono da Parigi.
E Mattarella da che parte starà? Con Meloni o con Davos?
Andiamo a poco per scoprirlo. Per intanto godetevi la pantomima dell’emendamento sull’oro che è stato portato avanti da Giorgia Meloni e da FdI, il suo partito; ma i giornali di Davos dicono che è merito di Salvini, che invece da anni dice e straparla, ma MAI agisce!
Spero abbiate capito – anche grazie a questo ennesimo esempio – che la Lega, Salvini in particolare (vicino a Verdini e Renzi) è la serpe in seno di Davos nel governo Meloni. Dunque i giornali di Davos sottilmente lo supportano, direi con continuità, anche a sproposito. Noi riteniamo di sapere cosa c’è dietro. E ve lo spieghiamo chiaramente… Speriamo in molti ormai abbiano capito.
MD
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Image: da sito Banca d’Italia, al LINK






