L’aver inserito come vice direttore della Banca d’Italia un membro SENIOR della FED di Dallas dice praticamente tutto, per chi sa leggere. Non stiamo parlando di una mezza figura, per intenderci: ci riferiamo al vice presidente senior FED di Dallas, capo della Ricerca (in USA vige la meritocrazia, una persona capace fa strada, ndr). Spero intendiate.
Ora un po’ di dettagli storici, a supporto.
Da Tangentopoli in avanti l’Italia è stata destabilizzata per volere EUropeo, non Americano. E’ infatti risaputo che i militari USA hanno sempre considerato l’Italia strategica. Nei periodo “di mezzo” quando il Deep State aveva di tanto in tanto il comando delle operazioni, sono stati fatti i danni maggiori alla relazione storica e di sangue USA-Penisola. Soprattutto con presidenze DEM-USA, che storicamente rispondono ideologicamente ed a livello di supposte fratellanze alle vecchie elites nobiliari Europee.
Al contrario i Repubblicani americani.
Nel 1992 l’Italia venne non a caso deragliata con Bill Clinton, lo ricordo. Ed il motivo va ricercato negli impegni USA 10 anni prima, Accordo del Plaza, con un impegno diciamo estorto dall’Europa per far nascere l’euro con la caduta dell’Unione Sovietica (…).
Poi a salvare il piatto italico venne un militare – di fatto – a terminare lo scempio, quel Reginald Bartholomew, plenipotenziario che aveva disarmato la Russia dalle armi nucleari dopo la caduta del Muro: divenuto Ambasciatore in Italia fermò Tangentopoli, ossia invitando lo stimato e compianto oriundo Justice Antonin Scalia a Milano ad informare i giudici di Milano che “la custodia preventiva in carcere era contraria ai principi della democrazia USA“.
Lo stesso Antonin Scalia che, nel bel mezzo del piano di impossessarsi dell’Europa, nell’ultimo atto della presidenza Obama, facendo crollare la Penisola, ossia dandola in mano agli EUropei, stranamente ed improvvisamente morì, proprio quando si parlava di un suo secondo intervento a favore dell’Italia. Fu certamente un caso fortuito, ben inteso.
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Il North Stream pietra angolare del progetto revanscista EU
Con il North Stream l’Italia fu di nuovo sotto attacco. E fu di nuovo salvata dai militari USA, spero lo abbiate capito.
Infatti Francia, Germania e Russia – soci di North Stream AG, nata come alternativa del South Stream che doveva passare per l’Italia, ndr – erano d’accordo per far fluire gas russo non dichiarato in EU. Chi ci perdeva, ossia chi restava senza gas, era solo l’Italia.
Poi saltato per aria il North Stream i prezzi del gas incredibilmente scesero in EU, in quanto erano tutti senza gas, non solo la Penisola. Così Roma si salvò.
Ricordo che lo stesso giorno delle elezioni che di fatto incoronarono Giorgia Meloni ci fu infatti la “bomba” nella pipeline baltica. Il lunedì dello spoglio partì anche l’attacco a Londra, dove – a causa di una forte turbolenza finanziaria scatenata nottetempo, mai ben intesa nella genesi – le assicurazioni britanniche stavano per saltare, un vero e proprio attacco al sistema finanziario inglese (…).
Anche in quel caso la FED diede supporto alla sterlina.
Chiaramente lo scoppio del North Stream deragliò il Piano EU di ridisegnare gli equilibri in Europa e nel Mediterraneo, ben ricordando che l’attacco a Berlusconi del 2011 avvenne in contemporanea all’attacco a Mubarak e Gheddafi, deposti. Ossia attaccando al cuore l’alleanza nata a seguito del Patto di Camp David (…), un patto contro i poteri vetero-coloniali europei.
E’ un peccato che l’ambasciatore Paolo Fulci non sia più con noi per commentarci gli eventi.
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Il team di questo sito negli ultimi 2 anni e mezzo ha speso ore di interventi, chiamate, interviste, colloqui privati per spiegare agli amici americani ciò che stava succedendo. E che era nell’interesse USA stare con l’Italia, perchè se cadeva Roma cadeva a termine anche anche la strapotenza USA nel Mediterraneo e dintorni.
Possiamo oggi dire che forse qualcuno ci ha ascoltato (…).
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Ieri c’è stato l’epilogo
Il giorno dopo la conferma che la Germania non avrebbe più finanziato la transizione verde, ossia cancellando le sovvenzioni non solo per le auto elettriche ma anche per gli edifici, le pompe di calore ecc., in forza dell’emersione (nessuno sa con quali documenti e dove siano stati reperiti) del buco gigantesco nei conti statali tedeschi nascosto dai governi precedenti a quello di Scholz in Germania, buco con cui si finanziava il Green sforando clamorosamente i i parametri EU (notizia non a caso TOTALMENTE taciuta dai giornali e dai media italiani, parlo della notizia della cancellazione delle sovvenzioni Green in Germania: sono tutti in torta col green EUropeo ormai, in primis politici locali ed editori dei media, ndr), ecco che scoppia la cd. “bomba atomica”.
Viene fuori, di sera, un articoletto sul Sole 24 Ore (con noi in trepidante attesa), in cui si confermava che un senior member della FED di Dallas, è stato eletto nel direttorio della Banca d’Italia su nomina di Panetta, come vice direttore generale. All’unanimità.
Spero capiate: un membro della FED, quella che stampa dollari alla bisogna, valuta di riserva globale, è oggi dentro la Banca d’Italia.
Suvvia, diciamolo, a Roma ormai in molti sanno che l’EU è finita e che l’euro è un morto che cammina. Infatti, anche a seguito del buco dei conti, la Germania dovrà in qualche modo cercare di finanziare progetti lasciati a metà, i tedeschi non sono fessi come gli Italiani. Dunque nelle carte c’è che in qualche modo la Germania si emancipi da detti parametri austeri EUropei.
Ossia, la Germania è pronta, alla bisogna a tornare al marco. BANG!
Il problema che ha sempre bloccato tale epilogo non è la fine dell’euro in se stessa, ma che nessuno sapeva come avrebbero fatto i paesi soprattutto europeriferici a non farsi travolgere dalla speculazione sui propri titoli di stato.
Bene, grazie all’America, oggi, l’Italia non ha più di tali problemi: un membro della FED in Banca d’Italia permetterà la gestione della transizione.
Al limite stampando dollari a garanzia. Ovvero dollarizzando momentaneamente i BTP per permettere all’Italia di uscire dall’euro. Nel mentre la Germania potrà comprare gas dalla Russia, ormai in unità d’intenti con Washington da qualche mese, ovvero da quando Putin ha iniziato a straparlare pubblicamente (…).
Ma solo gas quotato in dollari. E senza euro a supporto tedesco, ossia senza permettere a Berlino un contemporaneo artefatto indirizzo della valuta tedesca – ossia EUropea – con velleità egemoniche a livello globale (…).
Tale piano è di lunga scadenza: noi abbiamo già da tempo gettato il sassolino nello stagno, evidenziando che i tassi dei paesi atlantici del Patto di Camp David, USA, UK, Canada, Israele, Italia sono quasi precisamente gli stessi. Ed anche quelli del Marocco tutto sommato.
Si intuisce che, a parità di tassi di interesse, la gestione di una eventuale transizione per il ritorno alla lira, nei piani atlantici di farla diventare parte del blocco del dollaro, non sarebbe un problema.
A patto di avere un forte e rapido affiatamento con la FED, da attuare nottetempo.
Ecco, da ieri, con l’avvento della dr. Chiara Scotti in Banca d’Italia, Lei membro apicale della FED di Dallas, possiamo dire che ci siamo.
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La Francia cerca di reagire alla batosta in arrivo
La prova del nove se ci pensate l’abbiamo avuta lo stesso giorno della notizia sulla Banca d’Italia, quando Iliad ha gettato “la bomba” di voler comprare – fallito l’attacco a Telecom Italia – Vodafone Italia (basata nella “Remainer” Londra, ndr); ossia fondendola con la francese Iliad
->Tradotto: dandosi – come Francia – la possibilità di controllare le comunicazioni degli italiani.
E’ infatti noto che Parigi è il vero paese che uscirà sconfitto dall’epilogo finale dell’EU.
Dunque Parigi deve cercare di destabilizzazione a termine dell’Italia, per calciare più in là il sassolino e riprovarci più avanti a fare il takeover italiano. Le telecomunicazioni, per un paese abituato come la Francia a spiare lo straniero, anche l’America (numerosi sono stati gli scandali di tale tipo, ndr), sono un’arma certamente letale.
Ben inteso – parlando agli amici americani – essenziale che tale take over telefonico non arrivi, ben sapendo che la stampa francese parla apertamente del coinvolgimento storico del patron di Iliad, Xavier Niel, coi servizi segreti francesi, vedasi immagine a supporto (LINK).
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Lo spirito di Milei prossimamente in Italia
Resta che, dulcis in fundo, la cura Milei è in arrivo anche in Italia. Per l’Italia.
Si perchè Milei che dollarizza salvando l’Argentina ed il dollaro dalla de-dollarizzazione non era abbastanza, sia per salvare il verdone che per rimettere a posto la facciata del capitalismo, crivellata da troppi scandali innescati dal deep state filo EU e spesso pure esoterico/uso a riti semi-tribali direi poco edificanti (leggasi Davos). E’ infatti lampante che anche una solo temporanea dollarizzazione dell’enorme debito italiano metterebbe in soffitta per 50 anni almeno ogni velleità di superare il dollaro come valuta di riserva globale.
In tale contesto, lo sottolineamo, il ritorno del merito è necessario in Italia. Ovvero anche con la squalifica di tutte quelle teste ipoteticamente pensanti che devono la loro posizione, spesso lì a fare ingenti danni, ad affiliazioni e non a capacità specifiche. Sia in ambito management che di politica.
Milei indicherà la strada anche a Roma, abbiate pazienza.
MD
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Image: Source, FED Dallas (LINK)