Sgombriamo il campo da ogni dubbio: la conquista dell’Ucraina, ovvero delle sue risorse primarie (di cui la landa a est del Dniepr è ricchissima) è questione di sopravvivenza sia per l’EU che per l’Europa veterocoloniale.
Tanto che Londra, con la sponda di Parigi, ha giù fatto un accordo col traditore degli Ucraini, Zelensky, per lo sfruttamento per 100 anni delle risorse primarie in loco.
Chiaramente Zelensky è sostenuto da Parigi e Londra: anche se decaduto da tempo al governo di Kiev, Zelensky rifiuta le elezioni e resta a capo della povera landa che a breve verrà travolta dai russi, questione di qualche settimana. Non molla la cadrega il dittatore ucraino, è palese: vedremo quanto tempo durerà la sua permanenza al potere.
Londra, disperata, ha già mandato tutti gli armamenti possibili in loco, tutta vecchia ferraglia superata: come ben spiegano vari canali internet, alcuni verificati da corrispondenti italiani, citiamo:
🇬🇧🇺🇦 📌⚡️Il Ministero della Difesa del Regno Unito ha riferito di aver trasferito in Ucraina tutti i restanti obici semoventi AS-90 da 155mm — un totale di 99 unità — insieme a 168 veicoli da ricognizione da combattimento CRV(T), 54 obici trainati L119 e 28 cannoni semoventi M109A2 e A4BE equipaggiati con cannoni M185.
La balistica di questi cannoni calibro 39 non consente il lancio di proiettili assistiti da razzo da 155mm. Ciò significa che i cannoni semoventi “Giatsint-K” e gli obici cannone “Giatsint-B” con le nuove munizioni guidate “Krasnopol-M2” e “Krasnopol-D” possono superare questi sistemi nei duelli controbatteria.
Alcuni degli AS-90 semoventi potrebbero essere della versione “Braveheart” con cannone a canna lunga calibro 52, capace di sparare proiettili di tipo V-LAP a distanze fino a 56 km.
Il terreno della steppa del fronte di Zaporizhzhia è il più difficile, poiché non ci sono molti luoghi dove nascondere i sistemi dai droni da ricognizione e dai droni d’attacco tipo Lancet, rispetto ai fronti di Bryansk e Kursk, dove il paesaggio boscoso permette una copertura più efficace dell’artiglieria.
Le linee di attacco russe si concentrano su vari fronti, dove continua l’offensiva attiva delle truppe russe, mentre le Forze Armate ucraine conducono contrattacchi in alcune aree.
1. A nord di Donetsk e nella direzione di Lyman:
2. A nord di Kharkiv:
3. Nella direzione di Shakhove:
4. Direzioni di Myrnohrad e Pokrovske: (Le Forze Armate ucraine continuano con difficoltà a ritirare piccoli gruppi da Myrnohrad, che è praticamente circondato).
5. Direzione Novopavlivske.
Le truppe russe si sono consolidate su diverse posizioni a nord di Dachne e nelle aree adiacenti al confine amministrativo tra le regioni di Dnipropetrovsk e Donetsk a ovest di Kotliarevka. In particolare la cruciale Pokrovsk sembra persa.
Si parla di circa 5000 soldati ucraini circondati dai russi. Una carneficina è attesa se qualcosa non si muove dall’esterno. Ad esempio bombardieri inglesi e francesi a supporto di Kiev.
Ma lì sarebbe guerra di Francia e UK contro la Russia. Auguri.
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Fin qui la cronaca di guerra, nessuno sa davvero quanto fattuale, per inciso.
Quello che sta però certamente succedendo, in inglese chiamasi la “Big Picture“, è che Mosca ormai ha la supremazia aerea , di terra e di mezzi. Anche i mercenari ucraini sembrano essere pochi ormai, per una guerra dove è difficile tornare a casa. Infatti i russi stanno colpendo col mirino le infrastrutture critiche; mentre l’Europa si rifiuta di intervenire, non ne ha i mezzi.
Notate bene: anche dimenticando l’etica, restando al più cinico pragmatismo, l’Europa fa bene a non intervenire a favore di Zelensky visto che l’accordo per lo sfruttamento delle risorse ucraine avvantaggia solo Parigi e Londra.
Tradotto: che le capitali veterocoloniali europee “si aggiustino” da sole.
Quello che succederà nelle prossime settimane, è che l’Europa ex coloniale continuerà ad inviare mezzi, ma tutti obsoleti. Mancano comunque uomini da far combattere in prima linea: infatti Zelensky da un mese circa permette ai ragazzi fino a 22 di andare via dal paese, ovvero mancano uomini. Ed i mercenari non vogliono essere pagati per morire, ma per tornare a casa.

L’accordo di sfruttamento delle risorse ucraine per 100 anni concesso da Zelensky a Londra senza nulla chiedere al suo popolo
Zelensky ricatta l’Europa, chiaro, preparando la sua personale resa, che si “fottano” i suoi finanziatori fino a ieri verrebbe da dire.
Un disastro su tutta la linea insomma.
Nel mentre Tel Aviv – sempre a supporto di Zelensky – sta ottenendo quanto desiderato a casa propria: terra in Palestina e sud del Libano. Oggi Zelensky pro II. ISraele asjkenazita in Ucraina sembra non serva più, va a poco…
Voci al momento non controllate (ma solo al momento) parlano addirittura di fuga prossima ventura di Zelensky dal Paese ormai al collasso; collasso oltre che economico anche militare.

Maduro, forte coi deboli, debole coi forti: “Secondo The Atlantic, Nicolás Maduro sarebbe disposto a dimettersi se gli Stati Uniti gli garantissero l’amnistia e una vita dignitosa da qualche parte nel mondo”
Zelenski in cerca di un buen retiro insomma. Come Maduro (come indicato nelle scorse ore da The Atlantic, Nicolas Maduro, uomo di Davos in Venezuela, sta cercando un accordo per scappare dal Paese del centroamerica, lasciando i suoi generali alla resa al nemico USA, poveracci… rischiano di essere linciati)
Molti soldati che combattono con l’Ucraina a breve verranno lasciati a loro stessi, solo questione di tempo; dunque ecco il motivo della fuga dei mercenari, in corso (…).
Il freddo intenso dell’inverno si attende che devasterà ogni possibilità di reazione ucraina.
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In breve, sembra che stiamo vivendo in Europa il più grande dramma militare, sociale e pure umanitario dal crollo di Berlino del 1945, va a qualche settimana, appena il freddo farà il suo sporco lavoro.
Per inciso, questa guerra deve finire per quanto ci riguarda: Zelensky ha perso, dunque ceda territori. Non c’è scampo. Che si limitino i danni per la popolazione civile. Londra e Parigi se ne facciano una ragione.
MD






