E’ comparsa sulla stampa specializzata svizzera, in particolare sul sito dell’Università di Basilea, questa importante notizia: una ricerca ufficiale dimostra i danni causati dai vaccini mRNA al cuore. Danni “lievi” al 3% circa della popolazione “vaccinata” con siero mRNA, nel caso di Moderna (ma si ritiene anche per Pfizer la cosa non cambi, forse Pfizer causa meno danni in quanto viene iniettato meno principio attivo, sembra, …).
Questa notizia è fenomenale per vari motivi.
Il primo: è forse la prima vota che viene messa in evidenza da una istituzione medica così importante la correlazione coi danni cardiaci, alla luce delle tante (/troppe?) morti improvvise per attacco cardiaco che vediamo sui media.
Fonti svizzere
Il secondo, ben più cogente, è che viene chiarito non tanto che i vaccini non sono stati “messi in discussione“, ma che il danno correlato esiste.
Il terzo motivo, il danno cardiaco: visto che è un muscolo in “eterno movimento” fino al limite della propria esistenza (il cuore, di norma, non si ferma mai per tutta la vita di un uomo), fisicamente ogni danno fisico arrecato tende ad essere non solo difficilmente recuperabile dall’organo ma addirittura amplificato dal fatto che non esiste grande margine di autoriparazione, nel caso, visto appunto il movimento cd. eterno (o meglio, il cuore sembrerebbe avere minore capacità di rigenerazione di altri organi ad es. doppi, considerando che di cuore c’è ne uno solo e non due; dunque non può andare in stand by, questione di fisica, legge di Weibull, ndr).
Infatti, quarto motivo, viene chiarito dai ricercatori che il danno infiammatorio al cuore conduce anche un danno miocardico (cfr. danno cellulare miocardico)(nei termini specificati al titolo dell’intervista, ndr) in una percentuale non irrisoria dei soggetti inoculati col vaccino mRNA citato.
Traduzione della notizia di cui l titolo, in termini comprensibili
La notizia sconvolgente, che chiaramente viene evitato di approfondire, è che i danni eventuali assimilabili al “danno cellulare miocardico” ossia per ipotesi alla miocardite (danni potenzialmente correlabili, dunque, ora, col siero mRNA, sebbene in percentuale reale da verificare col tempo, vedasi oltre) restano di norma nascosti rispetto all’atto specifico iniziale, ossia le inoculazioni e/o dopo l’insorgenza nel nostro caso.
Questo perchè spesso la malattia miocardica tende ad essere non solo difficile da diagnosticare in modo diciamo sicuro, vedasi oltre (…), ma restando nascosta per anni, spesso asintomatica, quanto meno secondo l’evoluzione della miocardite conosciuta, da letteratura medica. Poi, all’atto dell’evento molto spesso fatale, la diagnosi di malattia miocardica viene confermata, di norma con autopsia.
Fonte del grafico: “Long-Term Outcome of Fulminant Myocarditis as Compared with Acute (Nonfulminant) Myocarditis”, NEJM, Robert E. McCarthy, M.D. et al., New England Journal of Medicine
(https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/nejm200003093421003)
Ecco il motivo per cui, base letteratura scientifica consolidata, circa il 50% dei soggetti malati di miocardite hanno un speranza di vita di circa 10 anni; senza magari sapere di essere malati di tale patologia, che è SEMPRE considerata grave (non esiste veramente una miocardite benigna, ndr).
Si fa infatti presente che una diagnosi definitiva di miocardite viene fatta solo con la biopsia, al cuore in movimento; che si preferisce evitare, se non in casi estremi. In calce la traduzione dell’intervista del prof. C. Mueller, dell’Università di Basilea, da noi curata. Per le definizioni vi rimando al paper da noi citato, sopra, ovvero allo studio sulle miocarditi approvato dal “Joint Committee on Clinical Investigation of Johns Hopkins Hospital”. Per la definizione di miocardite ci si rifà ai criteri istopatologici, come da paper citato, di “Dallas” [““borderline” myocarditis (indicated by lymphocytic infiltration without myocyte necrosis) or “active” myocarditis (indicated by lymphocytic infiltration with myocyte necrosis) on biopsy“].
Riassumendo…
Il messaggio che vogliamo qui evidenziare, qui, è che, esistendo ora – sembra, vedasi l’intervista citata – una base di studi concreta che apparentemente dimostra la correlazione tra siero mRNA e insorgenza di fenomeni di infiammazione cardiaca, nel caso con “fenomeni lievi e temporanei” (cfr. “danno cellulare miocardico”, come conosciuto dopo relativamente poco tempo dall’inoculazione, ndr), come specificato nel contesto, tale quadro clinico può condurre nel caso alla miocardite.
Ovvero chiunque sia stato vaccinato, in una percentuale variabile NON irrisoria, potrebbe essere a rischio miocardite, ossia di morte, nei termini/come ipotizzato dagli studi citati (LINK).
Ben notando che la miocardite non si può rilevare con certezza se non con una biopsia, restando nella maggior parte dei casi – base letteratura scientifica citata – una patologia asintomatica fino all’evento spesso infausto (cfr.: “Despite the fact that endomyocardial biopsy has been shown to have a low negative predictive value in the diagnosis of myocarditis,27,28 it has a high positive predictive value“)(emphasis added).
Il problema è che, facendo una stima grossolana sulla base della metrica citata dal prof. Mueller, ca. il 3% dei vaccinati svilupperà danni cardiaci (“danno cellulare miocardico“, come da intervista). Se – tutto da dimostrare – tali danni cardiaci saranno assimilabili alla miocardite, fatto comunque decisamente possibile, in base alla letteratura scientifica proposta, possiamo valutare che ALMENO l’1,5% degli inoculati con sieri COVID (=3%x50% di sopravvivenza stimata a 10 anni in presenza di miocardite, ndr)(visto che la maggior parte dei casi di miocardite di norma restano asintomatici, per definizione) non sopravviverà più di 10 anni.
Ossia entro 10 anni avremo/avremmo circa, come stima grossolana, seguendo la stima proposta dall’intervista sopra e dal paper citato (LINK), sulla base di ogni miliardo di soggetti inoculati con siero COVID mRNA, ALMENO 15 milioni di circa di morti in eccesso da siero COVID.
Ovvero, sulla base di una stima di c. 3,3 miliardi di persone inoculate con sieri mRNA nel mondo, applicando la stessa metrica, possiamo attenderci ALMENO (circa) 50 milioni di morti in eccesso a causa dei danni miocardici da siero COVID mRNA.
Questione di matematica.
Che poi i test di sicurezza preventivi effettuati sui sieri COVID siano stati portati avanti ad es. dall’EMA NON in modo standard/canonico rispetto a quanto fatto da decenni, per ammissione della stessa EMA, vedasi sotto, ossia correndo un rischio sovrapponibile a quello della talidomide (ma alla settima potenza come incidenza, ndr), potrebbe deporre molto male per chi dovesse venire nel caso giudicato come responsabile degli effetti eventualmente nefasti di detti sieri (…).
Resta che, come emerge dall’intervista, soprattutto per quanto riguarda le vaccinazioni COVID sui bambini, le stime preventive degli eventuali danni cardiaci da vaccino sembrano carenti se non addirittura assenti. Un problema grave e cogente, che rischia di trasformarsi in criminale (vedasi caso talidomide, ndr).
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Danno miocardico lieve e temporaneo dopo la vaccinazione di richiamo
Vorübergehende milde Herzmuskelzellschäden nach Booster-Impfung
del 9.11.2022, Unibas.ch, fonte:
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Le cause non sono ancora chiare, ma in poco meno del 3% dei vaccinati si riscontra un lieve danno temporaneo alle cellule del muscolo cardiaco, che può essere rilevato solo con metodi molto sensibili.
Un team di ricerca interdisciplinare dell’Università di Basilea e dell’Ospedale Universitario di Basilea ha studiato gli effetti della vaccinazione di richiamo Covid-19 sul muscolo cardiaco. I danni lievi e temporanei sono più comuni di quanto si pensasse in precedenza, secondo le loro scoperte, che tuttavia non sono ancora state sottoposte alla revisione di una rivista scientifica. In un’intervista, il cardiologo Prof. Dr. Christian Müller classifica i risultati.
Signor Müller, molte persone stanno attualmente valutando se vaccinarsi nuovamente contro la Covid-19. Uno studio da te condotto solleva nuovi interrogativi sulla vaccinazione di richiamo ripetuta. Puoi riassumere i punti più importanti?
La nostra attenzione si è concentrata sugli effetti rari ma rilevanti del primo booster Covid sulle cellule del muscolo cardiaco. Finora questo fenomeno è stato solo osservato passivamente e non cercato attivamente. Quindi c’erano solo dati relativi a casi gravi di infiammazione del muscolo cardiaco, soprattutto in uomini giovani, che dovevano essere trattati in ospedale. La nostra domanda era quanto spesso i danni alle cellule del muscolo cardiaco si verificano effettivamente dopo il richiamo di Covid. A tal fine, abbiamo misurato un marcatore chiamato “troponina cardiaca” nel sangue dei dipendenti dell’ospedale universitario tre giorni dopo il richiamo. Se la quantità di troponina cardiaca sale al di sopra dell’intervallo normale, ciò indica un danno alle cellule del muscolo cardiaco. Volevamo anche scoprire quanto dura il danno. (Nota dell’editore: per maggiori informazioni sullo studio, vedi il riquadro contestuale).
E qual è stato il risultato?
Abbiamo riscontrato livelli elevati di troponina cardiaca in una percentuale di persone vaccinate superiore a quella prevista. Dalla precedente osservazione passiva di casi gravi, si era concluso che su 1.000.000 di persone vaccinate, circa 35 avrebbero sviluppato una miocardite. Nel nostro studio, abbiamo trovato prove di danni lievi e transitori alle cellule del muscolo cardiaco in 22 dei 777 partecipanti, cioè nel 2,8% invece dello 0,0035% previsto. Quindi c’è un lieve danno alle cellule muscolari cardiache in poco meno del 3%, che non deve essere sopravvalutato, ma nemmeno ignorato.
Ha detto temporaneo: quanto dura il danno e quanto è pericoloso?
Devo sottolineare che stiamo parlando di effetti lievi. I sintomi possono essere mancanza di respiro, affaticamento, forse pressione sul petto, ma come ho detto, piuttosto lievi e non specifici. Nei partecipanti allo studio con livelli elevati di troponina cardiaca, abbiamo effettuato ulteriori indagini. Il giorno successivo, ovvero il quarto giorno dopo la vaccinazione, i valori della troponina cardiaca sono tornati nella norma in circa la metà delle 22 persone colpite. Questo marcatore è estremamente sensibile; con altri metodi, come la risonanza magnetica, non saremmo stati in grado di rilevare alcun danno al muscolo cardiaco, poiché questo diventa visibile solo quando il danno è da tre a cinque volte maggiore.
Fa differenza se si è già guariti prima della vaccinazione di richiamo?
Sulla base dei dati finora disponibili non è possibile fare alcuna dichiarazione in merito.
A confronto: Quale percentuale di persone infettate da Corona subisce danni alle cellule del muscolo cardiaco a causa del virus?
Non sappiamo nemmeno questo. È noto che i corsi più gravi possono danneggiare anche il muscolo cardiaco, ma questo aspetto non è stato ancora studiato sistematicamente sulla base della misurazione della troponina cardiaca, molto sensibile. Nella migliore delle ipotesi, si dovrebbero misurare anche i valori della troponina cardiaca prima della malattia e poi durante la malattia.
“Quindi c’è un leggero danno alle cellule del miocardio in poco meno del 3%, che non deve essere sopravvalutato, ma nemmeno ignorato.”
Esiste un’ipotesi su come si verifica il danno alle cellule del muscolo cardiaco?
Sorgono molte domande: è un effetto collaterale della risposta immunitaria a scatenare il danno? La tecnologia dell’mRNA gioca un ruolo importante? O componenti specifici del coronavirus che vengono utilizzati per l’immunizzazione? Questo aspetto deve essere analizzato in ulteriori studi. Nel nostro studio abbiamo preso in considerazione solo il vaccino Moderna perché era l’unico disponibile all’epoca. Altri studi suggeriscono che i danni alle cellule del muscolo cardiaco sono meno frequenti con il vaccino di Pfizer/Biontech. La differenza potrebbe anche essere dovuta alla quantità di mRNA utilizzato. Il vaccino Moderna conteneva una quantità maggiore di mRNA, soprattutto nella seconda dose, e poteva quindi essere più efficace, ma poteva anche causare più effetti collaterali.
Sembra che sia dovuto all’mRNA?
Non necessariamente. Più mRNA significa più proteine virali e quindi una risposta immunitaria più forte. Quindi non possiamo ancora dire se sia la dose più elevata di mRNA o la risposta immunitaria più vigorosa a promuovere il danno.
Finora si pensava che i giovani uomini fossero il gruppo più frequentemente colpito. Questo è stato confermato dai suoi dati?
Finora, come ho detto, ci siamo occupati di casi gravi che sono finiti in ospedale. Se analizziamo i dati relativi ai casi lievi, notiamo questo effetto più spesso nelle donne che negli uomini, e non solo nelle persone più giovani.
“Siamo anche esposti a infezioni naturali, corona o influenza, che possono danneggiare il muscolo cardiaco.”
Quanto sono gravi questi effetti – come dice lei – lievi?
Siamo anche esposti a infezioni naturali, corona o influenza, che possono danneggiare il muscolo cardiaco. Tuttavia, dobbiamo tenere conto degli effetti nella valutazione dei rischi e dei benefici, soprattutto per le persone più giovani, ma è difficile basarsi sui dati attuali. Secondo le conoscenze attuali, il muscolo cardiaco non può rigenerarsi, o al massimo solo in minima parte. È quindi possibile che le vaccinazioni annuali provochino danni lievi. In base all’aumento degli eventi cardiovascolari durante e poco dopo un’infezione da corona, dobbiamo presumere che la malattia comporti effetti dannosi più gravi sul cuore. Esistono prove concrete di quest’ultima ipotesi.
Come valuta la situazione della vaccinazione Covid 19 nei bambini?
Anche in questo caso non ci sono quasi dati. Uno studio tailandese ha analizzato l’effetto della vaccinazione di richiamo sul muscolo cardiaco negli adolescenti ed è giunto a conclusioni simili a quelle da noi raggiunte negli adulti. Nei bambini più piccoli, semplicemente non lo sappiamo ancora. Né quello che fa la vaccinazione né quello che fa la malattia alle cellule del muscolo cardiaco.
I pazienti cardiovascolari sono tra i gruppi per i quali è raccomandata la vaccinazione. I nuovi risultati cambiano questa raccomandazione?
No, la raccomandazione rimane la stessa. Questi gruppi hanno un rischio maggiore di corsi gravi con gravi conseguenze per la salute. L’elevato beneficio di una forte protezione vaccinale per questi gruppi è fuori discussione.
“Senza questo sviluppo, i danni causati dalla pandemia sarebbero stati di diversi ordini di grandezza superiori. I vaccini hanno salvato milioni di vite.”
Una parte della popolazione è ancora scettica nei confronti del vaccino a base di mRNA perché non è stato testato a sufficienza. Hanno ragione?
Non direi proprio. La tecnologia di vaccinazione con mRNA è uno sviluppo fantastico. L’efficace protezione fornita dai vaccini Moderna e Pfizer/Biontech è stata una sensazione medica. Senza questo sviluppo, i danni causati dalla pandemia sarebbero stati di diversi ordini di grandezza superiori. I vaccini hanno salvato milioni di vite.
Quali sono le domande aperte sulla vaccinazione che ritiene più urgenti?
Come ho detto, non conosciamo ancora il meccanismo con cui il vaccino di richiamo danneggia esattamente le cellule del muscolo cardiaco. Se lo sapessimo, potremmo ottimizzare ulteriormente i vaccini in modo che garantiscano un’efficace protezione vaccinale, ma nel migliore dei casi non danneggino il muscolo cardiaco. La palla torna ora nel campo dei produttori di vaccini. In futuro, dovranno tenere conto anche del fenomeno del danno alle cellule del muscolo cardiaco nel testare la sicurezza dei vaccini di richiamo.
Cosa consiglia a chi, nonostante tutto, vuole rinfrescare la propria protezione vaccinale per l’inverno?
Esiste già la raccomandazione di non praticare sport nei primi giorni dopo la vaccinazione. Questo ha certamente senso per non sottoporre il muscolo cardiaco a ulteriori sforzi durante questo periodo e per non aggravare il danno. Tuttavia, va detto che non è ancora stato scientificamente provato che lo sport peggiori i danni. Purtroppo non disponiamo ancora di farmaci o metodi per prevenire eventuali danni alle cellule del muscolo cardiaco dopo la vaccinazione.
Test per i danni al muscolo cardiaco dopo il richiamo della vaccinazione
I ricercatori guidati dal cardiologo Prof. Dr. Christian Müller, dall’infettivologo Prof. Dr. Manuel Battegay, dal medico dello staff Dr. Florian Banderet-Uglioni, dal cardiologo PD Dr. Philip Haaf e dall’immunologo PD Dr. Christoph Berger sono stati coinvolti nello studio. Hanno partecipato 777 dipendenti (di cui 540 donne) dell’Ospedale Universitario di Basilea che volevano aggiornare la loro protezione vaccinale con una terza vaccinazione nel dicembre 2021 e all’inizio del 2022. Christian Müller ha recentemente presentato i risultati al Congresso della Società Europea di Cardiologia a Barcellona.
Il terzo giorno dopo la vaccinazione, i ricercatori hanno analizzato il sangue dei vaccinati per verificare la concentrazione del biomarcatore troponina, che è legato al danno delle cellule del muscolo cardiaco: Più le cellule del muscolo cardiaco muoiono, più il livello di troponina cardiaca aumenta. In 22 (cioè il 2,8%) di essi, i ricercatori sono stati in grado di rilevare valori superiori alla norma, di cui 20 donne e 2 uomini. La percentuale di donne che hanno mostrato danni alle cellule muscolari cardiache dopo la vaccinazione di richiamo è stata del 3,7%, mentre quella degli uomini è stata solo dello 0,8%. Il giorno 4, i valori della troponina cardiaca erano di nuovo nella norma nella metà delle donne e in entrambi gli uomini.
Fonte: https://www.unibas.ch/de/Aktuell/News/Uni–Research/Voruebergehende–milde–
Herzmuskelzellschaeden–nach–Booster–Impfung.html
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