Le cose apparentemente folli in Italia, anzi specialmente a Roma, nascondono sempre qualcosa di perfettamente logico.
Oggi, direi incredibilmente, Cingolani si offre gratis al nuovo ministro, lo stimato Pichetto Fratin. Ripeto, gratis. A parte che il lavoro va sempre remunerato, a casa mia almeno, poco o tanto che sia, verrebbe da dire che “aggratis” a questo mondo non c’è nulla: nel caso del ministro uscente bisognerebbe ad esempio calcolare i danni causati dalla sua eventuale malagestio passata, che dite?
Detto questo, introdurre il concetto che il ministro uscente, molto discusso per altro, resti come consulente significa che non si vuole che il ministero attuale, ossia Giorgia Meloni che ci mette la faccia, possa avere contatti, dialoghi, ragioni, argomenti che vengono da fuori del circuito di palazzo. Ossia tenenddo conto solo degli argomenti targati Mario Draghi.
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Tradotto:
forse qualcuno vuole evitare che il Governo Meloni ragioni con la sua testa. Circa la stessa cosa che venne fatta per Salvini: un “cordone informativo attorno di lui” agli Interni per evitare che il panzer leghista ricevesse fonti alternative alle verità di palazzo (ma con Salvini era molto più facile, …).
Diciamo che Salvini, post alcuni eventi all’inizio del suo mandato, rileviamo dalle cronache del tempo, cambiò atteggiamento verso il sovranismo, lo abbiamo notato tutti (…). Idem dopo la relazione con una sua fiamma precedente (…).
Giorgia Meloni riteniamo invece manterrà la sua innata vena patriottica. Ma se non saprà districarsi in logiche a lei aliene, a esempio energetiche, farà la fine della trota che abbocca all’amo in una riserva di pesca: quando sarà il momento verrà pescata fuori.
Dunque – vista da chi tifa per lo status quo (ossia non per risolvere i problemi) – Giorgia Meloni sarà/è vieppiù importante renderla sterile nelle sue decisioni strategiche, ossia dalla reale comprensione degli eventi. Altra cosa sono le soluzioni, che sapete qui non diamo, per scelta (ce le brucerebbero, ndr). Dunque ci limitiamo a fare le pulci alle decisioni altrui.
Ovvero, come non avemmo dubbi a dire che andare a cercare il gas in Congo, come prima meta del duo Di Maio+Cingolani, ripeto in Congo, una fesseria, guardate la cartina, oggi diciamo che di fesserie che non si vogliono vedere/affrontare ce ne sono troppe. Fesserie che stanno affossando il Paese.
Ad esempio ci chiediamo se Giorgia Meloni abbia capito cosa è successo al North Stream+Bang, la genesi, un’esplosione che ha letteralmente salvato l’Italia dal piano nichilista di matrice EU, che voleva mettere in ginocchio la Penisola.
Ritorniamo ai grafici del TTF gas per ribadire che il picco del gas TTF c ‘è stato il 26.9.2022, ossia a seguito del North Stream Bang.
La discesa successiva del prezzo è perfettamente illogica visto che con la fine del North Stream mancano all’appello almeno 50 bcm/yr di gas in arrivo dalla Russia. Ossia il prezzo del gas al TTF è stato manipolato al ribasso dagli stessi che prima si approvvigionavano grazie al North Stream
E che dopo l’esplosione hanno necessitato invece di gas a basso prezzo, per il gas che non arrivava più.
Che poi sono gli stessi che sono azionisti del North Stream, ovvero Francia e Germania …
TTF spot price, EUR/MWh
Se poi vi pare strano che del gas fluisca nelle pipeline, nel caso, senza nomina, sappiate che è prassi anche nelle regole internazionali permettere flussi da non dichiarare in caso di transitori di flusso, o durante fasi di test del collegamento. Valeva ad esempio anche nell’elettrico, per anni, nel periodo pre- phase Shifter, ad esempio alla frontiera Italo-Francese: quanta energia fu importata così? Forse decine di terawattora, ai tempi?
Appunto.
MI permetto solo di aggiungere che, per chi lato italiano ancora si lamenta dell’esplosione del North Stream, si sappia che proprio a seguito di tale esplosione – i dati sono lì a dimostrarlo – c’è stato il crollo del prezzo del gas al TTF.
Ossia, gli italiani che ancora si lamentano del North Stream Bang, così lo chiamiamo ormai, o non riescono a capire che proprio grazie a tale esplosione, salvifica per l’Italia, i prezzi del gas sono scesi in Europa, andando contro ogni logica fisica (visto che ci sono, come futures, almeno 50 bcm/yr di gas in meno in EU, ndr)(appunto, trattasi di manipolazione, degli stessi che erano interessati al gas importato col North Sream). O costoro sono in realtà d’accordo coi potentati EU che vogliono affossare l’Italia, rendendola inerme e sottomessa all’EU.
Ciò vale soprattutto oggi che Giorgia Meloni, non il suo Governo (che in gran parte è governo ex Draghi, da qui il Draghi II, nei fatti), ci mette la faccia in primis con gli americani.
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Si, perchè forse andrebbe aggiunto che numerosi ministri del governo Meloni in realtà erano i primi pasdaran pro-EU del governo Draghi.
Tutto quanto sopra ci fa deporre per il fatto che, come diremo chiaramente agli amici americani, il governo attuale – ESCLUSA GIORGIA MELONI – rischia di essere solo di facciata pro rafforzamento del rapporto italo-atlantico. Ma in suo seno restano malcelati avatar pro EU franco-tedesca. Ben sapendo che all’inizio gli USA – al di là dell’atlantico tendono a fidarsi, all’inizio – vengono generalmente presi per il naso, soprattutto a Roma, finchè non si cd. incazzano.
Resta la considerazione finale, quasi un epitaffio, in attesa delle Midterm USA:
C’è solo una cosa peggiore di un governo italiano Pro- Reset/Davos: un governo italiano con radici che furono fasciste che sia pro Reset/Davos.
Ci chiediamo dunque, ad esempio, se Giorgia Meloni abbia capito cosa è successo al North Stream Bang: chi ha salvato l’Italia dal piano nichilista targato EU?
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In tutto questo la nostra lealtà al governo Meloni non viene meno, oggi, anzi è addirittura rafforzata. Ma in realtà trattasi di lealtà fino a prova contraria, non a prescindere.
Noi siamo infatti – dovendo scegliere, e dobbiamo farlo, oggi– per il nesso atlantico, senza se e senza ma.
Tale nesso atlantico prima o poi dovrà fare giustizia di una rappresentanza falso-governativa, ovvero celata in governi che rischiano di essere atlantici solo nell’etichetta oltre che con chi ci mette la faccia (Giorgia Meloni, Lei certamente atlantica); mentre invece sono pro- EU franco-tedesca nell’operatività. La stessa entità, l’EU ex Vichy, che nei fatti punta prima di tutto a cancellare Yalta, visto che Berlino e Parigi erano di fatto tra i perdenti.
Dunque, bisogna avere chiaro prima di tutto che è proprio l’EU, questa EU, che punta a cancellare lo stesso nesso atlantico di cui si veste Giorgia Meloni, non necessariamente il suo governo. E andando per altro a letto nell’intento nichilista dell’atlantismo con la Cina…
Speriamo di essere stati abbastanza chiari. Non è difficile da capire, ormai.
MD