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Home » La collaborazione tra Russia e Cina serve non solo a “frenare” l’aggressività americana, ma è anche molto importante per la creazione di un “ordine mondiale multipolare”

La collaborazione tra Russia e Cina serve non solo a “frenare” l’aggressività americana, ma è anche molto importante per la creazione di un “ordine mondiale multipolare”

Franco Leaf by Franco Leaf
2 Agosto 2021
in Generale
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Glenn Diesen per RT.com

Un errore comune dei commentatori occidentali è di archiviare la nascita della collaborazione strategica tra Russia e Cina come un mero “matrimonio di convenienza”, volto a contrastare le ambizioni di conquista degli Stati Uniti.

Russia e Cina: collaborazione strategica o matrimonio di convenienza?

Pertanto, gli analisti si aspettano che, dopo secoli di reciproco sospetto e con una Cina che continua a crescere, si riaccenda la rivalità tra i due colossi e che avvenga il tanto sperato “divorzio”, nonostante il temporaneo avvicinamento.

La loro comune opposizione agli Stati Uniti ha difatti rafforzato la loro collaborazione.  

Ma la storica, reciproca sfiducia (giunta alle asimmetrie nella gestione del potere in eurasia) dovrà essere in qualche modo gestita.

Per Pechino, tuttavia, Washington non è la nemesi di Mosca — piuttosto, è il blocco eurasiatico che sarà organizzato in una macroregione nel cui ambito le esigenze russe saranno rispettate.

La Russia sa che un ordine multipolare non è possibile senza una Cina forte.

Dopo il supporto occidentale al colpo di stato del 2014 in Ucraina, la Russia ha posto fine ai suoi trecento anni di relazioni con l’Occidente, abbandonando le ambizioni d’integrazione, tipiche delle sue politiche post Guerra Fredda.

La Russia ha rinunciato alla volontà di relazionarsi col blocco europeo, spostando la sua attenzione verso la grande regione eurasiatica, avanzando anche l’idea di un’integrazione economica.

Al centro di quest’iniziativa strategica c’è la collaborazione con la Cina.

La vecchia strategia del mondo unipolare e il costante contenimento della Russia

Dopo la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno adottato una strategia di sicurezza basata sul dominio globale.

Questo modello è stato giustificato dalla difesa dell’“ordine liberale”, per il bene comune del mondo, nell’ambito della dominante teoria della stabilità.

Due mesi dopo il collasso dell’Unione Sovietica, trapelarono alcuni documenti strategici del Pentagono, i cosiddetti “Defence Planning Guidance” (DPG), che descrivevano una strategia di sicurezza basata sul dominio globale.

Sicurezza e stabilità fondate sulla prevenzione della nascita di ogni possibile futuro rivale.

I DPG promuovevano l’utilizzo dei missili per minare le capacità di un contrattacco nucleare russo, distruggendo le fondamenta della parità nucleare e identificando la Russia come “l’unica potenza nel mondo in grado di abbattere gli Stati Uniti”.

Nel 2002, la strategia di sicurezza americana — volta al dominio globale — venne formalizzata nella “US Security Strategy”.

La pace mondiale dipendeva dall’esclusione di qualsiasi altra potenza in grado di competere con gli Stati Uniti.

La prima frase tratta dai documenti recentemente declassificati sulla strategia americana nella regione Indopacifica, in maniera molto simile ai DPG recita: “Come mantenere il primato strategico americano”.

L’unipolarismo è pericoloso perché l’obiettivo finale è l’accentramento del potere. In pratica, l’opposto della sicurezza.

Il suo raggiungimento attraverso il dominio globale è pericoloso perché crea i presupposti per un contesto conflittuale, teso a marginalizzare gli avversari e a mantenere in un rapporto di dipendenza gli alleati.

I pianificatori strategici americani vedono cinicamente le tensioni nella regione dell’Himalaya come un’opportunità per portare l’India nell’alveo degli Stati Uniti — e per distrarre la Cina dal Mar Cinese Meridionale.

L’egemonia americana sull’Europa fa affidamento sulla NATO.

In effetti, dopo la fine della Guerra Fredda, l’esistenza di questa struttura internazionale è giustificato solo dalla volontà di creare alleanze militari attorno ai confini russi.

Gli Stati Uniti, usando questo modello egemonico, paradossalmente difendono i propri alleati da sé stessi.  

Il blocco eurasiatico e un nuovo ordine multipolare

L’obiettivo russo di stabilire un ordine multipolare non è possibile senza una rapida ascesa della Cina.

Inoltre, la Cina non ha interesse nel far naufragare la sua collaborazione con la Russia. Sarebbe infatti conveniente, per quel Paese, accogliere la Russia sovrana all’interno di un ordine multipolare.

La Russia e la Cina hanno una visione diversa dell’integrazione eurasiatica, ma è anche vero che esistono vantaggi comuni.

Nessuna configurazione geopolitica è possibile senza una reciproca cooperazione.

Conseguentemente (anche se in certi ambienti la Cina si trova in competizione con la Russia), Pechino sta compiendo degli sforzi enormi per avvicinarsi a Mosca.

Questo fatto è in aperta contraddizione con il modello unipolare che ha per obbiettivo isolare la Russia.

I russi possono senz’altro accettare che la Cina sia economicamente più potente perché, in un sistema multipolare, generalmente gli equilibri si aggiustano da soli.

Se il ruolo di una Russia sovrana in Europa è stato fortemente contrastato dall’Occidente, il grande blocco eurasiatico accetterebbe di buon grado le politiche estere di Mosca.

Altre Potenze eurasiatiche condividono gli stessi obiettivi della Russia e vogliono che il Paese mantenga la sua indipendenza nell’ambito di un sistema multipolare.

L’ovvia ragione è per prevenire che la Russia, da fulcro dell’Asia, diventi un mero strumento della Cina.

Il Giappone, ad esempio, sta avvicinandosi alla Russia per rafforzare i suoi rapporti economici.

Un’eccessiva dipendenza russa dalla Cina rappresenterebbe una sfida, perché Mosca mantiene una posizione neutrale nei confronti della rivalità tra Cina e Giappone.

Anche l’India sta costruendo una connessione più stretta con la Russia, per assicurarsi che Pechino non abbia troppa influenza su Mosca.

L’Occidente vorrebbe avvicinarsi alla Russia ma la sua politica unipolare, in un mondo multipolare, è puro autolesionismo.

A dire il vero, sia la Germania che la Francia hanno capito che, spingere la Russia tra le braccia della Cina, non farà altro che indebolire la posizione dell’Europa.

Anche gli Stati Uniti trarrebbero vantaggio a cessare le ostilità: Washington potrebbe accogliere la Russia nel blocco europeo e anche supportare l’Unione Economica della regione Eurasiatica per frenare l’influenza cinese sull’Asia Centrale.

Ma gli Stati Uniti hanno scelto l’opzione unipolare che ha portato a una collaborazione strategica tra Russia e Cina con caratteristiche anti-americane anche, se all’inizio, non si basava su questo sentimento.

Il mutamento dello scacchiere geopolitico ha fatto in modo che la Russia e la Cina intensificassero i loro rapporti creando un blocco eurasiatico fondato su un modello multipolare.

*****

Link: https://www.rt.com/russia/517286-china-partnership-world-order/

Scelto e tradotto da l’Alessandrino

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