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Home » Una prima analisi dell’accordo EU del Governo per il Recovery Fund: bene i ca. 90 mld € a fondo perduto. E bene non si firmi il MES ma….

Una prima analisi dell’accordo EU del Governo per il Recovery Fund: bene i ca. 90 mld € a fondo perduto. E bene non si firmi il MES ma….

mittdolcino by mittdolcino
27 Marzo 2022
in Crisi Italia, Euro Crisis, EUropa, ITALEXIT, Stato ed Istituzioni
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… ma i soldi “concessi” dall’EU sono troppo pochi e verranno erogati solo dal prossimo anno, a meno di informazioni che non sono disponibili ad oggi. Bene invece i ca. 90 mld € a fondo perduto; senza senso invece i ca. 125 mld € di prestiti che faranno diventare l’Italia come la Grecia.

Ricordo infatti che il ceppo italiano del virus da cui questa immane tragedia economica deriva è stato “importato” dalla Germania, quasi uno scherzo del destino al fine di affossare il Paese per piegarlo alle richieste EU e convincerlo a diventare come Atene (ho imparato a mie spese che poche cose a questo mondo capitano davvero per caso).


Il messaggio certamente positivo e invece che non verrà firmato il MES, checchè una certa stampa finta sovranista ne dicesse: confermiamo dunque, il MES NON è stato firmato (ciao Borghi). Parimenti abbiamo visto l’Italia battere i pugni sul tavolo ed ottenere un risultato apparentemente buono, facendo intendere che a livello politico Giuseppe Conte sembra abile nelle trattative. Ma ci sono degli importanti distinguo da fare, non è tutto oro quel che luccica, anzi (vedasi sotto la stima degli aiuti a fondo perduto stimati, EU Recovery Fund, firmato ieri, da aggiornare con gli ultimi dati).

Prima di tutto questi soldi arriveranno tardi, nel 2021, senza sapere cosa succederà tra oggi e la data di erogazione (ma facilmente verrà trovato un escamotage). Parimenti i fondi NON sono sufficienti: basti pensare che il PIL scenderà quest’anno di ca. 200 mld €, diciamo il 12%, facendo crescere il rapporto debito PIL almeno di un pari ammontare. In realtà tale rapporto aumenterà di molto più del 12% in quanto la riduzione delle tasse sarà più che proporzionale e saranno messe in cantiere misure di sostegno, che costano. Possiamo dire che già oggi siamo a ca. il 170% nel rapporto debito/PIL proiettato a fine anno. Ossia i soldi dati dall’EU sono solo una pillola per non sentire il dolore ma che di certo non ribalteranno le sorti del Paese, anzi lo renderanno schiavo del debito ad aeternum.

In realtà i veri problemi strutturali dell’Italia ed in parte dell’EU, sono due:

primo, l’Italia nell’euro continuerà a deindustrializzarsi ed impoverirsi, causa competizione fatta dai Paesi frugali a danno della Penisola.

Alla fine questo è il vero motivo per cui è stato dato ieri il “contentino”, per non ammazzare la vacca da mungere, l’Italia. In tale contesto, senza una riforma dell’EU in senso veramente federale e non in senso neo-aristocratico come sta accadendo da lustri, che poi significa neocoloniale e neofeudale, nessun problema verrà risolto in Italia con questa mancetta EU.

Stima evoluzione rapporto debito/PIL in EU post COVID (ottimistica per l’Italia, …)

Il secondo aspetto critico è che l’Italia, che resti o meno nell’euro, va profondamente riformata in quanto così NON sta più in piedi.

Meglio detta, è solo questione di tempo prima che si arrivi alla macelleria sociale; e non si tratterà di lustri ma di uno o due anni, prima che le pensioni ad es. non possano più essere pagate appieno, con tutto quello che ne deriva. Ossia l’Italia che, con la lira, poteva vivere da benestante è finita, non c’è più. Dunque, o si trovano drivers di crescita – in competizione con l’EU, che i drivers di crescita li vuole tenere per i paesi frugali e dominanti – o l’Italia salterà prima socialmente e poi economicamente, almeno a livello formale. Che poi vada a dividersi in tre o più parti sarà un mero corollario di quanto sopra.

Tutto ciò, naturalmente, in un contesto di profonda ebollizione geopolitica globale, unica wild card per l’Italia in grado di correggere “a capocciate” la traiettoria implosiva, sebbene a pena di altri tipi di disagio (…).

Italia. Demografia. In un anno 188.721 residenti in meno. In cinque anni, meno 844.000.

Non vediamo infatti come un paese possa emergere, salvarsi, creare valore, lavoro, benessere in un ambito dove NON viene premiato il merito. Abbiamo scritto ieri come in Italia ci sia ormai il record delle emigrazioni, soprattutto laureati e diplomati che se ne vanno dal Paese, evidentemente per la stessa ragione che vi ho illustrato testè, l’assenza di meritocrazia. Fa specie che il maggior numero di emigrati provenga proprio dalla cd. “evoluta” Lombardia, quasi tutti scolarizzati e laureati. Parimenti fa terrore rilevare che è proprio la Lombardia il luogo dove gli immigrati senza arte ne parte soprattutto provenienti dall’Africa nera vogliono andare a stabilirsi: chi ha partorito questo disastro, soprattutto a Milano e dintorni decidendo scientemente – nei fatti – di restare nella moneta unica per favorire i potentati locali coi patrimoni e gli immobili meneghini denominati in euro, si accorgerà molto presto che non è poi così bello vivere in un paese in implosione economica e sociale. In tale contesto ho il terrore di come verranno spesi detti denari del Recovery Fund EU da parte di una classe politica affarista e troppo spesso corrotta…

Per coloro che invece pensano che la colpa sia solo di un soggetto in particolare per il disastro che verrà, mentre invece ci si doveva affidare al solito Uomo della Provvidenza (con l’ultimo sappiamo come andò a finire, ndr), soggetto chiaramente illetterato – e come potrebbe essere altrimenti, in Italia – rispondo che questa verità preconfezionata va bene per chi non studia nè vuole fare i compiti a casa. Utile giusto per indirizzare l’inevitabile disagio là da venire contro falsi obiettivi- da parte di chi invece ci guadagnerà immensamente da questo immane disastro socioeconomico che si sta cucinando sotto ai vostri occhi, ndr -: lo Stato non funziona più dalla fine della I. repubblica, questa è la verità che in troppi tacciono. E nessuna forza politica, quanto meno primaria, sa nè vuole veramente porci rimedio. Tanto meno la casta politica romana che vive di politica fine a se stessa e di ruoli di Stato, senza spirito di corpo nè senso patriottico (tranne rare eccezioni); gente che non sa il significato di creare valore, puntando solo “a governare”, “al potere”, anche se si tratterà di un paese in macerie.

Passate una buona estate, sarà l’ultima per un bel pezzo.

MD

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

 

 

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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