Redazione: Riceviamo e volentieri pubblichiamo il saggio a seguire, interessante e originale nel parallelo che ci propone.
La furia iconoclasta degli Antifa e dei BLM può essere equiparata a quella dei primi “cristiani”, tesi a imporre il loro credo ai “pagani”?
Esiste un parallelo fra la fine di quella civiltà e i tempi che stiamo vivendo?
La rivolta negli Stati Uniti, l’invasione musulmana dell’Europa, il lassismo della nostra società … possono ricordarci i tempi di Scenute, quelli in cui “non esiste crimine se sei cristiano”?
Certo è che, se lassismo ci fu allora, lassismo c’è anche oggi.
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Grunf per mittdolcino.com
Già da alcuni giorni queste considerazioni mi ronzavano in testa. Il destro per esporle me l’ha dato un lettore che peraltro intendo ringraziare.
Sia chiaro, comunque, che non intendo polemizzare ma solo proporre un triste parallelismo storico.
In un post pubblicato su uno dei forum che frequento, ho segnalato la notizia dell’abbattimento della statua di Cristoforo Colombo in alcune città statunitensi, ad opera del Movimento BLM.
Non che questa furia iconoclasta sia una novità. Le prime avvisaglie risalgono all’estate del 2017 e, anzi, nel Settembre dello stesso anno il Sindaco di New York decise di abolire il Columbus Day perché “discriminatorio” …
Un commentatore mi ha risposto che “sarebbero sufficienti tanti bei schiaffoni patriottici” e che a “Broccolino ci sarebbero tipi tosti disposti a darglieli”.
Credo che sia un peccato d’ingenuità. Quei talebani avrebbero bisogno di ben altro che di un paio di sganassoni, ma credo che non ci sia nessuno disposto a darglieli …
È pur vero che siamo ancora maggioranza e in numero sufficiente per poterci opporre, ma abbiamo perso la forza vitale … non siamo più disposti a rischiare nulla.
Al più, sfoghiamo la nostra rabbia su qualche blog — fin tanto che ce lo permetteranno.
Qualsiasi reazione verrebbe condannata dai media e pesantemente punita dalle Autorità — le stesse che tollerano le violenze e i saccheggi dei BLM.
In questi giorni mi è venuto in mente un parallelo con la situazione dei Pagani che, nel IV° secolo, furono spettatori impotenti dell’ascesa del Cristianesimo.
All’epoca erano ancora maggioranza e lo furono fino al 380, quando Teodosio proibì, sotto pena di morte, la celebrazione dei loro culti.
Anch’essi furono incapaci di organizzarsi contro gli abusi e le violenze dei Cristiani.
Furono spettatori impotenti dell’abbattimento dei loro templi e delle loro statue, della cristianizzazione delle feste e dei luoghi sacri, della distruzione del loro immenso patrimonio culturale2 da parte dei “Talebani ante litteram”che furono i primi seguaci del Cristianesimo.
Ci provò persino un Imperatore a ripristinare gli antichi culti pagani, prima che Teodosio proclamasse il Cristianesimo “Religione di Stato”.
Si tratta di Giuliano, chiamato in modo spregiativo “l’Apostata” (anche se Cristiano non lo fu mai).
Il sogno di restaurare il vecchio mos maiorum venne definitivamente stroncato dalla lancia di un Ufficiale Cristiano della sua stessa guardia, a Maranga (Giugno del 363), come ci ha tramandato Ammiano Marcellino, suo principale biografo3.
Ma, paradossalmente (sottolineo l’avverbio), fu proprio fra i Pagani che le sue riforme incontrarono la maggiore resistenza.
Proprio fra coloro che professavano il culto che l’Imperatore avrebbe voluto favorire — e che li avrebbe protetti dagli abusi perpetrati dai Cristiani.
Questi, viceversa, appena Costantino li portò al potere, usarono sistematicamente la forza per imporre il loro credo, per saccheggiare e radere al suolo i Templi Pagani.
Perché questo breve excursus storico? Perché credo che raramente il mondo abbia vissuto momenti di così folle esaltazione come quelli che caratterizzarono l’ascesa al potere del Cristianesimo.
E’ la stessa furia iconoclasta che sta spingendo i BLM ad imbrattare ed abbattere i monumenti che a loro parere non sono “politicamente corretti”.
Palese il parallelismo fra i fanatici che, guidati dal Vescovo Cirillo, linciarono la sacerdotessa pagana Ipazia assieme ai suoi seguaci5, e le Università che bandiscono dai loro programmi le opere che ritengono scorrette ai fini del BLM.
Difficile pensare che lo svilimento, l’angoscia e il senso d’impotenza che abbiamo provato davanti alle devastazioni dei BLM non siano simili a quelli che provarono i Pagani nell’apprendere la notizia dell’incendio della “Biblioteca di Alessandria”.
Erano consapevoli che ogni tentativo di fermare quei vandali li avrebbe esposti alla dura reazione delle Autorità Romane, esattamente come lo saremmo noi ad opporci alle violenze degli Antifa o dei BLM, in aggiunta allo scherno e alla derisione.
Perché questo parallelismo, saltando a pié pari, ad esempio, il furore ideologico della Rivoluzione Francese, dell’era sovietica o di quella nazista?
Perché, se l’avvento del Cristianesimo portò al cambio radicale (peggiorativo) della mentalità, degli usi e dei costumi di tutto il mondo occidentale, anche il tentativo di far tabula rasa della nostra memoria storica potrebbe essere l’annuncio della definitiva cancellazione della nostra civiltà.
Il preludio all’instaurazione della nuova ideologia (ancor più folle e nefasta del Cristianesimo) che sarà chiamata a governare il mondo nel prossimo futuro.
All’epoca, il Paganesimo aveva esaurito la sua forza vitale e la cosa non sfuggì a Costantino che, infatti, cooptò al potere imperiale i Vescovi Cristiani, pur essendo il Cristianesimo ancora minoritario.
Allo stesso modo, mi chiedo se il nostro sistema di valori non abbia esaurito la sua forza propulsiva e se davvero non abbiamo più la forza di reagire.
Ovvero, se anche noi saremo meri spettatori del nostro declino.
Sic transit gloria mundi
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Note:
1 Teodosio li vietò nel 393, dietro input del vescovo di Milano Ambrogio
2 Si stima che l’80/90 % delle opere dell’antichità classica siano andate perdute con l’avvento del cristianesimo, C. Nixey, “Nel nome della croce”. “La distruzione cristiana del mondo classico”, Bollati Boringhieri
3 I cristiani, per denigrare ulteriormente questa somma figura intellettuale, fecero credere che poco prima di morire avesse pronunciato le parole “Nenikekas Galilaie” (Hai vinto, Galileo); suggerendo malignamente che avesse voluto riconoscere di essere stato punito per aver abbandonato il cristianesimo. In realtà, come riferisce lo stesso Marcellino, prima di spirare, serenamente, fece un’ultimo ispirato discorso.
4 Edward Gibbon, nel suo “Decline and Fall of the Roman Empire”, riferisce dei primi provvedimenti restrittivi adottati nei confronti dei pagani già dopo la morte di Costantino. Rimasti largamente disattesi solo perché i cristiani erano ancora una minoranza.
5 S. Ronchey, Ipazia Rizzoli
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