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Home » Quando un “informatore” non è più un “informatore”?

Quando un “informatore” non è più un “informatore”?

Franco Leaf by Franco Leaf
3 Agosto 2021
in Generale
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Renée Parsons per Off Guardian   

Per coloro ai quali interessa più Donald Trump, l’eredità di Obama e i Partiti Repubblicano/Democratico, piuttosto che lo “Stato di Diritto” e ciò che resta della “Costituzione degli Stati Uniti”, lo scenario che si presenta dovrebbe essere una gigantesca sveglia.

A seguito della denuncia di un “informatore” anonimo [d’ora in poi WB, Whistleblower], presentata contro il Presidente Trump il 12 agosto, lo “House Intel Committee” ha condotto una serie di audizioni a porte chiuse — violando le protezioni previste dal “Sesto Emendamento”, perché facenti affidamento su un WB anonimo.

Immediatamente, quelle udienze si sono trasformate in un’”indagine d’impeachment” che — se non comportasse gravi implicazioni — sembrerebbe più che altro un goffo e rumoroso show, da non prendere assolutamente sul serio.

C’è un retroscena essenziale riguardo l’Ucraina. Ebbe inizio con gli Stati Uniti che nel 2014 guidarono il rovesciamento del suo Presidente, Yanukovic, democraticamente eletto.

Andò avanti velocemente fino al Russiagate, cui fece seguito l’Ucrainagate ed infine l’”indagine d’impeachment” contro Trump, perché avrebbe detto al neoeletto Presidente ucraino Zelensky, nell’ormai famigerata conversazione del 25 luglio, che: “Vorrei che tu scoprissi quello che è successo in Ucraina”.

In poche parole, attraverso il server CrowdStrike [sistema per la sicurezza degli end-point] in possesso degli ucraini, sarebbe possibile risalire al ruolo dei Democratici nel Russiagate.

I Democratici, sotto attacco, stanno ora minacciando le fondamenta costituzionali del paese.

Il 31 ottobre la Camera ha votato l’avvio di un’indagine formale per l’impeachment del Presidente, basata sulle accuse di un misterioso WB, sul quale non c’era alcuna conferma dell’identità — non si sapeva nemmeno se davvero esistesse.

Di solito, la maggior parte dei WB espone orgogliosamente la presunta trasgressione all’opinione pubblica, evidenziando gli atti che meritano di essere conosciuti.

Questo presunto WB, invece, sfugge alla definizione tradizionale di un WB, che spesso ha sperimentato in prima persona i comportamenti sbagliati e che non ha vantaggi personali nel  denunciarli.

L’identità di questo WB è stata protetta dal “Potere Costituito”, che l’ha avvolta nel mistero e nel sospetto, come se avesse timore di un controllo pubblico — nel timore che la sua “verità” potesse sgretolarsi se sottoposta ad interrogatorio.

E’ chiaro che questo WB non ha avuto alcuna esperienza diretta degli eventi, ma solo una conoscenza di “seconda mano” — la sua prova deriverebbe dal mero “ascolto”, così è stato detto.

Questa “prova” sarebbe inammissibile in qualsiasi Tribunale ed allora, perché il “sentito dire” dovrebbe essere permesso, quando l’argomento è così grave da consentire l’impeachment di un Presidente?

Jon Kiriakou, un reale “informatore” della CIA che ha scontato 22 mesi di carcere, ha suggerito che “il WB non sia in realtà un WB, ma un anonimo analista della CIA all’interno dello staff del “Democratic House Caucus”.

Fu questo l’ultimo caso in cui l’identità di un vero WB fu “protetta”.

Non c’è stata alcuna spiegazione sul perché l’identità sia stata tenuta segreta — non solo al pubblico, ma anche ai membri del Congresso, presumibilmente per impedire che i Repubblicani potessero interrogarlo.

[Non ci sono ulteriori informazioni relative al secondo “WB”, che si sarebbe fatto avanti per supportare il primo, anche se resta discutibile il fatto che sia necessario confermare ciò che è già stato rivelato pubblicamente].

Per impedire che il suo nome e la sua storia politica all’interno dell’Amministrazione Obama e del Partito Democratico fossero pubblicamente esaminati, ha perfettamente senso che il “Potere Costituito” preferisca impedire delle pubbliche udienze e tenere nascosta l’identità del WB.

Fin da subito la sua identità sarebbe dovuta essere di dominio pubblico — ed invece c’è voluta “Real Clear Investigations”, un sito Web di notizie alternative, per rivelare pubblicamente quello che nella “campana di vetro” del DC [District Center] era noto già da alcune settimane.

La risposta alla domanda del titolo è che questo WB, nella realtà, è un lacchè molto ben collegato ai Democratici, oltre che un Agente della CIA.

Si tratterebbe, in effetti, di un 33enne Analista della CIA di nome Eric Ciaramella — un superstite della Casa Bianca di Obama, impiegato al “National Security Council” fino a metà del 2017.

Di conseguenza, ha profondi legami con l’ex Vicepresidente Joe Biden, con l’ex Direttore della CIA John Brennan e con l’ex “Consigliere per la Sicurezza Nazionale” Susan Rice, nonché con l’establishment del DNC [organo centrale del Partito Democratico].

Ed ecco dov’è che la questione diventa particolarmente interessante: Ciaramella è specializzato sulla Russia e sull’Ucraina, parla fluentemente entrambe le lingue ed ha diretto il “tavolo sull’Ucraina” presso il “National Security Council” [NSC] di Obama, in stretta collaborazione con l’iperattivista ucraina del DNC, Alexandra Chalupa.

La biografia di Ciaramella si legge come una geremiade del tumulto politico che ha consumato gli Stati Uniti negli ultimi 3 anni.

Si dice che abbia avuto un ruolo all’inizio della cospirazione contro il Presidente [presunta collusione Trump-Russia], mentre si trovava alla Casa Bianca di Obama e lavorava per Biden, che era la persona di punta per l’Ucraina nel 2015-2016, quando furono sottratti finanziamenti USAID per 3 miliardi/usd.

Ciaramella, chiaramente, ha una grande quantità d’informazioni sullo scandalo “Biden — Quid pro Quo”, cui i media mainstream hanno messo la museruola.

Una volta che l’identità di Ciaramella è stata rivelata, un ex membro del NSC, che era presente durante la conversazione Trump-Zelensky del 25 luglio, ha testimoniato di non aver percepito nulla d’illegale nel colloquio.

Tim Morrison ha dichiarato allo “House Intel Committee” che: “voglio essere chiaro, non ho mai percepito che si stesse discutendo di qualcosa d’illegale”.

Ed ha aggiunto che la trascrizione della telefonata, declassificata e rilasciata dalla Casa Bianca, “riflette in modo accurato la sua sostanza”.

Di conseguenza, Ciaramella sta ora rifiutando di testimoniare pubblicamente davanti alla “House or Senate Intel Committee”.

Più di recente Mark Zaid, avvocato di Ciaramella, ha affermato che il suo cliente avrebbe accettato domande scritte dei Repubblicani della suddetta Commissione e che il suo cliente “vuole essere il più possibile bipartisan durante questo processo, restando di conseguenza nell’anonimato”.

Sul serio? Vuol forse prenderci in giro?

Solo adesso si è reso conto di essere obbligato a testimoniare in pubblico ….. oppure non si aspettava che ogni sua parola sarebbe stata esaminata dal mondo intero?

È così poco familiare con il “Sesto Emendamento” da credere che il diritto di un imputato a confrontarsi con il suo accusatore non si sarebbe applicato nel caso di un’indagine sull’impeachment di un Presidente?

Credeva davvero di poter accusare in modo anonimo il Presidente degli Stati Uniti senza reazioni, o senza affrontare direttamente le domande dei Repubblicani della Camera e del Senato?

Chi pensava che lo avrebbe protetto dal controllo pubblico?

Considerando la lunga storia di Ciaramella con i Democratici [dal 2015] e la sua esperienza nella “Sicurezza Nazionale” con Susan Rice (Amministrazione Obama), sarebbe interessante se fosse menzionato nel “rapporto IG” sull’abuso dei “warrant FISA” — e se il suo nome fosse messo in cima alla lista di John Durham [Procuratore Generale], relativa alle persone da “intervistare”.

————

Link Originale: https://off-guardian.org/2019/11/07/when-is-a-whistleblower-not-a-whistleblower/

Scelto e tradotto da Franco

*****

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