Tom Luongo
Quando ho sentito che Jeffrey Epstein era stato arrestato, ho pensato che nessuno sarebbe mai arrivato a qualcosa che potesse somigliare alla verità. Anche quando questa storia sarà finita.
Questa considerazione, tuttavia, non c’impedisce di raccogliere le briciole di pane e vedere dov’è che ci conducono.
Ho scritto in precedenza che questa storia ci avrebbe portato a Hillary Clinton. La gente del MAGA [make america great again] lo voleva fortemente.
Ma l’obbiettivo è irrilevante, indipendentemente dal fatto che il bersaglio sia Hillary. Sono ancor più sicuro di quanto lo fossi l’altro giorno:
“””””Ero cautamente ottimista sul fatto che Trump potesse girare l’angolo della sua presidenza dopo essersi liberato da Mueller, dall’impeachment e da tutto il resto. Le sue manovre di politica estera non mi hanno mai del tutto convinto ma, a livello nazionale, è riuscito a stabilizzare egregiamente il campo di battaglia. L’arresto di Epstein mi dice che ora vuol veder scorrere il sangue”””””.
Questo è quanto mi dice l’istinto. Si adatta perfettamente alla sequenza degli eventi e ai cambiamenti che abbiamo visto a Wasghington D.C. negli ultimi quattro mesi, da quando il Procuratore Generale William Barr ha chiuso l’indagine di Mueller.
Ciò che è stato fatto a Trump è vergognoso ed è andato ben oltre la legalità. Si è trattato di un’operazione che ha attraversato più Governi, mostrando un completo disprezzo per le procedure e per le persone coinvolte.
In breve, è stato un arrogante tentativo di “colpo di stato” e, chi lo ha attuato, si aspettava di farla franca perché lo aveva fatto anche in passato. Tuttavia, il suo livello è stato davvero “amatoriale”.
Non credo che questa vicenda sia semplicemente il pretesto per un cambio di strategia del Deep State nei riguardi di Trump [come alcuni pretendono], perché questa descrizione sfugge oggettivamente alla realtà. Non passa il Rasoio di Occam.
La gente rappresentata da Jeffrey Epstein odia Trump perché detiene il potere e perché non ha niente di sostanziale contro di lui.
Certo, ha corrotto qualche imprenditore edile e ha pagato i Sindacati per completare i suoi edifici senza troppi problemi. Credo a qualsiasi cosa di questo tipo.
Ma nessuno si arrabbierà solo per questo. Tutti accettano che, per fare affari in un mondo corrotto come quello di New York, non si può non nuotare assieme ai corrotti, perché è semplicemente così, piaccia o meno, che son fatte le cose.
Ma usare ragazzine di quattordici anni come prostitute e mezzo di ricatto per vendere armi e droghe, per rovesciare governi e rubare segreti industriali, è un altro livello di corruzione. È di un ordine di grandezza infinitamente peggiore.
E, a credito di Trump, è certo che egli non si sia mai dilettato in queste cose particolari.
Perché, se lo avesse fatto, non sarebbe mai diventato Presidente e il Deep State non avrebbe mai organizzato un “colpo di stato” contro di lui.
Il Rasoio di Occam, gente. Non hanno nulla di sostanziale contro di lui. Hanno al massimo qualche sua foto mentre si trovava ad una festa di Epstein, salvo andarsene poco dopo.
Date un’occhiata al rapporto di George Webb e vedrete che non c’è alcuna prova che Trump sia uno dei pervertiti di Epstein.
Sappiamo che il Presidente aiutò la Giustizia in un caso contro Epstein, nel 2009. Sappiamo anche che Trump ha sbattuto fuori Epstein da Mar-a-Lago per aver aggredito una ragazza.
Quello che non sappiamo possiamo però immaginarlo e rafforza, in un modo o nell’altro, la nostra visione su Trump.
Negli ultimi sei giorni c’è stato uno scontro muro contro muro: “Epstein è un pervertito. Trump è andato a qualche sua festa. Acosta, un uomo di Trump, ha permesso che Epstein se la cavasse”.
Acosta si è comunque dimesso da Segretario del Lavoro nell’Amministrazione Trump.
Ma Epstein resta comunque una risorsa. Le briciole di pane sono sparse dappertutto e sono facili da trovare. L’ultima cosa che Acosta ha fatto, prima di dimettersi, è di farci sapere che a suo parere Epstein è collegato ai Servizi Segreti.
“”“””Il caso Epstein causerà un problema per le confirmation hearings?” Fu chiesto ad Acosta che spiegò, con apparente leggerezza, che aveva avuto un solo incontro sul caso Epstein.
Aveva rigettato il “patteggiamento” con gli avvocati di Epstein perché gli era stato “detto” di fare marcia indietro, ovvero che il caso Epstein era al di sopra del suo grado.
“Mi fu detto che Epstein apparteneva all’Intelligence e quindi di lasciarlo in pace”, disse ai suoi intervistatori ai tempi della transizione Obama/Trump. Risposta che, evidentemente, fu ritenuta sufficiente visto che fu assunto (Il Dipartimento del Lavoro, presso cui è impegnato, non ha rilasciato alcun commento in merito a questa storia) …..”””””.
E ora si dimette a causa di un patteggiamento del 2009? Tutto questo, davvero, non passa il “test dello sniff” [ovvero, puzza un po’]. Questa, in ogni caso, è stata la rivelazione più grossa dell’intera settimana.
Lo si può dedurre facilmente guardando semplicemente alla grandezza dei crimini commessi e all’accordo finale che è stato firmato.
Le notizie ci arrivano a tal punto in fretta, come in un film d’azione, che a volte ci dimentichiamo di fare un passo indietro e porci delle domande sulla trama di base, ovvero:
“Se quest’uomo è collegato ai Servizi, perché stiamo parlando di tutto questo proprio adesso?”.
“Perché l’FBI è andata a bussare alla porta della sua casa?”
“Perché tutto questo clamore?”
“Chi ha ordinato al Giudice di dissigillare i documenti del caso precedente?”
Perché, se nel caso precedente c’è stato un grande insabbiamento – che coinvolge tutti, dalla CIA al Dipartimento di Stato, dal Dyncorp al Mossad Israeliano – allora, a lume di logica, non dovrebbe esserci alcuna notizia di tutto questo.
In nessun modo queste persone rischierebbero di esporre Epstein fino a questo livello se stessero solo tentando un’operazione “pazza e schifosa” su Trump per metterlo sotto accusa.
E tutte queste domande, sempre usando il Rasoio di Occam, portano ad una sola risposta: Donald Trump.
Penso che sia stato il Presidente a dar inizio a questa cosa e che ora vorrà vedere strenuamente come va a finire.
Acosta è stato un’esca, mandato a cadere sulla sua stessa spada per tenere la storia in movimento e far sembrare che Trump fosse in combutta con Epstein.
In questo “I° Atto” il Deep State sta facendo di tutto per attaccare Trump. L’intensa attenzione al traffico sessuale – l’angolo delle cose “pazze e schifose” – è la chiave per capire qual è la posta in gioco.
Questo è una storia tipo “Alinsky 101” – accusare il tuo nemico di quello di cui tu sei colpevole – concepita per mettere Trump sulla difensiva, incolpandolo di essere associato ad Epstein.
Ma per poterlo fare devono anche “consegnare” i Clinton. Ed è questo il punto dove volevo arrivare l’altro giorno.
Hillary è troppo esposta in questa storia. Trump sa come fare per andare a “prenderla” e, a quelli che restano, ci arriverà attraverso Epstein.
Fatto anch’esso importante, avete notato come nessuno, a Washington D.C., sia davanti alle telecamere, in preda allo shock pensando a quanto questa vicenda sia orribile?
Questo silenzio significa paura. Chuck Schumer [Senatore di New York] – che era a conoscenza di questa vicenda fin da Dicembre/Gennaio, quando sembrava che Mueller avrebbe ottenuto l’imputazione di Trump – non si riesce a trovarlo da nessuna parte.
Nancy Pelosi, come ho detto l’altro giorno, sta combattendo una battaglia all’interno del suo Gruppo Parlamentare e non si unisce al coro del #MeToo.
Ma la rabbia per quest’oltraggio sta covando sotto la cenere. La Palude [Deep State] non può contenere questo scandalo sperando di nasconderlo sotto al tappeto.
Jeffrey Epstein ha chiesto l’immunità, l’altro giorno. Ma ne avete più sentito parlare da allora? No.
E cosa ha ottenuto il #MeToo da Harvey Weinstein? Ve lo Ricordate?
Ma, prima o poi, arriva il momento in cui il limite viene passato. La moralità è veramente compromessa e le persone si guardano l’un l’altro chiedendosi: “È questo il mondo in cui vogliamo vivere? A questo siamo ridotti?”.
Nel “I° Atto” siamo stati spettatori dell’oltraggio e del tentativo di concentrare l’attenzione sul lato perverso della questione, sforzandosi di tenere l’opinione pubblica sul circuito del disgusto e quell’uomo nascosto dietro la tenda.
Ma, come ho detto su Fault Lines, viviamo nel post-Dorothy Oz. Il sipario si è alzato e si vede uno strano “ometto con le leve” [un burattino]. E ci rendiamo conto che sì, questo è proprio ciò a cui siamo stati ridotti.
E qui comincia la rabbia e con essa l’”Atto II°”.
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Link Originale: https://tomluongo.me/2019/07/12/acosta-resigns-project-epstein-trump/
Scelto e tradotto da Franco
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