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Home » Quando i cd. “riformatori” rischiano di fare disastri: il caso di Beppe Grillo, la riforma della prescrizione e la giustizia italiana (che funziona peggio di quella Thailandese?)

Quando i cd. “riformatori” rischiano di fare disastri: il caso di Beppe Grillo, la riforma della prescrizione e la giustizia italiana (che funziona peggio di quella Thailandese?)

mittdolcino by mittdolcino
9 Aprile 2022
in Attualità
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Quando i cd. “riformatori” rischiano di fare disastri: il caso di Beppe Grillo, la riforma della prescrizione e la giustizia italiana (che funziona peggio di quella Thailandese?)
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Mi sono molto interrogato sulla liceità dei proclami dei sovranisti in mezza EUropa, sia quelli dei gilet gialli – che capisco -, sia quelli italiani stile gialloverde – più ambigui -. Chi scrive ritiene che il relativismo imperante sia il problema, ossia l’assenza di punti fermi da cui dipanare un’azione veramente riformatrice quale correttivo di una società capitalistica che ha raggiunto ormai i suoi limiti. Per limiti intendo quelli “ufficiali”, partendo da quelli indicati da uno dei padri del capitalismo, J.M.Keynes: l’impossibilità di controllare (e limitare) l’accumulo di ricchezza in mano a pochi ed il controllo della disoccupazione.

Oggi ci siamo, i limiti del capitalismo sono stati raggiunti. Aggiungiamoci le borse che ormai sono manipolate dalla banche centrali e dai governi – togliendo l’unico strumento redistributivo “di mercato”, in quanto le crisi di borsa fanno perdere le elezioni – e capiamo i motivi che hanno portato ai movimenti sovranisti dei nostri giorni, una genesi simile alle 5 Giornate di Milano o a Masaniello a Napoli (movimenti che una volta scoppiavano, in presenza di masse mediamente ignoranti e senza cultura, semplicemente per causa di tasse troppo alte). Vale menzionare anche l’assenza dell’ultimo effetto pacificatore, un’inflazione moderata (che allevia l’onore dei debitori ed erode il patrimonio dei creditori), ormai azzerata dalle banche centrali, guarda caso a favore sempre delle solite elites arricchite a dismisura – grazie ai limiti del capitalismo – e capiamo quanto grave sia la situazione.

Oggi le masse si sentono spremute e soprattutto senza opportunità, come ho avuto occasione di ripetete molte volte in passato, l’ascensore sociale si è rotto! Dunque si lamentano, anche giustamente.

In tale contesto le richieste dei gilet gialli (abbassamento delle tasse per tutti, dare opportunità ai giovani, eliminare fardelli impositivi che alla fine dei conti si ritorcono soprattutto contro coloro che non possono scappare da un sistema i cui conti Statali sono scappati di mano ecc.) sono comprensibili in quanto pragmatiche. Le pretese dei sovranisti Italiani sembrano invece quanto meno nebulose.

Non voglio addentrarmi nel ginepraio del reddito di cittadinanza, che considero una rappresentazione falsata di un problema vero, basterebbe infatti introdurre in Italia un sussidio di disoccupazione di lungo termine come succede in tutti i Paesi occidentali e la storia finirebbe ancora prima di iniziare. E nemmeno nella riforma della legge Fornero, che considero giusto eliminare nei tratti in cui impone ai futuri pensionandi di andare in pensione a 70 anni ed oltre (le TV nascondono tale aspetto, ad esempio non dicendo che in EUropa, l’Italia sarà il Paese con l’età di pensionamento tra le più alte – se non la più alta – da qui a 25 anni; diciamoci che la pensione non verrà erogata e che lo Stato “ruberà” i contributi dei lavoratori attuali e facciamo prima).

Preferisco invece restare su due argomenti “pragmatici”: la riforma della prescrizione e la condizione della giustizia italiana. Dunque, qui soprattutto i grillini vorrebbero eliminare la prescrizione dopo il primo grado. Mi sembra assurdo e vi spiego perchè. La prescrizione serve per evitare che i processi diventino troppo lunghi, divenendo condannato in pectore in aeternum in attesa della fine del processo. Quanti processi in Italia sono in corso da anni, quanti processi sono durati decenni, Imi Sir, Amianto Eternit ecc ecc. Tutti sappiamo quanto lunghi siano i tempi della giustizia anche e soprattutto nelle piccole cose. In tale contesto si vorrebbe incredibilmente dire, chissenefrega, permettiamo che tali processi diventino ancora più lunghi… Siamo alla follia. Follia interessata mi verrebbe anche da dire, pensando al capopopolo Beppe Grillo che è scampato lo scorso inizio dicembre ad una condanna in primo grado grazie…. alla PRESCRIZIONE! E senza rinunciare alla stessa, come avrebbe potuto fare quale capo ideologico dei grillini che, appunto, vogliono la riforma.

Mi fermo.

E che dire della giustizia italiana? Certamente un governante serio dovrebbe accorciare i tempi per arrivare a sentenza definitiva, anche ad esempio rendendo esecutive le sentenze dal secondo grado, con la Cassazione diventare come la Corte Suprema americana quando sentenzia sul “passato in giudicato”. Qualcuno vede invece la riforma della giustizia italiana ridotta alla riforma della prescrizione… Mah….

 

O si potrebbe di riformare se non abolire l’obbligo di azione penale, come sosteneva il grande Giovanni Falcone (che fu ucciso), un fardello per certi tribunali (ad es. si potrebbe sostituire l’obbligo di azione penale con indirizzi, ndr).

Di esempi di follia non so quanto interessata nella giustizia italiana ce ne sono molti: il mio pensiero va a Rudi Guedè, l’unico in galera per l’uccisione di Meredith Kercher a Perugia, un simbolo. Condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale senza esserne l’autore, ha patteggiato – ossia ha ammesso le sue colpe – ed alla fine il responsabile dell’omicidio non c’è stato, tutti assolti tranne lui che è in galera, 16 anni di pena. Ossia il “tonto” – permettetemi -, nero, senza cultura giuridica italiana che ha ammesso qualcosa finisce in carcere per un reato che di fatto resta senza colpevole… Non aggiungo altro, se non chiedermi perchè i movimenti che difendono le persone di colore in Italia si siano dimenticati di questo diciamo “sfortunato” (dico io, almeno scarcerarlo anche lui….). A confronto la giustizia thailandese che ha recentemente assolto un italiano per omicidio dopo 7 anni in cella, sembra funzionare assai meglio di quella italiana, dove invece è stato lo stesso sistema giudiziario a bloccare senza possibile di sfuggire alla pena il soggetto di colore, Guedè, per una morte in cui di fatto manca l’assassino.

Voi direte, si ma resta la sinistra: forse…. Leggo oggi di Carlo De Benedetti e del suo broker perseguito dalla giustizia in quanto il cittadino svizzero De Benedetti usò per scopi di lucro personale un’informazione ottenuta addirittura da Matteo Renzi, informazione che gli fece guadagnare 600’000 euro in pochi giorni con grazie ad una sorta di insider trading. Quando si parla di interessi….

Temendo che i sovranisti italiani possano fare enormi danni, non mi resta che osservare con attenzione se e come il processo di Carlo De Benedetti sopra citato finirà prescritto o con qualche condanna, chissà se verrà condannato solo il broker salvando il/i dominus….

Questo per dirvi che l’unico modo per cambiare in meglio le cose in Italia non è modificare la prescrizione, almeno secondo chi scrive. E nemmeno indignarsi restando davanti alla TV con una buona birra – magari tedesca – sul tavolino….

La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

Mitt Dolcino

*****

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