Prima di tutto: la stimata Premier ha una vision figlia della sua propria esistenza, come tutti. Sia sociale che umana che accademica, nel caso. Non vision, nel caso in specie al titolo, di ricostruzione e/o di rifondazione, anche tecnocratica; tanto meno di sapienza economica fondamentale e i dettaglio, soprattutto ripeto economica, ma anche sociale. Invece nel caso in esame abbiamo sapienza soprattutto politica, aneddotica per quanto riguarda gli strumenti che mai chi in questione ha lontanamente immaginato di dover usare. E che facilmente manco conosce (i grandi pregi della stimata Premier non stanno in una cultura massiva e nella preparazione accademica, ma piuttosto in una grande umanità ed intuito).
Il motivo sta, appunto, nel suo CV: Giorgia Meloni non si legge nè si scrive Donald Trump, men che meno il suo staff. Ma c’è del valore, eccome!
Parimenti Giorgia Meloni ha praticamente zero colpe per il disastro socio economico che ha portato l’Italia sul baratro, senza possibilità di ripartire. E forse anche dentro il baratro, ad esempio come procreazione. Ma senza far implodere il Paese, grazie all’aiuto Alleato alla premier, provvidenziale: l’Italia, tra deindustrializzazione, depopolamento selettivo, disfacimento della società, effetti malefici del post COVID dovrà comunque ribaltare il tavolo. E Meloni come Premier non sembra la persona giusta per fare ciò, o meglio, sarebbe sprecata.
Queste sono fesserie utili a far la forca alla premier a termine: non esiste alcuna meritocrazia nel Paese a forma di Stivale, men che meno oggi
Mentre la buona fede è indubbia, fiducia armata ma precisiamo indubbia, anzi indubbiamente armata.
A termine – si noti – non è possibile escludere anche una guerra civile strisciante importata in Italia, ossia indotta dal solito straniero che non accetta nè mai accetterà un’Italia superiore ai poteri vetero coloniali storici, quelli vicinale ben s’intende!
Il punto è che la premier Meloni non sta portando materiale sollievo al benessere nazionale, anzi il contrario, anche questo va detto, molte parole ma risultati, uhm…. Invero, a livello internazionale ha fatto quanto doveva essere fatto. E molto bene. Che poi è quello che noi Le chiedevamo: appoggiarsi agli USA senza “se” e senza “ma”. Partendo dai militari USA, visto che la nostra preghiera risale a quando teoricamente al potere c’era Biden, meglio detta, “Castlerock”.
Dunque a livello internazionale Lei ha passato l’esame: fu chiamata a Mar-a-Lago di notte e le fu fatto vedere il film di quanto successo nelle elezioni del 2020, di fatto lo stesso video da noi pubblicato – ma sotto forma di film – come audizione giurata al Senato del Kansas tradotta in Italiano (dove uno dei due soggetti descritti come contigui al progetto guarda il caso è già trapassato, suicidio si è detto, sebbene senza convincenti motivazioni apparenti).
Oggi Giorgia Meloni fa parte a pieno titolo dello Schema che si oppone a Davos.
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Ora, si sappia che le cose, ad Ottobre e poi oltre, si faranno assai più complesse. Assai. Dunque bene preservare la Premier.
Per fare questo, come ben ha detto oggi il Papa, bisogna farsi degli amici cancellando i debiti ai danneggiati. Ed i patrimoni accumulati in modo disonesto devono essere usati per farsi amici, tra la gente, Omelia domenicale del Santo Padre in Italiano, ma con il resto del messale in latino: lontani sono – per nostra fortuna – i tempi di Bergoglio, che tutto depone non sapesse veramente la lingua della radice Cristiana Romana!
Meloni dunque è servita al governo ed alla Coalizioni anti-volenterosi, ossia anti-guerra per circa tre anni, ma ora si deve passare oltre, si deve andare oltre.
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Anche perchè il rischio è che Meloni venga travolta restando a palazzo Chigi: non c’è niente infatti da vantarsi in termini di migliorie socioeconomiche interne al Paese durante il suo governo. Non per colpa sua, sia chiaro, ma per un mix di parametri europei di stampo coloniale, traditori attorno a lei, privilegi da difendere della Corte romana, milanese fiorentina ecc.. E anche in forza di un filino di poca vision, ossia anche di poco coraggio, per correttezza va aggiunto anche questo dettaglio. Ci sta, il ruolo meloniano sta cambiando, è ormai altrove.
Due le domande: la prima è come arrivarci.
E lì il Papa e Roma, come ai tempi di Mussolini scavalcato e cacciato una settimana circa dopo il bombardamento di San Lorenzo e circa tre settimane dopo lo sbarco in Sicilia, dovranno fare il lavoro sporco. Assieme agli Alleati, che poi è anche il Papa. E le contingenze, che poi è Spirito Santo.
La seconda domanda è chi andrà al suo posto.
Qui è impossibile anticipare gli eventi, nel senso che non vogliamo farlo-Ma possiamo pensare, ad esempio, tanto per stare nel generico, ad un governo di sanità nazionale in forza di una emergenza appunto nazionale là da venire, con il Quirinale potenziato. Sarebbe meglio una elezione generale nazionale, chiaro, ma all’occorrenza si può fare anche con quel che si ha, la salute differenziale in seno al governo potrà nel caso fare il resto.
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In mezzo, quanto verrà deciso ad Ottobre: a fine mese prossimo Trump potrebbe andare a Pechino, vedremo.
Nel caso, se Xi verrà esautorato, viene dato anche per malato di Parkinson, si eviterà la guerra globale calda. Preferendo nel caso una sorta di pace, o qualcosa che le somigli, tra tre Grandi ed un nano che prenderà sberle e poi verrà diviso in tre, sempre nel caso.
Attentati, osservazioni dall’alto ai droni in preparazione degli eventi, attacchi hacker, propaganda a manetta, in Europa e soprattutto in Italia, paese che deciderà chi vincerà tra gli anti-Davos ed i demoni, faranno il resto.
Siamo per altro certi che comunque non sarà indolore per nessuno, da ottobre in avanti iniziano i giochi, quelli veri. Per i più economici dei lettori, occhio a Londra e Parigi che dovranno chiedere aiuto all’FMI/IMF: quello sarà uno spartiacque. Ovvero, evitare a tutti i costi di arrivare a quel punto intendo, la disperazione a volte fa brutti scherzi e trasporta disgrazie nei Paesi vicini.
MD
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Image: Papa Leone – fonte vatican.va