L’attenzione di Donald J. Trump ad evitare guerre è da sempre spasmodica: i suoi attacchi all’Iran per evitare che Teheran abbia la bomba atomica sono stati infatti ripetuti e costanti, dal suo primo mandato, visto che egli persegue la dottrina dei militari che lo supportano.
L’Iran invece il contrario, è paese di guerra, ariano come si definivano i nazisti, di cui era non a caso alleato, che mai condannò le gesta atroci del Fuehrer, che ha sogni di gloria non lontani da quelli del III. Reich: Teheran è una entità-stato usata da sempre dai tedeschi per ottenere la bomba atomica a loro agognata, memento le centrifughe Siemens distrutte oltre un decennio fa dal virus Stuxnet.
Interessanti le parole del filo-Davos Bernard H. Levy alcuni giorni fa, sul giornale italiano più schiettamente di Davos: l’Iran non può avere l’atomica, è un must di fatto post WWII, una non proliferazione nucleare 3.1, con spiegazioni di rilievo che potete trovare sotto.
Parimenti lo stesso Levy ha evitato accuratamente di spiegare che anche la Germania, alleato francese nell’EU del Grande Reset, “non avrai nulla e sarai felice”, proprio come l’Iran NON può avere atomiche, risultato di un paio di guerre mondiali scatenate e poi perse.
Forse così si spiega il fatto che la Germania non attacchi paesi terzi esterni, non può. Dunque si spiega anche perchè applica il colonialismo intra-EU, con vaccini mRNA che rischiano di diventare mortiferi e Green Pass al seguito (il progetto COVID mRNA è stato finanziato dallo Stato tedesco con i soldi dei contribuenti tedeschi dal 2007, poi il preparato del seeding tedesco BionTech è stato poi distribuito in vari modi, mondialmente). Più tutto il resto, vedasi oltre.
Da ciò deriva, intendo dall’impossibilità tedesca di espandersi all’estero “colonialmente“, il tragico “Non avrai niente e sarai felice” di Davos. Motto elaborato da K. Schwab, persona che famigliarmente – suo padre – lavorava coi nazisti. Oltre a quello che dovrà arrivare, la CBDC o euro digitale, città 15 minuti, identità digitale, Green corrosivo e di fatto depopolazione indotta dell’Europa, ex Club di Roma (…).
Questo se ci pensate bene è il dividendo della pax atomica applicato al paese che comanda l’area geostrategica che sottende l’Europa; della serie, i paesi vetero-coloniali vivono di privilegi asimmetrici: oggi, se non si possono fare le guerre coloniali all’estero, guerre che dai soggetti in specie son state sempre fatte, l’unico modo per garantire i soliti privilegi alle elites di sangue è schiavizzare la classe media locale, rafforzando invece la supercasta.
Ciò serve, una premessa di fatto, per spiegare quanto invece segue, che verte sul titolo.
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Obama, un bluff di Davos?
Trump è Presidente di Pace molto più di quello che è stato Obama (in realtà Obama lasciò un dividendo di guerra, non di pace, con attacchi per esportare la democrazia che Trump ha sempre evitato, come ben dice il Los Angeles Time, sopra). Ovvero Trump ha cercato di evitare la grande guerra. E per evitarla applica il solito, si vis pacem para bellum, ossia “colpisci preventivamente le armi di distruzione di massa”, più o meno funziona così.
Infatti Trump ha colpito l’Iran, di fatto ripetutamente. Lo fece nel suo primo mandato, lo rifà oggi. Oggi con una violenza veramente chirurgica, ma assolutamente deterrente
Anche nella guerra con l’Iran, Donald Trump è stato convincente: impone oggi la pace, dovrebbe riuscirci.
Un drago, direte voi. Lo diciamo anche noi, sperando ci riesca.
Si ma, come ha fatto?
Ufficialmente con i bombardieri B2 in volo e transponder acceso, annunciati come MAI si fa con gli aerei Stealth, Trump ha agito da buon Presidente.
Sembra per altro che tale azione militare certamente sopra le righe e CHE NON HA RILASCIATO tracce di fallout radioattivo, abbia danneggiato “irrimediabilmente” le capacità nucleari iraniane.
I soliti guerrafondai al servizio di Davos, parlo anche di numerosi blog come il nostro, con la differenza che questo è gratis e non viene sovvenzionato in alcun modo da terzi più o meno sconosciuti, si sono affrettati a spiegare che le centrifughe non sono state veramente distrutte, che l’uranio impoverito è al sicuro fatto fuggire da camion nella notte, come se l’uranio impoverito non lasciasse tracce, come se gli Israeliani avessero potuto/voluto far fuggire camion da una zona di guerra osservatissima da quasi tutti i satelliti militari in orbita. E via dicendo.
Propaganda di Davos e dei filo Davos insomma.
In realtà Trump sta cogliendo il segno con Khamanei, con la deterrenza: un solo colpo è bastato a convincere chi di dovere.
E qui viene fuori il solito segreto di Pulcinella ormai, quello spiegato dal compianto Kurt Grass, letto all’Italiana, delle nuove bombe, micidiali, in mano ad USA e Russia.
La chiave di tutto è un numero, con un decimale:
5.1
Numero comparso alle cronache negli esperimenti atomici del 1989 in USA; poi nelle esplosioni sotterranee della Korea del Nord; e pure a Nagasaki. Lo stesso numero compare nel sisma del 27 febbraio 1992 nei pressi di Bassora, h. 13:39. Ed anche in Afghanistan, tra il 1 ed il 3 Marzo 2002 (ad una profondità rilevata come abbastanza superficiale, 10 km, ndr)
In breve, 5.1 è il grado Richter di una esplosione di una superbomba di circa 32 kT equivalenti (potenza esplosiva suggerita secondo gli esperti italiani dei tempi, Kurt Grass & team appunto, tutti soggetti che furono di fatto tra i padri putativi “della scienza” dietro a tale ordigno, …), bomba tecnicamente NON “nucleare classica” come conseguenze, ossia senza radioattività da fallout; bomba di dimensioni ridottissime, qualche centinaio di kilogrammi (le circa 700 tons di TNT ricavabili da 5.1 Richter sono l’equivalenza matematica, non fisica dell’evento in specie, ndr).
Una bomba che rende inutilizzabile l’area per il tempo sufficiente a dissuadere chi di dovere a frequentare il sito.
Dunque, il messaggio che la banda dei giornalisti peggiori del mondo, quelli italiani, non vi ha dato, non a caso, è che Trump sta dissuadendo l’Iran a continuare l’arricchimento con la deterrenza. Parimenti Trump sta dicendo: se non ascolterete questo “consiglio”, regolarmente ogni mese ci saranno esplosioni simili nel luogo di interesse specifico. E magari anche dove si trova Khamenei, che infatti forse è già all’estero, si dice in Oman (pronto alla fuga verso Pechino, vedrete sotto). Ovvero tali aree di interesse saranno rese inutilizzabili, ripetutamente (…).
Come capite, con il controllo dell’aria lato Israelo-americano, l’Iran semplicemente ha perso.
Ovvero, tale area resterà impossibile da frequentare per anni, via bombardamenti mirati a scadenze ben precise.
E senza creare problemi sui mercati: l’Iran ha capito ed a breve troverà un accordo, con o senza Khamenei.
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Israele ed USA alleate dal Watergate (golpe voluto dalla Davos ante litteram)
E qui dobbiamo chiarire bene le alleanze ed i driver sottesi: la bomba atomica israeliana fu concessa dagli USA a Tel Aviv per vincere la guerra dei sei giorni. Tale concessione arrivò per evitare che i poteri vetero–coloniali europei, che sobillavano i paesi arabi contro Israele, riuscissero nel loro intento: tornare imporranti nell’area “del petrolio”.
Infatti con la nazionalizzazione di Suez, con Nasser, convinto dall’inviato speciale americano Copeland, il cui figlio suonava nel gruppo rock Police, da cui il nome, causò la fine di un epoca: se possiamo definire delle milestones nella decolonizzazione di Roosevelt, possiamo elencarne certamente due: la perdita dell’India da parte di Londra. E la perdita del canale di Suez lato franco-inglese.
La guerra ad Israele “dei 6 giorni” si innesca in tale solco, preceduta dal golpe chiamato Watergate, non dissimile da quello tentato contro Trump nel 2020 ed anche lì fallito miseramente nei fatti. Meglio detta, Nixon fu cancellato, ma i suoi militari trovarono come alleato nell’area Israele: da allora l’alleanza con Tel Aviv è stata costante e granitica, fino ad oggi.
Chiaramente Davos ha demonizzato tale sinergia Washingrton-Tel Aviv, col solito modo nazista: l’antisemitismo indotto.
Tutto torna.
Spero sia chiaro dunque che oggi Israele agisce anche e soprattutto a difesa della sua alleanza filo USA nell’area, in veste anti Davos; ossia anti poteri coloniali europei ereditati dai nazisti, che erano alleati dell’Iran.
Discorso cartesiano.
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Il Contesto geo-economico
Oggi però si aggiunge un addendo: Davos per sfidare l’America ha dovuto allearsi con la Cina, con cui è in simbiosi. La Cina, lo sapete, non ha risorse primarie a sostenere le sue ambizioni; dunque è condannata ad applicare le stesse ricette dei colonialisti storici europei, francesi ed inglesi su tutti: schiavizzare paesi terzi acquisendone le materie prime.
I BRICS, la Belt & Road, fanno questo: si dà il contentino, magari prestiti a tassi favorevoli rispetto al “mercato dell’FMI” ai paesi poveri di civiltà ma ricchi di materie prime; dunque si creano canali preferenziali di commercio verso la Cina. Poi una volta preso spazio, si chiede ai paesi BRICS di ripagare il debito contratto col cliente delle materie prime, la Cina, magari tramite un deficit di commerciale derivato dall’acquisto di prodotti a maggiore valore aggiunto rispetto alle materie prime. Et voilà, il solito metodo coloniale franco-britannico è servito!
Chiedete agli indiani se non ci credete.
La debolezza attuale della Cina infatti è oggi il petrolio, ancora centrale. Che Pechino NON ha. Ed infatti il primo fornitore di petrolio della Cina è l’Iran, circa il 90% del suo petrolio va a Pechino.
Ratio: Cancelli l’export dell’Iran di petrolio alla CIna, magari con un regime change nel paese fornitore di petrolio, e azzoppi Pechino.
Sapiamo dunque già cosa Trump vorrà dal prossimo governo iraniano. E lo otterrà, statene certi.
By product di tutto questo: il fallimento del piano di Davos, ossia la fine dell’euro, là da venire, dopo la soluzione del puzzle iraniano AfD andrà al potere a Berlino e dunque l’euro terminerà, andiamo a poco.
Salvo false flag nucleaeri, quelli veri, di Francia e Gran Bretagna, con l’ala più squisitamente davosiana presente in Germania, anche lei a carro del progetto di Davos.
Ma non anticipiamo le cose, tempo al tempo.
Resti solo, come messaggio finale, che un terremoto di 5.1 Gradi Richter (guarda caso nella zona di interesse di arricchimento uranio di Teheran, ndr) corrisponde circa ad una bomba di potenza atomica, ma senza fallout radioattivo, di circa 32 kilotoni. La stessa di Nagasaki per intenderci. A garanzia della pace, ossia dello status quo se volete.
Che si mettano il cuore in pace i filo Davos. Ossia anche molti blogs come noi: consigliamo a loro prudenza. Chi vincerà non saranno quelli che invece qualcuno spera, nemmeno a questo giro.
MD.