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Home » Il cortocircuito sull’antisemitismo nei media svela il vero motivo del caos indotto da Hamas, ossia dal Qatar, in Israele, per conto di chi…

Il cortocircuito sull’antisemitismo nei media svela il vero motivo del caos indotto da Hamas, ossia dal Qatar, in Israele, per conto di chi…

Notiamo oggi, sottilmente, il collegamento tra media woke, principi woke, ideali woke ed antisemitismo, da sdoganare. Nel senso, guardando ai fatti Israele è stato attaccato, il 7.10.2023. Dunque si è difeso. I suoi nemici, terroristi pagati dal Qatar, si sono nascosti tra la gente di Gaza: per bloccare il lancio di missili contro Israele è stata costretta ai danni collaterali. Questi sono i fatti, incontrovertibili. Ma i media, gli stessi che minavano ad esempio Trump, ai tempi, oggi fomentano odio contro il popolo ebreo, mirando a caso verso tutti gli ebrei. Le guerre, quelle vere, si innescano così... con la propaganda interessata.

mittdolcino by mittdolcino
14 Novembre 2023
in WWIII
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Il cortocircuito sull’antisemitismo nei media svela il vero motivo del caos indotto da Hamas, ossia dal Qatar, in Israele, per conto di chi…
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I problemi grandi si rivolvono per parti, come le equazioni differenziali. Ciò richiede tempo. Diffidate dunque di chi vi propone soluzioni semplici ed immediate, dice bugie. E se dice bugie, a meno che sia un folle, significa che ha un’agenda diversa. O interessi, magari è a libro paga di qualcuno, chissà. O, semplicemente, soprattutto in Italia, è parallelamente uso a millanterie personali, basate su credenze, opinioni, ideologie sempre di pancia che plasmano tutto il resto.

Ad esempio, la prima domanda che dovreste fare ad ogni contributore pubblico è quanto viene pagato per la sua opera di divulgazione, possibilmente con qualche dettaglio anche da chi viene pagato, nel caso.

Ora, analizziamo il problema dell’attacco ad Israele di Hamas, finanziato dal Qatar, che spende così i soldi incassati dalla vendita di gas proveniente dal giacimento detenuto in comune con l’Iran e che Teheran non può utilizzare causa sanzioni; Qatar che è in ottimi rapporti con gli iraniani, si noti: per forza, vende il loro gas!

E che ha anche finanziato il Qatargate, scandalo fatto esplodere con una tempistica eccezionale (da chi?) svelando che proprio l’emirato del golfo pagava le stesse persone coinvolte nella rivoluzione woke di Soros & friends tanto osannata dal WEF di K. Schwab.

Lo stesso Qatar che finanziava i Fratelli Musulmani in Egitto per abbattere Hosni Mubarak (sia Hamas che la Fratellanza Musulmana hanno sede a Doha), oltre ad aver finanziato ed ospitato in passato cellule di Al Qaeda, unitamente a tutte le primavere arabe che si rispettino, incluse quelle collegate alla caduta di Gheddafi, nel 2011.

Quello che possiamo desumere è che il Qatar, ripeto, in davvero ottimi rapporti con il paese dirimpettaio, l’Iran, ricicli i soldi degli ayatollah, metà del giacimento gas detenuto in comune, spendendoli come e dove vuole Teheran. In tale modo garantisce anche la sua sicurezza.

Per non farsi mancare nulla Doha ospita anche il più grande impianto di gassificazione del mondo, detenuto da corporations americane in larga parte. Ed ospita pure una grande base militare USA, di aerei, sebbene l’area sia costellata di basi a stelle e strisce. Tale schema, immagino, puntava a creare connivenze incrociate che, nel risultato finale, dovrebbero permettere di avere una protezione su vari livelli per l’operato “da sospetto maverick” dell’emirato qatarino, che sembra portarsi alla stregua di una prostituta, si concede a tutti ma guarda solo ai propri interessi.

Lo stesso Qatar finanziò per altro la campagna dell’arcirivale di Trump, ossia quella di Hillary Clinton, con investimenti milionari alla Fondazione.

I soldi di Hamas vengono pagati, poi, alle famiglie palestinesi, dall’ONU; con finanziamento sottostante del Qatar. Così facendo Doha si è garantita la fiducia dei palestinesi, per forza, coi soldi si fa tutto… (se poi sono pure soldi iraniani derivanti dal loro gas, anche meglio, ndr).

Tale accordo di pagamento ai palestinesi fu osteggiato da tutti in Israele, tranne dal solito Bibi Netaniahu, che così dimezzò  l’ANP, che voleva – vi ricordate – mettere sul piatto della bilancia anche la Cisgiordania, dove i giornali non guardano più. Ma dove i coloni ebrei (di norma supporters di Netaniahu) approfittano ogni giorno di pezzi di terra palestinese per espandersi alla bisogna. L’arcano in fondo è facile da scoprire, che dite?

Tale Hamas, pagata dal Qatar ha sferrato un attacco ad Israele, costringendo Teheran ad usare l’esercito per bloccare il lancio di razzi, che continua. I terroristi di Hamas pagati dal Qatar si fanno poi scudo della popolazione locale a Gaza, costringendo ad ingenti danni collaterali le FFAA israeliane.

Ed i media, certi medie, invece di denunciare l’operato dei terroristi a danno dei civili, paragonano gli ebrei – sempre molto sottilmente – ai nazisti…

E’ chiaro che tale provocazione suicida di Hamas, che è destinata a perdere, serviva e serve a provocare Israele, visto che la vittoria ebraica non è in discussione. Poi ripresa dai media, certi media, per indebolire una precisa fazione (Al Jazeera, dichiaratamente pro Hamas, è l’emittente del Qatar, ma gli emiri là pagano tutti e dunque non viene toccata, ndr)..

Fino a qui solo fatti, che spero di aver dipinto senza alcuna parzialità

*****

Passiamo all’Iran…

Il regime ex persiano è alleato dei tedeschi da circa 100 anni, idem la Turchia, da più di un secolo. L’Iran, paese autodefinitosi ariano per eccellenza (cfr. “the Avestan term airya”), è ad oggi l’unico paese degno di questo nome che MAI ha condannato Hitler per le sue gesta. Di più, Mossadeq usò tecnici nazisti nel post guerra per risollevare il paese. E pure lo sviluppo nucleare iraniano anche bellico successivo fu basato su tecnologia tedesca, poi disintegrata ai tempi dal famoso Stuxnet, virus super-innovativo israeliano che colpì le centrifughe di Siemens, fatto che portò anche a bombardamenti selettivi di siti nucleari iraniani.

L’Iran, ancora oggi, afferma di voler cancellare Israele dalle mappe, per questo persegue l’arma atomica. Tanto per farvi capire il livello di morigeratezza di certe stirpi.

Parimenti Israele, dal 1946, di fatto, ha rivestito il ruolo di custode mediorientale del petrodollaro, per conto degli USA, Da qui la simbiosi con Washington, a cui l’Arabia – con Trump – si è associata nei prodromi degli accordi di Abramo che, riappacificando l’area, stavano creando un contingente solido con l’America a capo, ben coordinato per le sfide dei prossimi decenni. Sfide che non possono non includere la sfida alla supremazia del dollaro. Ossia agli USA.

In tale contesto, onde evitare formalizzazioni ulteriori di accordi Israelo-arabi, è nato il caos in Israele, con un tempismo incredibile, fomentato da un attacco diciamo tecnicamente suicida di Hamas contro il popolo ebraico.

Da qui il nostro immediato sforzo a calmare gli animi, Israele infatti poteva solo sbagliare reagendo d’impulso. Certo che i razzi andavano fermati e per fare ciò era ed è necessario mandare soldati in loco.

In loco esiste pure la Turchia, anch’essa supporter di Hamas (vedasi oltre), Ankara come già detto solido alleato prima nazista e poi tedesco, dai tempi dell’Impero ottomano, quando la Libya era colonia turca.

Spero che da questo sommario elenco voi intuiate quali sono le coalizioni in campo, base interessi: da una parte il rinnovato asse di Camp David, dopo i fallimenti del 2011 di gettarlo a mare, attaccando contemporaneamente Italia, Egitto e Libya.

Dall’altra gli avversari di detto rinnovato Patto di Pace, Camp David, che in larga parte gli stessi della WWII: l’asse franco-tedesco, fu nazista, unito al grande paese asiatico, prima fu il Giappone oggi è la Cina (in realtà il vero alleato nazista era anche ai tempi della WWII la Cina, solo che venne gettata nel caos dalla rivalutazione indotta della propria moneta basata sull’argento dall’abile mossa di Roosevelt nel rivalutare l’oro, fatto che portò un forte indebolimento della sue economia, con l’innesco della rivoluzione interna di Mao Tse Dong, con annessa invasione del Giappone, ndr).

La Russia allora come oggi è tendenzialmente alleato tedesco, ma con poca convinzione e fiducia, memento l’accordo Ribbentrop-Molotov, rinnegato dai tedeschi, non dai russi.

L’obiettivo è sempre il solito, attaccare il dominus americano, prima era quello inglese, ma sempre di anglo si tratta.

Spero che questo ripasso di storia possa servire.

*****

Oggi siamo nell’era della propaganda ueber alles, 3D, sovranazionale

Il sogno di Mazzini di unire fronti elitari naturalmente separati alla nascita per il controllo del mondo sembra aver sortito un primo reale effetto. Davos in fondo è questo, un coordinamento globale e globalista ad interesse dei soliti noti.

La propaganda è dove il fronte viene allo scoperto, chiaramente: lo abbiamo visto con Trump, dove media cooptati dallo stesso gruppo di potere hanno espresso più o meno il medesimo messaggio, ovvero dando contro a chi si opponeva ad una transizione sovranazionale che avrebbe dovuto depotenziare gli USA.

Quasi che la nomina di presidenti americani sempre meno “empowered” facesse parte di un preciso schema di potere globale.

Tralasciando le mille connessione che ci sono nel mezzo (…), quello che salta all’occhio è che oggi la fazione che punta al grande cambiamento, NWO (stesso termine usato da Hitler, non a caso,. “Nationalsozialistische Neuorderung”), corrente neo woke che parte dall’Europa, anzi dall’asse che fui lotharingio a seguito della dipartita della dinastia di Carlo Magno, quel Lothario II sposato con l’erede della dinastia merovingia, Ermengarda da Tours, sta esaltando una strana forma di antisemitismo strisciante.



Ovvero, a seguito dei fatti di Hamas contro Israele, una certa stampa, sottilmente ma costantemente, con l’aiuto dei social e dei loro trolls, oltre che da una pletora di soggetti che non studiano la storia, sta innescando di nuovo l’odio per l’ebreo in Europa, come fu ai tempi del caso Dreyfus e poi del nazismo.

Se notate, al di fuori dei titoli, ormai le derive si sprecano per cui Israele dovrebbe far passare sotto silenzio l’attacco subito, dolendosi anzi dei propri peccati passati; ovvero senza difendersi, senza vendicarsi dei razzi di Hamas, senza portare sicurezza alle proprie genti ed alle proprie città. In nome di un non ben chiarito complesso della colpa (…).

Bene, sappiate che questo si chiama di nuovo antisemitismo, di nuovo fra noi.

Il motivo di tale caos – voluto – in realtà sta tutto nella lotta di potere tra fratellanze avversarie, ormai ai ferri corti. Ossia, prossime alla guerra:

da una parte le fratellanze europee, che attendono per i prossimi anni l’annuncio del Nuovo che dovrà arrivare sulla terra;

dall’altra il blocco incumbent che deve difendersi, pur avendo gestito benissimo le alleanze, fin troppo bene fino ad ora, tanto da richiedere l’incredibile destabilizzazione di Israele per giustificare un disperato tentativo di ovviare a quanto invece sembra inevitabile.

Come abbiamo scritto nelle scorse settimane e mesi, la ripresa della Libya, dopo la restaurazione dell’ordine e della sicurezza in Israele, era cosa prossima. Stava avvenendo, infatti la USN Gerald Ford era in Italia proprio per tale fine, non per difendere Israele da Hamas.

Quello che è capitato è invece che Davos, perdente, ha mosso tutte le sue pedine per evitare il compimento del piano, All In, ossia per ovviare alla ripresa della Libya. Fatto che avrebbe comportato da una parte la cacciata dei russi in loco, assieme ai francesi. Dall’altra la fine dell’ingerenza francese in Sahel, tagliata fuori dall’area, oggi infatti tutto passa ancora e solo dalla Libya verso e dalla Francia, fine dell’ “Operation Barkhane” docet.

Inoltre tale cd. ripresa della Libya avrebbe da una parte enucleato l’Italia dall’EU, non essendo stata Roma più ricattabile per l’energia; ovvero condannando la Germania e soprattutto la Francia. Dall’altra avrebbe chiuso lo sperato ed anzi agognato canale libico a favore della Turchia, alleato tedesco da 100+ anni, che guardava al petrolio della Cirenaica come mezzo per uscire dalla palude della stagnazione secolare corrente.

In breve, tale epilogo libico, il vero key driver, avrebbe da una parte cancellato le pretese francesi sull’Italia, nascoste dietro il Patto del Quirinale. Dall’altra avrebbe affondato la Turchia nel suo pan-islamismo turco mediterraneo.

Da tali considerazioni è da ricercare la genesi del caos di Hamas ossia di Doha in Israele, una provocazione (suicida) lampante, per secondi fini, da parte dei nemici dell’incumbent attuale, sempre gli stessi da 100 anni.

*****


Nelle ultime ore guarda caso sta emergendo – infatti – una colossale conferma, parallela e sovrastante, per quanto sopra: la Russia, che è in asse con l’EU per il North Stream, ovvero per spodestare gli USA dall’Europa (dove le basi più importanti sono in Italia, se volete anche citate anche da Irlmaier, le cd. “uova africane”, …) vorrebbe creare un base militare a Tobruk.

Stante che l’accordo fino a qualche settimana fa era che la Libya sarebbe tornata Libya felix con aiuto italiano, come sotto Gheddafi, quando dalle spiagge di Misurata partiva l’area più benestante di tutta l’Africa, sebbene da domani in condominio con Londra, la scelta russa di posizionarsi con un porto MILITARE dove gli inglesi sempre ritengono di aver titolo per stare in loco, Tobruk appunto, dà un segnale potentissimo di quanto sta per accadere.

Ovvero, se è chiaro che la presa della Libya è solo stata ritardata, in quanto key driver dell’Asse di Camp David a cui l’Italia partecipa attivamente, da qui gli attacchi a Meloni e Crosetto, è parimenti vero che la Russia si sta mettendo a difesa dell’asse “anti Camp David” con tale mossa del porto militare in Libya. Ovvero Mosca sta in realtà tutelando l’EU franco-tedesca.

Tale ipotetico porto militare russo nel Mediterraneo resta infatti impensabile per la dottrina occidentale.

Ovvero, come conseguenza, va capito che da qui in avanti Ucraina e Libya saranno due facce della stessa medaglia: se gli USA muovono, con l’Italia, verso la Libya, la guerra in Ucraina ripartirà.

Se invece la Russia muove invece sulla Libya, a difesa dell’EU franco-tedesca, ovvero dell’asse del North Stream, dunque cercando di proteggere il fianco dell’asse avversario al proprio nemico geostrategico di sempre (gli USA puntano a difendere l’assetto post bellico, ndr), la guerra in Ucraina porterà a nuove sorprese, vedasi il recente affondamento di un’altra grande nave russa nel Mar Nero.

In tale contesto il key drive geopolitico globale resta ancora una volta la Cina: la USS Bataan, spostata due volte, ora definitamente davanti a Gaza, mentre la USS Eisenhower incredibilmente mossa nel golfo Persico, davanti all’Iran, in compagnia di almeno un sommergibile strategico americano con capacità nucleari, classe Ohio, significa che siamo quasi all’All In.

Nel senso, sappiamo da mesi che se la Cina non trova a breve sbocchi per i suoi prodotti, visto che l’America sta bloccando i suoi accessi commerciali per i prodotti cinesi (vedasi canale di Panama presto bloccato), oltre a non trovare un sistema per entrare sistemicamente in Africa, a depredare le risorse africane, a maggior ragione in presenza di petrolio prospettico scarso dall’Iran, suo primo fornitore (questione di tempo), Pechino implode. Ovvero gli stessi cinesi si ribelleranno contro Xi, che infatti sta epurando a più non posso dentro il suo stesso governo, da settimane.

Tradotto: aspettatevi un’entrata in guerra anche della Cina, a tempo debito, elemento che verrà contrastato a nome di Camp David da Korea e Giappone nel Pacifico, eventualmente armate di armi nucleari (l’esercito giapponese resta ancora oggi valorosissimo, al contrario di quello tedesco, ndr)

*****


In breve, le aurore boreali di questi giorni, le stesse “rosso sangue” osservate da Hitler prima della guerra mondiale, nel 1938-39, rischiano di NON essere lì a caso, come l’ultima volta.

Qui terminiamo, precisando che abbiamo da oggi interrotto collaborazioni speranzose con persone che credevamo di buona volontà, in realtà evidentemente piegate ai demoni della guerra (chiedo qui umilmente e pubblicamente scusa a chi, dicendoci “prova”, ci aveva avvertito che stavamo perdendo tempo, illudendoci di spiegare i semplici fatti a gente che invece “vive” di divulgazione…).

Abbiamo sì perso temo, in buona fede; ma siamo certi che qualcuno avrà saputo trarre il debito insegnamento da quanto da noi divulgato, nel tempo. Da oggi le divulgazioni avverranno solo direttamente, qui e sui nostri canali social.

MD

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