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Home » Zelensky a Lugano il 4 Luglio 2022: in tale data l’Ucraina avrà perso? E lui forse resterà in Svizzera…

Zelensky a Lugano il 4 Luglio 2022: in tale data l’Ucraina avrà perso? E lui forse resterà in Svizzera…

Notate che il 4 Luglio è l'Independence Day in America. Sta di fatto che l'Ucraina è all'alba di una disfatta colossale: come è possibile immaginare che uno dei più grandi eserciti di terra, che sconfisse Napoleone e Hitler, possa essere preoccupato di un Paese la cui gente è - e soprattutto sarà - a dir poco assente nella sua motivazione anti-russa?

mittdolcino by mittdolcino
26 Maggio 2022
in Crisi del globalismo
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Giuseppe Esposito: “L’Italia fuori da ogni gioco”. La preoccupante constatazione di un grande esperto di sicurezza italiano
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In pochi hanno il coraggio di dire che la Russia e l’Ucraina sono paesi molto vicini culturalmente. Molto più vicini di quello che potranno mai essere, per ciascuna delle parti in causa, i tedeschi, ad esempio. Per i polacchi è storia diversa: nell’ovest del Paese la Polonia era egemone, ad esempio a Leopoli, dunque cercherà di impossessarsi di quello che ritiene sia “roba sua”.

Sta di fatto che tutto depone affinchè Zelensky venga affondato, riteniamo, a breve.

Chiaramente sarebbe già morto se USA e UK non lo supportassero militarmente e mediaticamente, questo è palese. In realtà tale supporto sarà insufficiente, già lo sappiamo: troppa la sproporzione di forze, al cospetto di un grande Paese che ha disintegrato Hitler e Napoleone. Ovvero, entro luglio prossimo facilmente l’Ucraina sarà alla disfatta militare; basta che passi un mesetto in cui gli ucraini si rendano conto che i loro connazionali che hanno fatto la pace con Mosca non solo non muoiono più ma addirittura possono vivere relativamente bene e la voglia di combattere contro i quasi fratelli russi scommetto cambierà radicalmente…

Ovvero, Zelensky sarà cacciato dal paese, inevitabile.

Ecco che diventa possibile che Zelensky a Luglio vada in Svizzera, a Lugano, per la conferenza sulla ricostruzione ucraina: mai si è visto un leader in guerra abbandonare il comando per parlare di ricostruzione, dall’estero, in una guerra che lo vede soccombente. Ma forse Zelensky non sarà a Lugano solo per la conferenza, ma per restarci!

Ovvero, Zelensky verrà fatto riparare in un posto tranquillo, già si sa, con un bel mucchio di dollari, come si conviene ad un “utile deposto”. Sarà il Ticino?

La Polonia riprenderà invece il suo posto, all’Ovest del Paese. All’est la Russia. Kiev invece, chissà. Nei fatti Kiev, la capitale, è stata abbandonata da tutti; dunque immagino che i russi capiranno che bene è avere un confine naturale tra loro ed i nemici, il fiume Dnepr ad esempio, con Kiev divisa sulle due sponde, vista la derrota che aspetta gli Ucraini tempo qualche mese.

(In effetti, se Zelensky restasse a Lugano si capirebbe il perchè di tanti macchinoni targati Ucraina arrivati da settimane in Ticino, mica dei poveracci eh! Chissà…)

*****

Il secondo aspetto da considerare è perchè Zelensky andrebbe proprio in Ticino, la parte italofona, a fare codesta conferenza.

Ricordo alcune considerazioni riassuntive: l’Ucraina verrà divisa in varie parti, ormai si sa. Viene il dubbio che mandare Zelensky a parlare di nuova Ucraina redux, da Lugansk a Lugano, sia foriero di un messaggio criptico anche e soprattutto all’Italia.

Della serie, “Voi sarete i prossimi”.

*****

In effetti l’Italia è allo sbando, si sa: tra eccesso di anziani, welfare insostenibile, debito colossale in euro, tasse altissime, depopolazione progressiva di giovani, austerità euroimposta, aziende che emigrano, crescita a dir poco asfittica, disoccupazione in crescita, inflazione galoppante sebbene taroccata (se volete un esempio chiave me lo chiedete, dei furbetti dell’ISTAT, ndr), competenze che emigrano, sfascio sociale in corso, magistratura assente come durante il COVID, leggi non testate costituzionalmente ad es. sui vaccini, se non ex post…. in Italia restano solo i lacchè a spennare i pochi italiani che, magari non capendo, ascoltando solo la TV ormai di regime come unica fonte di verità (fessi, la libertà di stampa in Italia, secondo RSF, è minore che in Ghana e Burkina Faso, ndr), non se ne possono andare.

E senza contare che il premierato è in mano ad un soggetto definito da uno stimato – e potentissimo – ex presidente della Repubblica Italiano come “vile affarista”.

Ossia l’Italia sta selezionando una elites di privilegiati, a Roma e dintorni, pur nello sfascio generale (politici soprattutto romanizzati). Gente inserita nei gangli della politica e del sistema da anni, alcuni da decenni; ovvero persone che inevitabilmente non sanno più da dove tirare fuori linfa per tenere in piedi la baracca, ovvero le loro fortune, se non rubando dalle tasche dagli italiani stessi. Schiavizzandoli fiscalmente.



Fino a far annunciare a Pepe Escobar alcune settimane fa, citando come fonte parte dei servizi segreti italiani, che l’Italia è prossima ad un colpo di Stato questa estate (noi, riportiamo solo, naturalmente, le parole dello stimato Pepe….).

Unite a questo il tentativo nemmeno così celato di rinnovati sogni di gloria – ma che gloria? – del settentrione d’Italia, rispolverando i successi – ma quali successi? – di quello che fu la R.S.I. ed il piatto è servito: se a qualcuno fosse sfuggito, appena dopo l’annuncio di Zona Rossa economica dei leghisti durante il COVID di Pontida, i capoluoghi del nord furono invasi dai blindati dei Carabinieri, chissà come mai….

Forse si va davvero incontro ad una guerra civile, in Italia…. Chissà! Speriamo di NO naturalmente! Ma comunque lo sapremo a breve, fra qualche mese.

*****

Per intanto, in attesa, non ci restano che alcune considerazioni storiche, sempre utili: in Italia le due entità che si ribellarono ai nazisti, furono lo yin e lo yan della società civile, mafia e Carabinieri-.

La prima, la mafia, alleata degli USA, fino a farli sbarcare senza sparare un colpo grazie agli oriundi, fu lo sbarco più di successo della storia militare quello di Sicilia. E poi spodestando i marsigliesi, che erano la mafia in rappresentanza di una nazione di fatto nemica storica dell’Italia, la Francia, nel business della droga, poi gestito dai palermitani per conto degli americani (quando si diceva “livello superiore” si intendeva questo, Buscetta docet).

La seconda entità, l’Arma, continuò ad esistere per assurdo solo grazie al sud, dove aveva ingaggiato cruentissime lotte di mafia e – sigh – di unificazione: infatti al nord l’Arma fu sciolta dai nazisti, ossia dagli italiani della R.S.I., rimanendo viva solo a sud grazie alle gesta del padre del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, anche lui generale.

In tale contesto, emerge che la costante storica per la sopravvivenza moderna dell’Italia, in forza dell’impegno profuso “alla loro maniera (opposta)” da mafia e Carabinieri, furono – e, riteniamo, sono e saranno-  gli americani. A patto di trangugiare come italiani un bel po’ di etica immolata agli interessi a stelle e strisce (ma diventando come contropartita la IV. potenza economica mondiale, con dispetto smisurato degli omologhi paesi europei, che nel 2011 non vedevano l’ora di affossare il Belpaese, dopo 65 anni a masticare amaro, ndr).

Anche oggi, checchè se ne dica, l’Italia può scamparla contro i nemici di sempre, i franco-tedeschi di matrice nazista, solo con l’appoggio USA. L’alternativa è essere di nuovo divisi – e derisi – dagli stessi che hanno regolarmente invaso la Penisola per un millennio.

Buon auspicio: Roma non vinceva un titolo europeo di calcio da 50 anni. C’è voluto un americano vero, gli attuali proprietari della Roma, ieri sera, dopo solo 11 mesi di proprietà, per ripetere tale direi insperatissimo successo. Che sia un segnale? (Comunque la classe politica attuale soprattutto romana/romanizzata andrà annientata, ndr).

Infatti, se i piani anglo – come sembra – mirano a disintegrare l’EU incentrata sull’euro, tanto vale al prossimo stadio mollare il comico di Kiev e pensare alla disintegrazione dell’EU “dall’interno”: caricando l’Italia di sfasci affinchè esca dall’euro. Il rischio è che, con politici italiani venduti a francesi e tedeschi, invece di restare uniti per distruggere l’euro, qualcuno a Roma e Milano abbia convenienza – per interessi ad esempio di Parigi – a che si trasformi l’Italia in un campo di battaglia vero e proprio….

MD

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