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Home » Follow up alla nostra intervista con Alexander Dugin

Follow up alla nostra intervista con Alexander Dugin

Raramente prendiamo posizione ma questa volta è necessario, causa guerra. Appunto, la guerra ucraina è la guerra per il North Stream. Ma chi approvò tale pipeline strategica, agli albori? Fu sotto Obama che ciò avvenne, lato USA (si, la Presidenza Obama avallò per prima il North Stream). Dunque, prima di dare la colpa a Putin pensateci due volte...

mittdolcino by mittdolcino
21 Febbraio 2022
in Geopolitica
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Intervista esclusiva al filosofo russo Alexander Dugin. “Tutte le società dovranno riorganizzarsi sulla base della loro storia, libere da ogni dogmatismo”
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Abbiamo spiegato nelle scorse settimane come la guerra in Ucraina derivi da una pipeline strategica gas, per l’energia russa da far arrivare in EU.

Il problema nasce dalla dottrina (geostrategica) Mackinder prima e Kissinger poi, due facce della stessa medaglia; ossia la dottrina secondo cui è ammissibile una guerra anche nucleare per evitare che gli interessi geoeconomici russi ed europei – anzi tedeschi e russi – si fondano. Sappiate che tale impostazione, oggi, a Georgetown e dintorni, rappresenta un vincolo operativo, da mantenere (…).

Facciamo presente che quella sopra presentata è analisi condivisa anche lato russo (Andreas Visusil, membro dell’organizzazione pubblica regionale russa Union of Geopolitics, al LINK)

*****

Prima considerazione: Trump aveva indirizzato il problema diciamo in termini comunque costruttivi, sebbene antagonistici, con la Russia  (…); mentre Biden sta facendo il contrario, andando allo scontro per assenza di strategie alternative (i guerrafondai negli USA, come anche i colonialisti storici, sono sempre i Dem, tenetelo ben presente)

Sembra infatti chiaro che in Ucraina è oggi in atto una provocazione finalizzata a fare in modo che la Russia si difenda e contrattacchi, solo per darle la colpa dell’ipotetica invasione là da venire, in realtà una semplice risposta ad attacchi e provocazioni lato ucraino, anche attraverso i soliti mercenari fatti arrivare dall’estero in loco, per la causa.

Tutti abbiamo capito come funziona il gioco, parimenti al fatto che resta difficilmente ammissibile un’Ucraina dentro la NATO, anche per ammissione della stessa NATO (…).

Dunque, dove sta il problema? Anzi la sua radice?

Da qui la seconda e più importante considerazione. Infatti la RADICE del problema non sta certamente in Russia. Il problema è che gli USA hanno dilapidato letteralmente la montagna di consensi e supporto che avevano accumulato in 80 anni, soprattutto da Obama in avanti. Poi, complici destabilizzazioni interne attuate dai nemici anglo di sempre, soprattutto i tedeschi, siamo arrivati all’ultima elezione USA che dire dubbia è dire nulla (…).

Infatti – e qui sta il vero punto – De Toqueville ha fatto cortocircuito, da un lato. Ossia, non si può, da una parte, vestirsi di democrazia e poi avere una elezione come quella dello scorso 2020. Parimenti, gli alleati USA vanno preservati, senza  eccedere nel  pragmatismo, SOPRATTUTTO se questo va contro gli stessi interessi del proprio Paese, gli USA.

*****

Spieghiamo meglio, partendo da un interrogativo: se il North Stream II è dunque la radice del problema attuale in Ucraina, dove ha le radici tale North Stream?

Ve lo ricordo, per chi se lo fosse dimenticato: deriva dalla volontà di Obama di evitare – ai tempi – che l’euro si rompesse, dunque facendo una marchetta a favore di Francia e Germania per evitarlo.

Si perchè, per chi ha un po’ di memoria, è impossibile dimenticare i 10 miliardi di dollari messi a disposizione da Mosca a Varoufakis, ossia della Grecia, per fare uscire Atene dall’euro, in nome della comune cristianità ortodossa. Solo per essere “ritirati” nottetempo – tali miliardi – grazie alla pokerista Angela Merkel che, andando da Obama a fargli capire che una rottura dell’euro avrebbe “bruciato” l’immagine del suo storico secondo mandato (causa inevitabile tempesta su mercati internazionali/recessioni varie) si fece dare l’autorizzazione per il North Stream II.

In tale contesto resta esiziale per la propaganda mediatica diciamo “convenzionale” ed allineata l’articolo di LEONID BERSHIDSKY, del Japan Times del 23.7.2015, in cui – senza individuare la cd. “merce di scambio”, il North Stream , nei fatti – pose pubblicamente la domanda su quale fosse stata la contropartita del dietrofront improvviso di Putin sulla GREXIT, a favore dei leader occidentali (al LINK),


Varoufakis si era dimesso da pochissimi giorni, il WSJ tira un sospiro di sollievo rinnegando il supporto, reale fino a poche ore prima, per la GREXIT lato Russo…


Il tutto – ripeto – grazie alla spiegazione dettagliata e convincente fatta ad Obama da un ex “operarivo”  degli apparati di controinformazione della DDR (è storia: “Agitazione e Propaganda”, AgitProp, parlo di Angela Merkel da giovane, ndr) che una rottura dell’euro avrebbe negato la rielezione Dem anche e soprattutto di Hillary Clinton, elezione che poi comunque non è avvenuta, chiedetevi perchè a questo punto (…).

La contropartita che richiese Angela Merkel ad Obama – girata poi a Putin – per non rompere l’euro, fu appunto da una parte “bruciare” la promessa fatta a Varoufakis per la GREXIT (Varoufakis venne poi “salvato”, ovvero convinto a farsi da parte, con le buone, Yanis capì). E dall’altra approvare il North Stream II a favore di Russia e Germania, con il beneplacito di Obama.

Un capolavoro (ma non per gli USA).

(…)

*****

Dunque, riassumendo, il problema ucraino, oggi, parte precisamente dal North Stream II, che ottenne il beneplacito dall’ammistrazione Obama (anche l’inizio dei lavori del North Stream I, oltre che il suo completamento, avvennero con Obama, alla fine del suo primo mandato, ndr).

Solo successivamente si avviò il raddoppio, con approvazione del progetto sotto la presidenza Obama e con la costruzione della seconda parte dell’infrastruttura durante la presidenza Trump (per una capacità fino a 110 mld smc/yr, una enormità). Va però detto che Trump cerco di opporsi in tutti i modi al completamento, di fatto bloccandone l’operatività (ricordo che l’ex Presidente fu attaccato dagli obamiani/clintoniani dal giorno 1 della sua Presidenza, ndr). Evidentemente il completamento del progetto arrivò in forza di un accordo sottoscritto in precedenza durante l’amministrazione Obama (…).

E senza dimenticare i rapporti strettissimi di Obama con il mondo imprenditoriale tedesco, dopo la fine del suo secondo mandato (…).

Ammesso e non concesso che quanto indicato sia vero, se la faccenda è come sopra descritta, come possiamo quindi dare la colpa a Putin per il North Stream I – II, lato USA? Non sarebbe più corretto analizzare in primis le colpe di Obama, nel contesto?

Riteniamo che un approccio siffatto sia più coerente, senza essere di parte.

Chiaramente da italiani “pendiamo” per gli USA, non lo nascondiamo, questione culturale e storica oltre che di innata amicizia tra popoli (non si può dire lo stesso della Francia o della Germania, libro di storia alla mano). Siamo sicuri che anche i russi, di cui abbiamo enorme stima e rispetto, ce lo concedano: con i vicini che ha l’Italia è anche questione di sopravvivenza preferire gli USA ai poteri vetero-coloniali EUropei (…).

Nel contesto vi invitiamo però a valutare la faccenda Ucraina/North Stream partendo dalle colpe fattuali, lato USA. Ed anche dalle colpe tedesche, eredi dei nonni di 80 anni fa, come allora troppo interessati a destabilizzare dall’interno il nemico anglo di sempre (a fare così poi non ti devi stupire se ti arriva la guerra in casa). Con Putin che tutto sommato  – al di fuori di aver accettato la polpetta avvelenata di Angela Merkel, – ha fatto semplicemente gli interessi del suo stesso paese.

Illuminante – anche come “prova del nove”, per quanto sopra indicato –  sembra dunque l’analisi, del 2019, di Andreas Visusil, membro dell’organizzazione pubblica regionale russa Union of Geopolitics, sopra citato. Riportiamo le sue parole, illuminanti:

“… Riflettendo su tutti questi fatti geopolitici, storici e militari, si dovrebbe riconoscere che il concetto tedesco-russo dell’esistenza del gasdotto Nord Stream II è in completa contraddizione con tutte le disposizioni dottrinali della NATO sopra elencate. E la Germania come stato nemico sconfitto e occupato (articoli 53 e 107 della Carta delle Nazioni Unite) non sarà in grado di utilizzare questo oleodotto a causa di questo sistema dominante in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, in quanto leader della NATO, costringeranno la Germania a cancellare questo progetto, usando anche i mezzi della minaccia militare, perché la prevenzione dell’alleanza russo-tedesca dell’industria e dell’energia è un casus bellum per la geopolitica anglosassone sin da 1904.

A causa di questa situazione strategica e storica molto specifica, l’autore di queste linee ha consigliato per due anni di prendere come base il gasdotto Turkish Stream …”

*****

Un Paese che non capisce la genesi delle proprie disgrazie è un paese destinato all’implosione, a termine. Lo vedremo, riteniamo, come EU, nei prossimi mesi.

MD

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