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Home » Nonostante gli sforzi, il deficit commerciale USA resta altissimo, arricchendo gli esportatori seriali ed impoverendo gli USA: sembra arrivato il momento di fare qualcosa di concreto (verso una New Yalta)

Nonostante gli sforzi, il deficit commerciale USA resta altissimo, arricchendo gli esportatori seriali ed impoverendo gli USA: sembra arrivato il momento di fare qualcosa di concreto (verso una New Yalta)

mittdolcino by mittdolcino
14 Marzo 2022
in Geopolitica
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Nonostante gli sforzi, il deficit commerciale USA resta altissimo,  arricchendo gli esportatori seriali ed impoverendo gli USA: sembra arrivato il momento di fare qualcosa di concreto (verso una New Yalta)
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Pochi in Italia fanno i compiti a casa purtroppo. Ad andare ad analizzare i dati e a spulciare i libri di storia economica si scoprirebbe che le rivoluzioni di F.D. Roosevelt erano tutte mirate, New Deals inclusi, a far rinvigorire l’economia USA. Per fare questo si fecero due cose: si creò il gold peg sul dollaro, non prima della confisca dell’oro privato, di fatto; e sopratutto si tagliò col passato eliminando la clausola che le obbligazioni USA erano redimibili in oro, una norma standard ai tempi in abito internazionale. Questo per dire che si fece davvero di tutto per far ripartire l’economia USA. Alcuni pensano addirittura che Pearl Harbour sia stato l’estremo tentativo, dopo il di fatto fallimento della normalizzazione roosveltiana del 1937, causa nuova recessione USA…

Allora come oggi la radice dei mali USA dipendeva da due fattori: gli eccessi economici e finanziari della Belle Epoque, che portò alla crisi del 1929 ancora irrisolta, fino a Pearl Harbour, quando si riattivò la macchina da guerra USA con gli effetti che conosciamo. Il secondo fattore è invece più tecnico, ossia la connivenza tra banche commerciali e di investimento. Infatti per evitare tali eccessi fu approvato dietro impulso dell’ugonotto Roosevelt, il famoso Glass-Steagall Act, nel 1933, in cui si impediva di fatto che le due anime bancarie stessero sotto lo stesso tetto. Fa sorridere che tale Act sia poi stato mandato in soffitta prorprio da – guarda caso – Bill Clinton, improvvida decisione che si tradusse nei 10 anni successivi nell’eccesso classicamente ridefinibile come problema nato dalla permanenza sotto lo stesso tetto dell’anima bancaria commerciale (che nel 2008 originava i mutui subprime) e quella di investimento (che li impacchettava e li vendeva sul mercato). Il risultato fu infatti la crisi subprime del 2008.

 

A livello di prova del nove si sappia che la concentrazione di ricchezza attuale ha raggiunto limiti mai toccati proprio …. dalla Belle Epoque! Bingo!

Obama venne dunque eletto per tale ragione: per evitare di dare dei correttivi reali al problema, ossia per mantenere lo status quo. Infatti il presidente nero, che venne prima del Papa nero, era l’uomo delle elites che, sapendo la miniera d’oro che stava nei tranelli dell’economia senza Steagall Glass Act, decisero di imporre un letterale “f.. the world” (al diavolo il mondo) “basta che ci arricchiamo”. Infatti così è stato, ma a pena della sparizione della classe media e dell’impoverimento generale, escluse le elites che mai sono state così ricche. Oggi tale eccesso si alimenta tramite il riacquisto di azioni proprie, un tecnicismo illegale fino a 25 anni fa, quanto meno considerando le dimensioni del fenomeno, oggi (…).


Dopo 11 anni dall’ultima crisi finanziaria ed economica sistemica oggi siamo qui, con gli USA di Trump ad allattare con i loro consumi le bocche degli esportatori sistemici, Germania e Cina in primis. Tale impoverimento USA è stato talmente maestoso negli ultimi 19 anni – ossia dalla nascita dell’euro – da aver accumulato qualcosa come 10 trillions di dollari USA di deficit commerciali accumulati. Tale flusso incessante ha alimentato le ambizioni geostrategiche tedesche e cinesi.I dazi sono dunque solo il primo passo. Ed anche – forse – il più marginale,la tela del ragno è infatti in costruzione da 3 anni. E, vi prego, smettetela di pensare agli USA guerrafondai, qui si tratta solo di una risposta economica (USA) ad un attacco economico (di Cina e Germania) contro il benessere USA, che saranno come al solito pragmatici. Il che non significa non usare l’esercito, se necessario.


L’argine alla risposta – giustissima, corretta, innegabile – di Trump sono stati i clintoniani, il loro deep state ed i loro sodali globali, oltre che le loro consulenze pagate a peso d’oro dai globalisti in giro per il mondo, ossia dalle elites che dallo status quo attuale sia arricchiscono/si sono arricchite a dismisura. Ossia il non voler porre correttivi al sistema, a vantaggio di pochi, deriva dagli stessi globalisti allevati dai Clinton che venivano – remunerati a peso d’oro con la mission di uccidere il dominio globale degli USA, di fatto.

La FED non sbalglia praticamente mai sulle previsioni di crescita del PIL, almeno a breve… (a meno di “tarocchi”)

E’ sempre così, il dominus cade per tradimenti interni, anche ‘sta volta non si fa eccezione. Poi che qualcuno ne approfitti, come Germania e Cina, è solo una conseguenza. Nel caso specifico temo che esista addirittura un piano di lungo termine – tedesco – per annichilire a scadenza Washington, da decenni, cosa che sta succedendo oggi in forza delle infiltrazioni ex naziste negli apparati USA. Ma inutile parlarne, ora: il mondo temo non sia ancora pronto per tale bagno di realtà.

Al massimo 11 anni separano una crisi dall’altra negli USA…

Or dunque, oggi gli USA sembrano scintillare economicamente ma è solo apparenza. Nel senso, i dati sembrano puntare a dare eccessivo peso alle rilevazioni soft data, ossia alle impressioni di miglioramento e di crescita economica, i survey, ossia ai dati facilmente manipolabili. E la borsa sale, seguendo tale onda. Ma i dati hard, la vendita di nuove case, il credito al consumo, i prezzi delle case, l’export ecc. mirano chiaramente verso una contrazione. Tutto questo deriva dall’apparato costruito in 8 anni dai figli dei Clinton al potere. Infatti gli USA questo lo sanno bene ed avrebbero voluto fare oggi quello che hanno sempre fatto: svalutare il dollaro.

Il problema è che questa volta i suoi avversari si sentono sufficientemente forti per impedirlo. Ossia, Cina e Germania, le due potenze geostrategiche emergenti, quelle che devono la loro ricchezza ed il loro benessere, ossia alimentano le loro ambizioni globali grazie al deficit commerciale USA, non possono permetterlo. Altrimenti le ambizioni morirebbero nottetempo.

Oggi Trump, che è un uomo di commercio, vuole davvero porci rimedio: ha avuto bisogno di 3 anni per togliere le incrostrazioni Dem, che scopriremo a breve essere pagate di fatto dall’estero nella sua anima clintoniana rappresentata dal “pay for play” della Fondazione Clinton, stessa cosa che sta facendo Matteo Renzi per altro. Dunque, ora si passa al redde rationem, visto che gli USA sono ormai bipartisan nella lotta alla Cina come primo nemico, Dem e GOP assieme.

Una nuova crisi è prossima: la madre di tutti gli indicatori, che non mente… Ossia Trump deve fare qualcosa

Dunque si parte. I dati lo dimostrano: il deficit commerciale USA nonostante gli sforzi cinesi, non scende. Il motivo è semplice: Pechino ha fatto proseliti, ormai sono in molti a essere interessati a mantenere il dollaro forte per approfittare degli acquisti esteri degli USA e degli anglosassoni: Cina, Germania, EU, Svizzera, Giappone, mercati ASEAN…. Tutti questi paesi hanno surplus commerciali che se sommati sono circa pari all’indebitamento commerciale di USA ed UK. Per adesso la fronda Brexit – movimento allineato agli interessi USA attuali – è “sottomessa” nella Perfida Albione, visto che il cittadino USA Boris Johnson sembra esser stato messo da parte, ma le cose potrebbero cambiare (…).

L’altro aspetto da considerare, come prova del nove, è che gli USA oggi si stanno scagliando contro il Dong vietnamita, in quanto è chiara nel caso specifico una manipolazione della moneta del mercato emergente, a svantaggio USA. In realtà il messaggio è per la Cina, sussidiante di Saigon.

Cari miei, andiamo verso una nuova Yalta. E l’EU non sarà fra gli invitati… (al massimo inviteranno il Cavaliere a suonare il pianoforte…. o il mandolino)

Ora , che succederà? Come sapete mi aspetto “il” macro evento. E tale macro evento poterà deflazione globale, come nel 1932-36, soprattutto in Asia e EU. Tutto quello che vedo attorno a noi giustifica la mia attesa. Il problema è che a Roma purtroppo non abbiamo più strateghi di livello: oggi abbiamo il Nutella/Felpato, fra poco magari avremo il Marchese del Grillo, resterà certamente il Bibittaro. Sembra la banda di Alan Ford, che dite? Ed anche il primo partito italiano dobbiamo rammentare che è stato “ingegnerizzato” in provetta ed accompagnato a Palazzo Chigi da un comico (poi premiato con lo speech ad Oxfod/Cambridge). Che probabilmente solo il comico non faceva, almeno a guardare le sue frequentazioni Britanniche ben prima dell’entrata in politica. Ed anche a guardare altri Grillo, dove sono comparsi/scomparsi negli apparati italiani del passato.

Dunque, vivete bene questi mesi, passate una bella estate. Penso che a breve la relativa spensieratezza del vivere sarà sostituita da qualcosa d’altro.

Mitt Dolcino

*****

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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