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Home » LA SCHIAVITU’ MODERNA e la Cina: “ne vogliamo parlare!!!”

LA SCHIAVITU’ MODERNA e la Cina: “ne vogliamo parlare!!!”

Megas Alexandros by Megas Alexandros
28 Marzo 2022
in Generale
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
LA SCHIAVITU’ MODERNA e la Cina: “ne vogliamo parlare!!!”
28
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di Megas Alexandros

Ha fatto scalpore la presa di posizione del Segretario di Stato americano Mike Pompeo, con la quale ha inteso colpire ed avvertire, “nientepopodimeno” che Papa Bergoglio. “Non rinnovare l’accordo con la Cina”, ha intimato il braccio destro di Trump, aggiungendo: “se lo fai metti a rischio la tua autorita’ morale”.

Parole forti, fortissime e pesantissime, usate non a caso per attenzionare tutti, Papa compreso, sulla deriva verso la quale sta dirigendosi il mondo moderno.

L’accordo in questione e’ quello sottoscritto due anni fa tra la Santa Sede ed il Partito Comunista cinese, con il quale si intendeva aiutare i cattolici cinesi.

Eppure gli abusi sui fedeli da parte del Partito comunista cinese sono solo peggiorati. “Il Vaticano mette in pericolo la sua autorità morale, se dovesse rinnovare l’accordo». Ha scritto Pompeo in un tweet.

Prendo spunto dalle parole di Pompeo, il quale ha continuato parlando su First Things, dei “diritti umani deteriorati in Cina”, per parlare di un tema che nessuno ne parla ma che e’ a fondamento del sistema economico presente in Cina.

Parlo delle condizioni prossime alla schivitu’ in cui versano i lavoratori cinesi. Non dobbiamo vergognarci a dirlo, ma la Cina basa la sua supremazia commerciale nel mondo, sulla schiavitu’.

Intendiamoci schiavitu’ non e’ solo chi lavora con le catene senza essere pagato, ma anche chi lavora in condizioni estreme, con orari estremi, privo di ogni di protezione, in condizioni igenico-sanitarie pressoche’ nulle ed in un regime di deflazione salariale continua, tanto da non permettersi una vita minimamente dignitosa.

La schiavitù moderna è un enorme business. Secondo uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la schiavitù moderna genera profitti annuali per oltre 150 miliardi di dollari americani. Quanto i profitti combinati delle quattro aziende più redditizie del mondo.

La Cina si pone subito dietro ai paesi Africani nel triste primato della classifica di chi ancora utilizza questo sistema, ma quello che sorprende e’ che con una percentuale non molto inferiore al terzo posto si piazzi la civile Europa, mentre gli Usa sono all’ultimo posto.

Viene naturale chiedersi, come mai nella tanto blasonata e civile Europa, dove da Bruxelles si elevano a professori del mondo, sia, oggi come non mai cosi’ alta la percentuale di persone che vivono in schiavitu’.

Certo, il professarsi untori del “mercantilismo” piu’ sfrenato, senza regole e con una moneta ormai totalmente ad uso privato, ha imposto alle politiche dei paesi membri, il mantra essenziale della deflazione salariale, che e’ la strada principale che conduce un popolo alla schiavitu’.

Da li’, a fare ogni tipo di accordo con la Cina il passo e’ stato brevissimo, proprio perche’ si perseguivano gli stessi intenti.

Per l’imprenditore tessile pratese, dismettere la sua azienda ed affittare a cifre da capogiro il capannone di proprieta’ al cinese ricco e mafioso di turno, e’ stata la logica conseguenza alla perdita di concorrenzialita’ nei confronti di chi riusciva a produrre con un costo del lavoro bassissimo.

Tutto questo ha condotto il nostro paese a vivere drammi come quello riportato qui sotto:

Cinesi che lavorano, mangiano, dormono ed addirittura muoiono nelle fabbriche.

Viene subito alla mente, il passaggio del libro Gomorra di Roberto Saviano, in cui si da risposta alla famosa domanda: “ma i cinesi non muoiono??”

“Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell’aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a dominare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l’uno sull’altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai”.

In effetti, vivendo vicino a Prato per molti anni, ho visto sfarzosi matrimoni cinesi con code di “auto di lusso” al seguito, ma mai un funerale.

I cinesi vengono prelevati dalla Cina ed inviati nelle fabbriche di tutto il mondo gestite dalla mafia cinese e gli viene trattenuto una piccola percentuale dallo stipendio per pagare il loro congelamento ed il trasporto in Cina, una volta deceduti.

Mr Pompeo ha tutto il diritto di inveire contro la Santa sede e le sue parole di accusa sono piu’ che legittime, sostenere il regime cinese vuol dire voltarsi da un’altra parte di fronte alla realta’ sopra descritta. Parliamo di diritti umani violati in maniera grave e dove le autorita’ competenti spesso sono inermi ed impotenti nel reagire per porre fine a queste disumane condizioni cui sono costretti questi esseri umani.

Tutto questo, non solo comporta una gravissima violazione dei diritti umani come gia’ evidenziato ampiamente, ma fa si che alimenta un sistema economico basato su questi stessi principi, danneggiando in maniera irreversibile le imprese del mondo che invece lavorano onestamente e con la massima attenzione per i loro lavoratori.

Potete tranquillamente rendervi conto da soli, come un prodotto realizzato da una azienda che rispetta in pieno tutte le regole sia molto piu’ caro rispetto a quello realizzato in una azienda dove tali regole non si rispettano e dove sopratutto i salari sono molto piu’ bassi o addirittura inesistenti.

Nell’antichita’, ma anche nel piu’ recente passato, quando non esisteva la moneta moderna e gli stati dovevano realizzare un’opera, non esisteva farsi le seguenti domande: “quanto costa??”; “ci sono i soldi per farlo??”; “come lo finanziamo??”;

Tutte domande che oggi sentiamo nel nostro quotidiano quando si prospetta l’esigenza di realizzare un ospedale, un ponte, una strada; alle quali si affianca sempre la solita risposta: “non si puo’ fare, non ci sono soldi, l’Europa vuole che rientriamo del debito”.

Quandi i romani costruirono il Colosseo od i Medici il Duomo di Firenze, non si posero tutti questi problemi, poiche’ erano ben consapevoli che l’unica cosa di cui necessitavano era la forza lavoro e non dei pezzi di carta o delle monete d’oro, quindi presero’ gli schiavi e resero realta’ i loro obbiettivi.

Di contro in tempi di moneta moderna, quando finita la seconda guerra mondiale con l’impellente necessita’ di ricostruire le case degli inglesi bombardate dai tedeschi, di fronte allo scoramento dei suoi fidi collaboratori, Churchill si senti esclamare: “ma come facciamo a costruire tutte queste case se non abbiamo i soldi??”

Il primo ministro inglese, dimostrando di conoscere appieno il funzionamento della moneta moderna, con estrema sicurezza si rivolse a loro con le seguenti domande retoriche: “i mattoni ci sono??”; “gli operai che hanno voglia di lavorare ci sono??”….. alla risposta affermativa dei collaboratori, Churchill ordino: “allora cominciate subito a costruire le case, che ai soldi ci penso io”;

“Li avrebbe, naturalmente stampati dal nulla per mezzo della Bank of England”

Come tutti gli studiosi di teoria dei giochi sanno, il mercato del lavoro non è un gioco equo: le persone devono lavorare per mangiare, ma le imprese assumono solo se vogliono e se pensano di poter fare profitto. Questo non è un confronto equo, e se non c’è una forma di sostegno al lavoro i salari reali saranno continuamente costretti a calare fino ad arrivare ad un livello di mera sussistenza, mentre la quota di surplus che va ad altri settori invece aumenta.

L’esempio concreto lo abbiamo visto in Europa dall’introduzione del sistema euro ad oggi, con l’applicazione delle politiche dettate dall’agenda dei globalista, i sindacati sono stati smantellati e il loro ruolo è stato di molto ridotto, mentre le associazioni dei lavoratori privati sono state praticamente distrutte dalla competizione globale. Il settore del lavoro ha quindi perso tutto il suo sostegno e negli ultimi venti anni i salari reali sono rimasti stagnanti, anche se la produttività è aumentata alle stelle e tutti i guadagni dovuti alla produttività sono saliti vertiginosamente. E il lavoro è stato completamente ignorato.

Ogni economista mainstream sa che questo avviene perché il mercato del lavoro non è un gioco equo, e tutto ciò che vediamo non è una conseguenza del libero mercato: non ha niente a che fare con questo.

In una buona economia, invece, le imprese competono per il lavoro della gente, c’è scarsità di persone che lavorano, tutti vorrebbero assumere, fanno del training e della formazione per il personale, assumono gli studenti prima che finiscano il corso di studi; se volete potete cambiare lavoro, perché ci sono sempre imprese disposte ad assumere; questa è la maniera in cui l’economia dovrebbe funzionare. Ma adesso è tutto il contrario, e questo per una sola ragione: il deficit dello Stato è troppo ridotto.

Non appena si è cominciato a ridurre il deficit, da molti anni a questa parte, siamo passati da una buona economia, che era studiata per le persone, in cui le persone erano la variabile più importante, a quello che io definisco oggi, Warren Mosler definisce a ragione: “un crimine contro l’umanita’”

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*****

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