Notizia ridotta al quasi silenzio dalla stampa nazional-Italiana, più incapace che cooptata ormai. Visto anche che, da quando arriverà il màgnate Greco a La Stampa di Torino, questione di poco, gli stipendi dei giornalisti italici verranno abbassati per tutta la categoria a livelli ellenici: basta attendere! Ben gli sta, ben inteso, un minimo di meritocrazia anche per loro.
Dunque, tornando alle scarne notizie passate sui media l’ILVA sta per essere acquisita da Flacks Group. Che parla apertamente di gioiello, l’acciaieria da minerale più grande del Mediterraneo: l’ILVA.
Flacks ha ragione. Le acciaierie infatti si differenziano per la genesi dell’acciaio, da rottame o da minerale: le seconde sono le più preziose perchè partono dalla terra, dalla roccia, dalla terra; ma bisogna saperle gestire, si sa. Infatti nel caso in specie arriva il minerale, il carbone e, via altoforno, alla fine del processo si ottengono i prodotti necessari per arrivare a produrre gli acciai speciali necessari ad esempio anche per fare le guerre.
Una seconda discriminante è la disponibilità di materia prima, la roccia, il minerale, la terra, il carbone: una volta in Italia c’erano le acciaierie valdostane di Cogne, che ricavavano il minerale in loco e poi producevano acciaio: oggi sono fuori gioco causa costi molto più elevati ad esempio dell’acciaio cinese. Ma se la Cina, impossessatasi del mercato globale dell’acciaio dovesse poi aumentare i prezzi? Così le acciaierie di Cogne molto probabilmente ridiventerbbero interessanti, anzi va a poco. E nulla vi dico in caso di guerra o di invasione straniera…
Ecco dunque spiegato l’interesse storico della Francia ad invadere la Val d’Aosta, piccola regione che però ha un tesoro tra le sue montagne: migliaia di megawatt di energia idroelettrica, tutta ammortizzata, a costo praticamente zero, elettricità utilissima per azionare detta acciaieria, ad esempio in caso di guerra o di ipotetica invasione. Anche ai nostri giorni, vedrete, una volta negata – oppure persa – la guerra in Ucraina lato anglo-francese, Parigi tenterà di nuovo l’azzardo sul nord-ovest Italiano, segnatevi pure queste parole…
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Resta il Gruppo Flacks, che intelligentemente acquisisce a saldo un’acciaieria strategica dir poco. Che non sta in Val d’Aosta ma nel Mediterraneo; ovvero può far arrivare il minerale da dove più conviene, direttamente al porto di proprietà dell’Ilva in Tatanto, scaricato in banchina! Per l’energia in loco ci sono gli impianti fu-futuristici tipo CET3, andatevi a vedere cosa erano (utilizzavano i fumi di acciaieria per fare cogenerazione, circa).
Mi domando come i cretini politici Italiani non abbiano potuto capire tutto questo…
Forse tali politici – più fessi che indefessi – volevano giusto chiudere tale accieria per preservare la salute dei tarantini? Si, ma se poi hanno fatto vaccinare i tarantini stessi con un preparato come il Pfizer mRNA per il COVID non testato – come indicato nero su bianco dal bugiardino – se era cancerogeno, come effettivamente è successo, tanto valeva tenere aperta l’acciaieria, o sbaglio?
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Resta che se un soggetto legato, ripeto alla Chabad-Lubavitch, anche se non in modo istituzionale diretto, (ma attraverso il suo fondatore e CEO, Michael Flacks, e sua moglie Debbie), ovvero vicino alla componente culturale e politica più sionista e direi guerrafondaia di Israele acquisisce tale acciaieria, qualcosa signifca.
Ed il significato in fondo è facile da capire, per chi non è un ignorante politico italiano di professione: Israele, così piccola, con limitato accesso al mare, con poca terra a disposizione, non può permettersi un’acciaieria. Dunque che fa? La compra all’estero, ma non troppo lontano. In Italia, che ha politici idioti che non capiscono il valore che hanno tra le mani.
Chapeau! Ma ad Israele…
I tarantini dovrebbero in coro ringraziare Israele per tale aiuto, nel caso: se aspettavano i loro rappresentanti nazionali in Parlamento, a Roma, a quest’ora avrebbero solo fatto svariati richiami con preparati mRNA COVID non testati sul cancro, come da altrettanti bugiardini…. ma di lavoro cristianamente remunerato in loco niente, nada, nitsch…
Ben inteso, i politici Italiani dovrebbero vigilare che il progetto segua gli indirizzi e gli investimenti concordati. Ma, visto quanto successo in passato, riteniamo questa sia una pia illusione: i politici Italiani – tranne sparute eccezioni – pensano solo al loro tornaconto, tengono famiglia. Dunque di vigilare, che gli importa? Speriamo di sbagliarci, ben inteso. Ben sapendo che chi vive sperando – soprattutto in Italia, paese per eccellenza dei Don Rodrigo, vedasi Superbonus pagato dallo Stato, ossia dagli Italiani, per rifare aggratis la casa dei Don Rodrigo – alla fine “muore cacando”…
Per inciso, come sapete riteniamo Israele sia un alleato strategico dell’Italia e del nesso Atlantico in particolare, non un nemico. Con tutto che riteniamo che la gestione di Gaza e della crisi umanitaria connessa sia stata oltre lo scandaloso, totalmente inaccettabile! Sul sionismo, ossia sulla possibilità per un popolo di avere un proprio Stato, beh, non vediamo nulla di male, basta che ci siano delle regole basilari del vivere civile da rispettare (che negli scorsi anni non sono state fatte rispettare, ndr).
Mai dimenticare che il caos in Palestina e Terra Santa in generale, oggi, deriva dalla scellerata – apposta – gestione ai temi della disintegrazione dell’Impero Ottomano da parte delle potenze coloniali europee, Francia e Gran Bretagna. Dunque prima di dare la colpa di ogni disastro ad Israele, pensiamo innanzi tutto a liquidare tali scellerate ed anacronistiche potenze coloniali europee (oggi guerrafondaie in Ucraina, con disastri stile dissoluzione dell’Impero ottomano per i locali e non solo), assolutamente elitarie ed antimeritocratiche nelle loro elites al potere; poi penseremo a come imporre ad Israele il rispetto delle regole del vivere civile.
Questione di metodo.
MD






