Tanti anni fa coniammo il termine donrodrighismo per descrivere una società in cui la raccomandazione per sistema, la negazione del merito, del valore, anche del diritto (sottilmente, per sistema), ossia avallando asimmetrie progressive e continuative, porta al collasso del Paese. Collasso sia etico che morale che economico.
L’Italia sappiamo bene che ciclicamente ha avuto derive di tal genere, troppo ricca la fu culla dell’Occidente, dagli albori di Roma (prima Romana che Cristiana, nata da due semidei, Romolo e Remo); fino a diventare erede dell’Impero Egizio, con Caio Giulio Cesare, Cleopatra e Marco Antonio. Passando per la conquista ellenista dell’Impero millenario Egiziano, con Alessandro Magno, che trasferì ad Alessandria d’Egitto di fatto la Capitale, guardando così al Mediterraneo verso l’Antica Grecia descritta magistralmente da Omero. Solo per essere ucciso, Alessandro, a soli 32 anni a Babilonia, si dice avvelenato, dai nemici storici dei Romani, si chiamavano persiani allora, un sinonimo di Babilonesi.
E passando per l’ibridazione semita della Roma imperiale, quando San Pietro – nobile semita – scappò a Roma a farsi difendere da coloro che avevano voluto la morte di Gesù, a tutti i costi (costoro erano i padroni della gnosi, i babilonesi infiltrati nella società della terra santa, provenienti anch’essi dall’ibridazione, ma babilonese degli ebrei, trattasi dei padroni della simonia, che negavano la salvezza ai poveri, in tal senso Gesù fu il primo comunista della morale e dell’etica, con la salvezza per tutti senza diritti di casta).
La ricchezza enorme di cotanta eredità storica, passata da essere Romana-Egiziana- Ellenista a Cristiana, contrapposta all’altra diciamo “famiglia avversaria”, quella appunto babilonese che adora Baal, fa dell’Italia un simbolo assoluto da preservare. Anche oggi.
Da tale considerazione storica nasce la necessità di conquistarla senza distruggerla, da parte sia degli uni che degli altri.
In mezzo, un popolo tendenzialmente geniale ma diventato cinico e avaro, anche brutto, dopo generazioni secolari di inedia rispetto alle sorti del mondo. Ed in forza di governi apposta corrotti, anche dall’estero: troppo alto il rischio che il genio innato – in quanto variamente ed unicamente ibridato – ancora una volta sbocci.
Troppa ricchezza celata causa alla fin fine un disastro civile, morale etico ed organizzativo per assurdo, anche economico, guardare solo a se stessi senza guardare agli altri ed al domani. E così piano piano si sparisce.
Il donridrighismo ne è l’evoluzione ultima, nazionale e moderna, manzoniana come origine: il lombardo signorotto di campagna con amici e soprattutto parenti potenti nella Capitale del Ducato conquistato dai barbari, Milano, capitale guarda caso la zona “più impestata” da valori appunto babilonesi a sud delle Alpi (causa discese da nord, da Worms, di gente che sono un migliaio di anni che vuole negare il costrutto Romano e dunque la Cristianità). Gente che spesso pretende di imporre i suoi voleri non solo sopra la legge, ma facendo avallare il proprio costrutto indegno dalla legge stessa, a danno dei cittadini a loro sottoposti.
E, notate bene, senza che la società civile appoggi ed aiuti i soverchiati, tranne rare eccezioni: i barbari, le caste incapaci sono autorigeneranti ed immarcescibili, non hanno bisogno di nessuno, dunque nemmeno della democrazia, che corrompono. Tanto potenti da spaventare tutti.
Ecco perchè Renzo e Lucia non sono difesi da alcuno sebbene abbiano tutte le ragioni: la paura del sistema, del signorotto locale, con amici potenti, ossia lo Stato milanese al servizio del male anche con una legge ingiusta a favore dei potenti, fanno paura, sono un giogo che può distruggere chiunque.
Ricorda qualcosa, oggi?
Infatti tale giogo venne distrutto solo dalla peste, alla fine, temibilissima ma provvidenziale, una disgrazia totale che alla fine si dimostra un dono dal cielo per diciamo i timorati di Dio.
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Anche oggi non si farà eccezione: il crollo di Davos, che è cosa Europea, si porterà dietro la “pulizia radicale” di una società corrotta fino al midollo, come ebbe indirettamente a prevedere il grande Alessandro Manzoni.
Il quale condannò con il suo scritto tale discesa agli inferi della società Italiana, a partire dal vertice; solo per essere promosso a padre della lingua Italiana proprio per far diluire il messaggio che il Manzoni in realtà voleva mandare, quello del degrado della società Italica, detto da uno di loro, da un nobile…
In fondo c’è tutto, in queste poche righe.
Lo sfacelo di una società del genere, che è comandata dalle elites per le elites, in fondo è straordinario, anche oggi.
E qui ci colleghiamo al Premio Nobel per l’Economia di Acemoglu & Robinson che hanno descritto meglio di ogni altro come Nazioni tecnicamente arrivano al fallimento.
Infatti – riassumendo il messaggio dei Nobel – una società con una casta dominante disgraziata, che pensa solo a se stessa, che sia arricchisce a danno del resto della popolazione, fa danni a 360 gradi. E poi muore.
Danni non solo economici, ben inteso, quelli vengono subito. Ma anche etici. E sociali.
E’ infatti parallelo ed immediato avallare in tali società scempi democratici a tutto tondo, una società dove al vertice sta una elite corrotta che pensa solo al proprio di bene. Quello che in tutto ciò va secondo noi colto è che – così facendo – la società tutta va disintegrandosi, i valori vengono meno per tutti, si diventa prima servi e poi animali. Dunque prima il cinismo e poi il suicidio collettivo.
Anche perchè, come succedeva nella Milano del 1600 – ed accade anche oggi nella Bergamo del COVID e di Yara Gambirasio, ossia nella Lombardia di Rosa e Olindo e dei fatti di Garlasco, tutti fattacci accaduti attorno a Milano (encore) (non a caso) – l’assenza di una legge che rispetti i valori di giustizia porta alla fine al disastro valoriale e sociale. Che poi si ripercuote a livello economico, portando al fallimento dello stato e della sua gente.
Non è infatti un segreto che, ad esempio, la folle legge del Superbonus implementata dall’elitario Mario Draghi per ristrutturare le case a spese dello Stato, sia stata utilizzata soprattutto dai lombardi, avallando l’aberrazione maxima per cui il povero paga – con extra tasse, sebbene in presenta di forte crisi sistemica – per ricostruire la casa del ricco. Senza che media, società, popolazione in generale parlino di tale scempio, fan finta di non vedere, essendo cooptati. O spaventati.
Manzoni ben ci spiegava infatti che la capitale morale, Milano, è solo una invenzione, visto che le aberrazioni più grandi lì sono accadute. Vale anche oggi: mai ad esempio abbiamo sentito di un giudice di Milano ucciso dai mafiosi, cosa diversa per il sud d’Italia, forse non è un caso…
Come dicevamo sopra, il motivo di cotanto scempio è prettamente tecnico: Milano è stato l’obiettivo della calata di quei potentati babilonesi trasferitisi sotto le Alpi sotto mentite spoglie prima a Worms, in Lotharinga, in forza della obbligata fuga dall’Ucraina determinata dalla cristianizzazione del Rùs voluto da Vlad il Grande (che si rifaceva all’impero bizantino, i Cristiani d’Oriente), appena prima dell’anno 1000.
E poi – appunto – a Milano e dintorni.
Portandosi dietro rituali esoterici che, ibridati con un cristianesimo di montagna lontano dalla Capitale del Credo, Roma, hanno dato la stura a quel mix micidiale che oggi è il satanismo, tanto in voga appunto nelle zone sopra citate. Tutte deviazioni spirituali e valoriali spiegate magistralmente da quel geniaccio che è il prof. Ariel Toaff, lo scrittore più coraggioso degli ultimi 2 secoli, strano che sia sopravvissuto a cotanta scomoda verità “spiegata” (certa gente uccide per molto meno).
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Don Rodrigo, nei “Promessi Sposi” di A. Manzoni, come era visto oltre 100 anni fa, trasposto nel 1600. E oggi?
In tale contesto il prof. Acemoglu e Robinson spiegano, con mirabili esempi, come nazioni del genere, governati da elites corrotte, alla fine semplicemente falliscano.
Chiaramente, apprezzando all’infinito il messaggio del professore, la cosa importante è che nel 2024 tale tesi abbia trovato anche e soprattutto il coronamento nel Nobel per l’Economia.
Invitiamo tutti a leggere tale libro, in quanto è assolutamente importante capire come si sviluppi – per gradi – la genesi del fallimento degli Stati, dove porti; collasso sempre ed innegabilmente derivante da una casta inetta e rapace al potere, fatte salve guerre in cui altre nazioni (inetti e corrotti al vertice) ti invadono, prima che – terminate le colonie – siano ad esempio obbligati a fare lo stesso contro i propri stessi concittadini (l’ultimo stadio del degrdo dei poteri veterocoloniali lo si vede oggi benissimo in Gran Bretagna e Francia: entrati in crisi terminale a causa di assenza di colonie da cui attingere il valore necessario per garantire i privilegi di casta; dunque costoro azzannano il proprio stesso popolo, distruggendosi e facendo fallire il loro Stato).
Altro messaggio importante del libro è che, per cambiare traiettoria, è sempre necessario “ripulire” la società dalle radici, una “pulizia riparatrice”, una guerra, una rivoluzione o qualcosa di simile. Da cui si possa ingenerare uno stimolo verso una società realmente valoriale, con indirizzi non di arricchimento personale e di casta, ma dell’Intero complesso della società. Ossia dello Stato che si va formando.
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Chiaramente anche il nesso Stato-Società ha la sua importanza: tagliare tale nesso, azzerare stati diversi e relativi popoli, conformandoli tra loro in un miscuglio senza senso (vedasi l’EU) porta infatti, inevitabilmente, ad una degradazione valoriale di detti paesi, permettendo appunto il ritorno al potere le caste rapaci.
Dunque si scivola verso la società di Renzo e Lucia nel 1600, a Milano. O a quella di Davos, oggi.
E’ d’altro canto palese come nell’EU, dove con tale trucco del meticciato imposto dall’alto, si sia smesso di fare l’interesse della moltitudine preferendo quelle dell’elites, Davos il loro ultimo nome (il penultimo era nazismo), non ci possa essere la preservazione dell’interesse comune nè dell’interesse nazionale (negato), ma solo di quello particolare, delle elites.
Tutto sembra tornare.
Ed è pure normale che una società del genere, come è stata quella dei paesi coloniali, sia prona a nefandezze smisurate, per propria sopravvivenza elitaria. In primis contro popoli stranieri, non contro i loro popoli (all’inizio), quanto meno fino a quando esistono colonie da depredare (vedasi oltre).
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Quello che il prof. Acemoglu in fondo ci fa notare, oltre a spiegare il meccanismo del crollo dei paesi a causa delle caste rapaci arrivate al potere, un potere che necessariamente diventa totalitario (come nell’EU), è che – come ben spiegato dal Manzoni – prima o poi tali società crollano, per errori fatti o a causa di qualcuno che “raddrizza loro le corna” dall’estero facendo leva su società-Stato meno radicalmente corrotte, ossia più solide.
Stante il fatto che la “popolazione dal basso” mai avalla la difesa di un sistema paese tanto ingiusto e corrotto a partire dal vertice (ecco perchè Davos importa immigrati, ben conoscendo tale caratteristica saliente dalle società ingiusta che loro stessi – i neo feudatari – hanno creato, ad esempio in EU).
Ed ecco perchè nessun EUropeo si sogna nemmeno lontanamente di andare a combattere in Ucraina per permettere ad esempio a Londra e Parigi, in parte a Berlino, di impossessarsi delle risorse naturali ucraine a dir poco immense (guarda caso, l’Ucraina, è il paese di origine da dove le elites al potere oggi in Europa, per lo più definite tedesche, ossia di Worms, emigrarono dopo la caduta di Carlo Magno).
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Per tali ragioni, il messaggio dei prof. Acemoglu & Robinson, le loro tesi, sono assai importanti per il nostro blog in quanto in fondo sdoganano un lavoro quanto meno decennale, di divulgazione, dando il “visto buono” anche alle nostre di teorie, facendole diventare assolutamente moderne e mainstream.
Anche se, c’è da scommetterlo, il Nobel dell’Economia dei prof. Acemoglu e Robinson sarà – in Europa – quello meno riportato dai media generalisti e assolutamente il meno discusso quanto meno degli ultimi 50 anni.
MD
 
			 
			
 
 





