Il Financial Times (FT) fa parte del Gruppo Pearson, i cui proprietari, che controllano l’azienda, sono di fatto degli sconosciuti, un fondo attivista molto segreto nelle sue mosse, il Cevian, il più grande d’Europa. Fondo svedese ma con uffici e Londra, cuore della finanza del Vecchio Continente (…).
Un fondo attivista è quanto di più vicino esista ad un fondo “politico”, mai dimenticarlo (…). E la politica in Europa è di fatto quella di Davos, vedasi le varie transizioni, Green, Digitale, Energetica, “Non avrai nulla e sarai felice” etc.
Il FT si è dunque reso responsabile di una uscita clamorosa ieri stesso: l’oro sarebbe stato soggetto a dazi da Trump, hanno riportato, vedasi sotto.
Voi direte, trattasi di un insignificante tecnicismo.
Invece no, assolutamente no. E vi spieghiamo il perchè.
La Svizzera infatti ha un trade surplus, secondo Trump, di 40 miliardi di dollari con gli USA, da cui la tariffa del 39%; visto che in Svizzera sono solo 9 milioni di persone, circa, il trade surplus pro capite sarebbe enorme…
Chiaramente una tariffa del 39% massacra l’industria svizzera.
La realtà è che la Svizzera ha tra le maggiori fonderie d’oro del mondo, di cui la più grande, tra cui la famosa Hargor Heraus di proprietà tedesca-austriaca, o Valcambi indiana.
Silenziosamente, da mesi, Londra sta vendendo il suo oro, essendo la borsa dell’oro di Londra ormai praticamente inadempiente, LBMA/LME. Tale oro oggi va negli USA, dove il COMEX ancora ha oro a sufficienza; ma passando per la Svizzera per rifonderlo, in quanto lo standard dei lingotti USA è 1 Kg, diverso dalle 100 o 400 once inglesi di lingotto LBME. Ricordo che fino a pochi mesi c’era la possibilità di chiedere la consegna fisica dell’oro LBMA al COMEX, intendo per l’oro richiesto in consegna a Londra. In pratica tutti sembrano preoccuparsi dell’oro, se c’è ancora a New York; ma in realtà dovrebbero preoccuparsi dell’oro che c’era a Londra e non c’è più-
In tale contesto nasce la diatriba svizzera sui dazi a Berna, proprio perchè tale “rifusione del lingotto” genera trade surplus con gli USA, sebbene fittizio: pensate che solo nei primi 6 mesi del 2025 la Svizzera ha generato un trade surplus con gli USA enorme, 38 miliardi di dollari, grazie al flusso immenso di oro di cui sopra, triangolati tra UK-Svizzera-USA!
Ovvero, tolto l’oro che viene triangolato sulla svizzera per volere dei mercati internazionali, la Svizzera NON merita chiaramente il 39% di dazi che invece ha preso sul muso da Trump!
Visto che Trump è tutt’altro che stupido, è chiaro che gli USA sanno di tale dettaglio. Ma giocano ad ottenere qualcosa da Berna che non sappiamo. Ne parleremo brevemente in calce.
Sostanzialmente, qualcosa non torna, insomma.
Dunque il Governo Svizzero è partito negli scorsi giorni per gli USA con una offerta segreta a Trump, offerta che nemmeno il Parlamento svizzero conosce, per tagliare i dazi USA oggi al 39%. Questione di sopravvivenza: cosa ci sarà in tale proposta? Ne parleremo dopo…
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In tale contesto si innesta la balla clamorosa fatta circolare dal Financial Trump: gli USA – hanno riportato dal FT – vogliono mettere i dazi all’oro! Bang! Una bomba sui mercati… Come dire, la Svizzera è inutile che si agiti con la scusa dell’oro, deve pagare il 39% di dazio.
Al che Trump, si dice inviperito per tale bugia, vedasi oltre per la definizione data, dichiara ufficialmente che verrà intrapresa una azione ufficiale, durissima, per evitare che circolino informazioni false, “misinformazione“, sui dazi all’oro che secondo qualcuno gli USA avrebbero voluto imporre. ed invece NON è vero, vedasi sotto. Addirittura un Executive Order Presidenziale!
BA
A parte che ormai siamo abituati alle fake news di Davos, ossia della stampa europea, sugli USA; clamorosa ad esempio quella che gli USA avrebbero autorizzato l’uso di sue armi dentro la Russia, notizia poi dimostratasi falsissima. O le fake news fatte circolare sui contenuti dell’incontro Trump-Musk di pochi mesi fa, palle ciclopiche, le vedete sotto…
Due esempi recenti di balle cicplopiche sottilmente anti-USA da parte dei media di Davos…
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In soldoni, Davos, il FT, l’Europa, sembra che spingano per evitare che la Svizzera si metta d’accordo con Trump, correggendo la stortura diciamo aurea nel suo trade surplus con gli USA.
La Svizzera invece, per salvare il proprio paese, è disposta a concedere a Trump direi molto (…).
Capite dunque che la bugia del FT nasconde molto di più di quanto sembri.
Ma cosa è interessata ad ottenere Washington, anzi i trumpiani, oggi dalla Svizzera?
Appunto, molto. A parte che il WEF – World Economic Forum è di Davos, ossia se la Svizzera volesse, potrebbe collaborare in molti modi con gli USA (…). A parte che il WEF nacque proprio a Davos perchè lì si ritirarono gerarchi nazisti di prima grandezza, dopo la WWII, in cerca di un buen retiro post bellico, basta andare al cimitero della piccola cittadina grigionese oltre che della sua capitale, Coira per capirlo guardando le tombe (e senza dimenticare che il proprietario di villa Thyssen, proprio il Thyssen, era tra i maggiori indiziati dell’Olocausto; infatti si trasferì proprio a Lugano a villa Favorita, con la sua immensa collezione d’arte, oggi finita a Madrid e Malaga), quello che oggi va compreso è che la Svizzera ha molto da offrire anche in altri ambiti.
Pochi ad esempio ricordano che l’azienda che gestì il voto USA del 2020, quello elettronico, nelle contestatissime elezioni secondo alcuni anti-trumpiane, per 78 milioni di votanti, numero pazzesco, è stata un’azienda di proprietà delle poste svizzere, azienda di Stato, la Scytl. Azienda che non ha mai usato tale sistema di voto elettronico in Svizzera in quanto considerato NON sicuro; ma lo ha utilizzato negli USA! Nel 2020, vedasi la fonte, QUI.
Noi ne parlammo nel nostro intervento dei tempi
QUANTO E’ LEGATA SCYTL ALL’EU? HOW MUCH IS SCYTL CONNECTED TO THE EU?
Ora pensate un attimo a cosa potrebbe succedere se le Poste Svizzere, azienda di Stato Svizzera, vendessero la Scytl a, che so, Elon Musk, con tutti i dettagli di quanto accaduto veramente nel 2020. Ora forse capite il motivo del nostro penultimo intervento, sulle responsabilità dei sodali obamiani nel mondo (…).
A dir la verità esiste anche un altro dettaglio non da poco: 5 giorni prima della presa di potere del Trump II, il 15.1.2025 la ministra della difesa svizzera si dimise, Viola Amherd, in carica dal 2018, di fatto assieme a tutto il suo staff militare. Il motivo? Non diffuso, ragioni personali vennero addotte. O meglio, che il partito svizzero più ideologicamente vicino a Trump richiese le sue dimissioni, questo emerse.
Non commentiamo oltre, non essendo nemmeno lontanamente in grado di immaginare che ci possa essere stata una qual forma anche indiretta di coinvolgimento militare europeo durante le elezioni USA contestatissime del 2020 (…).
Per i dettagli vedasi anche:
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Visto che tifiamo Svizzera nella sfida con gli USA, ma visto che riteniamo di non avere la pelle di salame sugli occhi, preghiamo che Berna torni alla sua neutralità storica, evitando di tifare ad esempio la frangia Davos più estrema, questo almeno ci sia concesso.
Forse spiegata come sopra la faccenda appare un po’ più chiara, parlo dei dazi USA clamorosi a Berna.
Palese comunque che stia succedendo qualcosa. E che, per far circolare notizie false cosi imponenti, lato eminente FT, con risposta USA altrettanto imponente (di Trump, sui falsi dazi sull’oro, “minsinformation”), la faccenda appare grossa davvero.
Confidiamo per altro che a breve Berna torni al 15% di dazi, senza necessariamente altra compensazione, fatte salve le concessioni richieste.
MD