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Santippe va alla guerra (le donne sul campo di battaglia, invece che “subire” il patriarcato)
Siccome riteniamo l'arruolamento coatto delle donne e la loro partecipazione alla guerra in prima linea l'atto terminale di una strategia volta alla distruzione della società, mi pregio proporvi un post di una Donna che stimiamo ed ammiriamo profondamente. Barbara Tampieri.
Amiamo la gente in gamba, questo sito fa della difesa della meritocrazia la sua bandiera (noi siamo per i contenuti, a supporto di gente che ha cd. vision); meritocrazia contrapposta all’affiliazione ed all’allineamento, anzi alla cooptazione tra “Hermandades” imposta da Davos, una moderna gnosi.
Dunque riesumiamo questo profetico intervento di Barbara Tampieri, del 2016. Articolo di una persona che il nostro sito stima moltissimo. In questo caso ci ha spiegato, nel 2016, cosa sarebbe successo nel progredire degli eventi, svelandoci una parabola travolgente, la parabola scritta da Davos.
Vedasi donne a militare in Polonia, notizia recentemente annunciata; e leva ripristinata in Germania ed in molti altri paesi europei: chiaramente in questo nuovo mondo a scadenza dei 500 anni dal protestantesimo – ed anche nell’anniversario, 2000 anni, della morte di Gesù, tra il 2030 ed il 2033 – Maria Maddalena va al fronte nè più nè meno come gli Pietro, Paolo o Giacobbe o chicchessia…
Della serie, prima le donne vengono convinte da Davos – partendo dalle più ignoranti, ben pompate mediaticamente, gente da terza media insomma o giù di lì – a ripudiare urbi et orbi il patriarcato, ossia la famiglia, i figli, il focolare domestico insomma, pur senza o quasi figliare, storica scusante per non andare a morire sul campo di battaglia; raggiunto tale obiettivo – poi – vengono mandate in guerra, previa visita al distretto per le vaccinazioni militari di rito, quelle che manco han bisogno di super test o super cautele super-specifiche per iniettarle ai soldati, sapete, la guerra è guerra… (ed i soldati sono per definizione a scadenza, ndr).
Dunque, vien da dire, a carro di quanto sopra donne e uomini finalmente uniti nel loro destino guerrafondaio potranno anche tornare a casa ad aspettare i loro personali eventi (…).
Barbara Tampieri, geniale, aveva previsto questa piega – pre COVID, ben inteso, oggi è più chiaro che la guerra è solo una scusa, il fine è depopolare come nella WWI e tale fine vien da dire che verrà raggiunto in vari modi, proprio come allora, vedasi l’influenza successiva chiamata impropriamente Spagnola, invece importata in Europa dagli States via “amici” di Frederick Taylor Gates [consulente di Rockefeller], che fece più morti delle armi, corsi e ricorsi storici … -.
Ad autori del genere bisogna rendere merito! Chapeau.
Cervello finissimo quello di Barbara, alla faccia di chi dice – fessi – che per questioni fisiologiche il cervello femminile è più piccolo di quello maschile: evidentemente Barbara lo usa molto meglio di tantissimi uomini, viene da dire!
Da leggere tutto di un fiato. Anche perchè sul web si fa molta fatica a trovarlo.
Benvenute, O Donne, nel mondo dorato dall’antipatriarcato, dove anche le femmine vanno al fronte!
Commentando l’invio di truppe italiane in Lettonia a nostra insaputa, Giulietto Chiesa in un tweet ci ha ricordato quando Lenin disse che “la casalinga avrebbe potuto andare al governo”. Alludeva al noto caso della professoressa Pinotti nominata Ministro Piddino della Difesa. Voi direte, ma se Bob Dylan è Nobel per la Letteratura perché una prof di italiano non potrebbe andare alle grandi manovre, nonostante il rischio di riecheggiare antichi fasti del cinema pecoreccio anni ’70?
Forse nemmeno Vladimir Iljich avrebbe però osato immaginare cinque inquantodonne cinque piazzate alla Difesa in Europa, ovvero in un’area strategicamente già destinata dai globalisti ad essere perduta e per questo affidata – che credevate? – alle cure di queste facce da guerra.
Guardatele quanto so’ belle, e immaginatele con i ditini sul pulsante dei missili nucleari o impegnate in esercizi di alta strategia alla von Clausewitz. Anzi no, a quel punto arriverebbero i veri boss a dire alla Napoleonessa di turno: “ti dispiace andarci a preparare il caffé, tesoro?”
Non vi sentite anche voi più tranquilli, e soprattutto tranquille, sorelle, sapendo che la terza guerra mondiale, o quarta, ho perso il conto tra calde e fredde, sarà combattuta tra sindromi premestruali e caldane da menopausa? Per non parlare della pazza imperiale qui sopra, la Hitlery, che comanderebbe tutta la donnetteria a bacchetta assieme alla compagna di mutande Merkel.
Perché non crederete mica che i globalisti mettano queste inquantodonne a comandare gli eserciti per femminismo e ginofilia, vero? Le mettono lì proprio perché, poverette, non avendone un’idea, perché sono programmate a causa del loro progressismo “naturalmente contro le guerre” e “per la pace nel mondo”, materne ed accoglienti, sono utili perché non opporranno resistenza. E, se lo faranno, ciò avverrà con le conseguenze più sciagurate e disastrose possibili. Magari per dimostrare, di fronte ad una provocazione, che non hanno paura di arretrare di fronte alla prospettiva di scatenare una guerra, come farebbe un uomo.
La vera misoginia che risiede in questo ragionamento non è questa mia ma quella del globalismo, e mi piacerebbe che lo capiste.
Chiamatele ministre alla Resa, che rende meglio l’idea. Difesa, no. Cosa credete che sia questa angoscia da consapevolezza di essere indifesi che stiamo provando, la sensazione di non poter contare su nessuno che ci difenda? Si chiama passività, si chiama mancanza di, ohibò, virilità. L’Europa deve essere passiva e queste passive maschi e femmine che ci governano adempiono perfettamente al compito, irrorando maternalismo come fosse Agente Orange.
La passività uccide. L’incubo di Orwell, ad esempio, si è materializzato non alla Lubianka ma tra gli scaffali dell’IKEA. Non nel comunismo sovietico ma nell’apparentemente innocua socialdemocrazia svedese, attualmente la versione popputa, accogliente per lo straniero ma infanticida nei confronti dei propri piccoli, del peggiore totalitarismo novecentesco.
Lo si è visto anche in Germania con la Merkel, il residuato vivente della Stasi, che ha aperto le porte alle orde di stupratori, esortando pure le proprie concittadine a sopportare il sacrificio in nome di Mammona.
Sapete qual è inoltre il guaio della cancelliera, oltre al fatto di essere una burattinona ottusa del globalismo, che agisce da esso radiocomandata? Semplicemente non ha riconosciuto alla prima occhiata un esercito invasore.
Sarà un caso ma l’uomo Orban l’esercito nemico lo ha annusato subito ed ha agito di conseguenza.
I globalisti sono geniali, chapeau. Sanno che a queste cretine basta sventolare il ventottenne puccioso terzomondiale per far loro scattare l’istinto matrigno verso il nuovo figlio da prediligere a spese di quello reietto che hanno allevato smidollato, bamboccione ed emasculato secondo la campagna “castra un maschio e ti sentirai una vera donna”. Con il neo cocco di Mutti le cretine commettono il classico errore femminile, ovvero pensare: “Quest’uomo riuscirò a cambiarlo”, e si mettono in testa di insegnare l’educazione ai tonaconi wahabiti. Gli stessi che un giorno potrebbero avere in casa una bella collezione delle loro testoline al posto di quella di farfalle.
Non vorrei che si dimenticasse che, al contrario delle inquantodonne, vi sono donne che vogliono proteggere il proprio paese e la propria gente. Che vi sono donne che possono combattere in guerra, ed essendo molto coraggiose. Lo stanno dimostrando, come ultimo esempio recente, le siriane. In tutte le guerriglie e resistenze vi sono e vi sono state guerrigliere e partigiane valorose, ma qui si parla di guerra convenzionale, di esercito, marina e aviazione, di GUERRA MONDIALE. Si parla di strategia e stanno scegliendo le donne, anzi le peggiori donnette, proprio per farci perdere.
Pensate a ciò che ha combinato la Clinton in Libia, con quel macello che la fa sempre scompisciare tanto. La cosa agghiacciante è la totale incoscienza di fronte al male, quel “siamo arrivati, abbiamo visto e lui è morto”, che è la versione del classico materno: “t’ho fatto e ti disfo”. (P.S. Ma l’avete vista nel secondo dibattito con Trump? Ricordava il Pinguino di Batman.)
(L’ho già postato, lo so, ma è troppo bello)
La prima cosa tragica che deriva da questo fenomeno delle inquantodonne al potere è che proprio loro sono attualmente le peggiori guerrafondaie e, paradossalmente, gli uomini forti paiono quelli più portati alla possibilità di scongiurare il peggio attraverso il dialogo. Siamo a logica contro istinto, in pratica. La seconda è che non c’è una donna che si alzi a denunciare questa frode e quanto essa potrà danneggiare la questione femminile per la sua subdola misoginia. E, aggiungo, nessuna che denunci come questo sconcio avvenga nel campo che di solito si assegna al progressismo. Questo circolo globale della vampata, della lacrima facile, del damadisanvincenzismo dalla carità pelosa, sarebbe da bonificare, se fosse per me, con un bel rogo medioevale di streghe e stregoni e previa l’istituzione di un vero patriarcato di uomini con le palle che ripuliscano questo troiaio buonista agli estrogeni.
Un periodo di sana cattiveria potrebbe essere l’unica chemioterapia, purtroppo, per tentare di salvare la nostra civiltà.
Ridete, ridete pure, bambolette alla Difesa (degli interessi delle banche), che se arriva il generale Sdrumaliev dovrete tornare, se non finisce a funghi, ad occuparvi al massimo dei contributi da pagare alla serva che vi spupazza i marmocchi e vi spiccia casa mentre voi giocate alla guerra sentendovi per questo parificate agli uomini. La guerra non è roba per carampane, vecchie o giovani.
Ringrazio @APallroundpics cheha sceneggiato il miotweetpiù di successo di sempre: 294 RT.
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