Su tutti i giornali di Davos campeggia oggi il rifiuto allo sbarco del ministro Piantedosi in Libya, inclusa la presenza fantasma, a cui è stato pure negato lo sbarco, di alcune comparse EU. In dettaglio la delegazione rimandata a casa comprendeva: EU Commissioner for Home Affairs, Magnus Brunner; Greek Minister for Migration and Asylum, Athanasios Plevris; Italian Minister of the Interior, Matteo Piantedosi; Maltese Minister for Home Affairs, Security, Reforms, and Equality, Byron Camilleri; EU Ambassador to Libya, Nicola Orlando; and the EU Director General for the Middle East, North Africa, and Gulf region, Ambassador Stefano Sannino.
Lo scrivo in inglese, faccio prima, tanto le nostre fonti le conoscete.
Or dunque, primo fatto: i giornali pro-Davos in Italiano tutti ad attaccare l’Italia, come se non aspettassero altro. Ricordo che nemmeno nel caso Al Masri furono così veloci a reagire; eppure tutto successe a Torino, vicino alla squadra di calcio dove indirettamente la Famiglia Gheddafi investì fior di dollari in tempi non sospetti (…).
Oggi la stampa di Davos in Italia non ha lasciato scampo all’Italia, tradita apparentemente dalla Libya; in realtà la situazione è assai più insidiosa. E la stampa EU in italiano era pronta all’agguato, normale diremmo noi.
In realtà la storia va scandagliata bene, per capire.
Dunque, il secondo fatto: la Grecia proprio negli scorsi giorni ha posizionato navi da guerra tra Turchia e Libya, ufficialmente per fermare i migranti. In pratica è stato un messaggio nemmeno troppo velato alla Turchia, del tipo, “non pensate di muovere verso la Libya“. Questo capitava in vista della visita ufficiale in Libya organizzata per oggi, molto importante, visita poi saltata come sappiamo dai giornaloni italici.
Ma ci sono anche altri aspetti secondo noi dirimenti.
Ad esempio, andrebbe ricordato che ENI alcuni anni fa cedette (2022) un’area pari a quella del Belgio a BP; o meglio i due gruppi BP ed ENI diventarono soci, tanto che un ex capo del MI6 (former MI6 chief Sir John Sawers) siedeva nel board del colosso inglese del petrolio, indovinate un po’, con delega a gestire tale asset libico in condominio con ENI! [Accordo pubblicato a Dicembre 2022, pensate voi, controllate le date cosa capitò circa due mesi prima, parlo del giacimento di Ghadames e Sirte con ENI operatore primario (…).] Vedasi al LINK.
Lo stesso Sir Sawers è pure visiting professor al King’s College di Londra, precisamente nello stesso dipartimento che indirettamente negli scorsi giorni ha reso pubblico uno statement del prof. David Betz secondo cui la Gran Bretagna in gravi ambasce si prepara alla guerra civile, estendibile ad altri paesi.
*****
Peccato che questi siano solo i prodromi della storia.
La notizia che forse fa capire bene l’arcano è che BP e, notate bene, Shell, hanno comunicato PRECISAMENTE OGGI un accordo diplomatico con NOC (Stato libico, National Oil Company), di fatto con supporto governativo, per lo sfruttamento delle riserve libiche in tre importanti giacimenti da parte dei due colossi britannici. Di fatto sembrerebbe tagliando fuori ENI. Ossia l’Italia
Messaggio chiarissimo secondo noi.
Spero sia chiaro cosa cosa rischia di aspettare ENI, grosso modo.
*****
Bene – lo sapete perchè lo abbiamo ripetuto all’infinito – che pur stimando tantissimo l’impegno dei ministri Crosetto e Meloni (che non sono traditori del Paese come molti precedenti ed attuali ministri), da sempre riteniamo che si manchi di vision in Italia. Anche e soprattutto in questo governo sempre più brancaleonico, nonostante i due bravi ministri citati sopra.
Siamo infatti stati i primi ad implorare gli USA di aiutare l’Italia ad avvicinarsi alla Libya, anni fa, lo potete rilevare nelle ns. interviste passate.
Ora, quell’assenza di vision , di cui abbiamo parlato e riparlato, ha fatto si che oggi si arrivasse dove siamo, al pasticcio brutto.
->Ora che Londra sembra avere le mani sulla Libya, auguri ad ENI in Libya insomma. Questi almeno sembrano i loro piani, di Davos, che poi in primis significa come energia Londra e Parigi unite.
Il motivo? Appunto, le troppe parole politiche italiche, unite a detta assenza di vision; che poi significa non sapere cosa chiedere agli USA. Parimenti – come vedete il piano di Davos sembra dipanarsi in 3D – EDF da tempo spinge per una ridiscussione dei prezzi dei contratti elettrici verso l’Italia “lungo termine”, con il loro taglio o con un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia elettrica verso l’estero (work in progress). Dunque, sia petrolio che energia, che gas (il gas lo vedremo per ultimo quello azero) sembra potrebbero massacrare la Penisola il prossimo inverno.
Questo sembra essere il piano di attacco di Davos, sempre contro l’Italia, come col North Stream.
Infatti, quello che doveva chiedere Roma sembra lo abbia chiesto Londra. Che si sa, lavora sempre con Parigi, dal canale di Suez in avanti. O dal 1904, fate voi.
Chiaro il concetto?
E qui arriviamo alla conclusione, necessariamente parziale: l’assenza di vision della politica italiana, anche e soprattutto di questo governo, sembra aver fatto il disastro.
Meglio detta, senza Libya, l’Italia andrà al tappeto. O in guerra, che è lo stesso (nel Mediterraneo).
Chiaramente la stessa mancanza di vision della politica di cui sopra, che ha fatto danni in economia, farà danni anche in guerra, immaginiamo.
Come Bonus vi lasciamo l’ultima sfaccettatura strategica, lato gas, diciamo la più che probabile terza parte del piano di Davos contro l’Italia, piano là da venire: i recenti ammiccamenti in relazione a tensioni guerresche in Azerbaijan sono in effetti reali. Molti però annusano che, così facendo, si vorrebbe in realtà arrivare a tagliare il gas azero in Export. E dove va il gas azero in Export? Forse in Italia, via TAP?
Appunto.
Chiedete a Cingolani, ricordandogli che l’Italia è programmata per funzionare a N-2, ma non a N-3, come fonti gas (qualcuno ha simpaticamente soprannominato l’ex ministro, ai tempi, “Congolani“, memento quando con DI Maio ministro degli esteri pro-Draghi in piena crisi del gas da North Stream andarono nel Congo a cercare Gas per l’indomani…)
Ora dopo aver tirato il sasso nello stagno, noi ci togliamo dall’agone, senza polemica, diligentemente ci facciamo da parte.Silenziosamente. Lasciamo a quelli più bravi di noi salvare la castagne dal fuoco. Ben sapendo che togliere le castagne non significa necessariamente risolvere i problemi. Ossia comunque il rischio è che si resti con un Paese alla fame di energia, inevitabile, a termine, intendiamo il prossimo inverno (quando la Germania avrà limitato, come da regolamenti interni approvati, lo stoccaggio gas ad un livello che nel 2022 causò una crisi energetica mai vista in EUropa, ndr).
Si è perso troppo tempo, ammettiamolo. E anche lasciare Di Maio in EU è stato un enorme errore, secondo noi che non nasciamo “imparati” come molti politici facenti funzione.
Troppo facile capire che Trump si attacca più facilmente attaccando l’Italia in Europa, tale strategia sembra possa funzionare visti i “brancaleones” romani, milanesi e toscani facenti funzione; certamente funzionerà molto meglio che attaccare il tycoon USA in Ucraina o Israele, dove c’è comunque grande competenza strategica.
Auguri dunque, questo inverno sapremo come andrà a finire.
MD