Emanuele Franz è un’anima antica. Che cosa intendo con questo? Che una volontà atavica si esprime con una profondità abissale attraverso di lui. Lo studio costante e al tempo stesso l’acuta capacità di osservazione del percepito rendono Emanuele Franz un vero e proprio filosofo. Un rappresentante degno di stare accanto ai grandi pensatori del passato. Rappresentante di quella filosofia che oggi, assieme alla poesia e alla letteratura, sembra la grande assente di questo mondo. In un mondo di tecnici, la figura di Emanuele Franz spicca come una roccaforte nel deserto. Roccaforte di umanità, di empatia e di compassione.
Nel libro “Io Nego Ancora” ci sono spunti di riflessione che spaziano su livelli così lontani, così vicini. Il libro si apre disquisendo sulle differenti figure umane e i propri campi di indagine, chiudendo la prima breve riflessione parlando degli eoni. Si passa attraverso labirinti e corridoi nei quali a volte ci viene presentato un pensiero legato al quotidiano e al disagio di vivere le restrizioni, altre volte ci si innalza oltre le vette dell’umana percezione e si diventa albatros con “ali di gigante”.
Il libro alterna infatti pensieri sul quotidiano e sulla bruttura nella quale siamo e riflessioni di natura filosofica. Una serie di perle legate da un filo conduttore: non la pandemia, piuttosto la condizione dell’essere umano. Siamo davvero sicuri che l’essere umano sia quella cosa che ci raccontano da oltre due anni? Che sia un pezzo di carne, ricettacolo di germi e di malattie, incapace di comprendere che cosa è bene o che cosa è male, che debba essere rimpinzato di antibiotici e vaccini, nemmeno fosse una mucca da allevamento?
Perché è questo che ci stanno ripetendo allo sfinimento.
Di anima non se ne parla nemmeno lontanamente. Lo spirito: non pervenuto. Quindi chi siamo per i padroni del discorso? Chi rappresentiamo?
La continua alternanza di spunti filosofici e descrizioni spietate del delirio in cui siamo immersi crea una dissonanza cognitiva nel lettore, che sale e scende da un ascensore spirituale che lo porta dove Emanuele Franz ha deciso di condurlo, ossia tra le onde di un mare tempestoso. Chi siamo? Siamo uomini o caporali?
Forse non c’è risposta a questa domanda. Forse non c’è risposta immediata. Forse per rispondere dobbiamo eludere le maglie di un sistema che ci costringe sempre più e che ci vuole ammutoliti.
Perché ci costringerebbe a mettere una mascherina anche e soprattutto quando non serve? Lo spostamento semantico causato dall’utilizzo improprio della mascherina è il simbolo di un passaggio repentino e inverecondo verso un mondo nuovo, o almeno come lo definiscono: la Nuova Normalità.
Come dicevo, eludendo le restrizioni e allontanandosi dalla prigione (almeno mentalmente) e ponendosi in una posizione privilegiata (quella di osservatore) possiamo capire, e nemmeno con troppa difficoltà, che l’essere umano nel sistema che ci viene proposto (o imposto?) è meno di una bestia.
Io Nego Ancora nella sua affermazione che contiene una negazione in realtà contrappone attraverso il diniego un altro modello, un altro sistema, un’altra via.
Il Cristianesimo cammina nel sottosuolo di questo scritto e ogni tanto riappare per identificarsi e per guidare il lettore verso una destinazione precisa: il riconoscimento del dolore altrui è la prima caratteristica del cristiano. Da questo assunto prende vita una delle tesi portanti del libro: riconoscere il prossimo, assisterlo ed essere per lui o lei supporto.
Ma non è un riconoscimento facilone quello che viene descritto. E’ un dialogo tra pari. Tra membri di un’umanità che non ha ceduto al ricatto infernale e per questo non ha concesso la propria anima alle spire di un ignoto e oscuro tentatore.
Finalmente uno scrittore e un filosofo che si addentra nei luoghi impervi dello spirito e nelle caverne in cui spesso l’anima si nasconde.
Un libro che spesso è un pugno nei denti, la cui brutalità potrebbe far desistere i benpensanti. Brutalità nel fatto che il buon senso e la verità sono gesti brutali in un mondo di menzogne e di ipocrisie.
Non so se ci sia un tipo particolare di pubblico che potrebbe essere interessato a questo libro, anche perché in questo periodo vediamo trasversalità sociali incontrarsi in consessi che mai ci saremmo immaginati. Posso dire che “Io Nego Ancora” è una lettura edificante per chi ha compreso che siamo coinvolti in una grande impostura, una sorta di bussola, la testimonianza di un’anima che come dicevo in apertura, ha caratteristiche antiche, ataviche e che porta con se la riconoscenza degli eoni.
Emanuele Franz non da soluzioni, anche perché non ci sono soluzioni. Ognuno deve cercare dentro di sé il percorso fattuale e visionario che lo porterà lontano dalla melma in cui si trova o se non lontano, che lo porti almeno ad alzare gli occhi e a guardare le stelle, secondo quanto diceva lo scrittore irlandese Oscar Wilde: “Tutti siamo nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle”.
Io Nego Ancora è un libro da meditare, da comprendere, da interiorizzare. E’ un balsamo per le anime forti, una maledizione per le anime giovani e poco sviluppate.
Se avete deciso di leggere questo libro, non fatelo con animo leggero. E non leggetelo tutto d’un fiato o velocemente. Riflettete su ogni passaggio, ogni frase, ogni virgola. Prendetevi del tempo tra un capitolo e l’altro. Ricercate nel fondo delle vostre anime e chiedetevi se questa lettura abbia contribuito a far risuonare qualche corda avvizzita nelle vostre profondità più recondite.
Che cos’è la filosofia, l’arte, la poesia se non un soffio, che in determinate condizioni, potrebbe diventare una vera e propria tempesta?
Non siete voi stessi a trasformare quel soffio ricevuto in una tempesta?
Per maggiori informazioni su Emanuele Franz e su suo lavoro, cliccate qui:
http://www.audaxeditrice.com//index/Audax_homePage.html
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l’Alessandrino