di Megas Alexandros
“TUTTI I SOLDI CHE NOI STAMPIAMO E CHE LA BANCA CENTRALE EUROPEA CI STA COMPRANDO SONO DEBITO PER I NOSTRI FIGLI”
Ecco le parole che mai ci saremmo aspettati di ascoltare dalla leader di quello che viene propagandanto come l’“highlander” dei partiti patrioti italiani. Le ha pronunciate ieri sera sulla TV nazionale nella trasmissione condotta da Porro, Quarta Repubblica.
Ma andiamo subito ad ascoltarle, cliccate sulla foto sotto (dal minuto 18 : 48)
Lo so, ci eravamo illusi e voi me lo rinfaccerete, giustamente a vita. Ma la speranza era piu’ forte del nostro credere, proprio perche’, in tutta sincerita’, avevamo visto che in Via della Scrofa, c’era qualcuno che ne era cosciente e che voleva porre immediatamente rimedio a quella che e’ una carenza piu’ che evidente, all’interno del partito di Fratelli d’Italia.
Ebbene si, dobbiamo essere chiari e dire con estrema franchezza, che le competenze in materia economica ed il relativo “messaggio economico” del partito di Fratelli d’Italia sono il “nulla cosmico” piu’ totale.
Per un partito pur si, in crescita, ma con una crescita dipesa essenzialmente dall’autoeliminazione a turno dei sui concorrenti per tradimento degli elettori; dare un messaggio chiaro, dimostrarsi professionali e sopratutto non falsi patrioti, era essenziale al fine di poter trasformare questa crescita dovuta. come gia’ asserito esclusivamene all’estinzione dei rivali, in una crescita reale e con base elettorale solida per andare a governare questo paese.
E come proferito, qualcuno lo aveva capito: forte della sua esperienza e forse anche cosciente della gravissima crisi economica che da anni attanaglia il nostro paese e certamente consapevole delle chiare storture e dei paradigmi economici che ne sono la causa.
Era il 2016 quando sentimmo pronunciare le stesse parole, niente meno che da Mr Austerity Mario Monti, l’uomo piu’ fedele ai mantra europei, che oggi, grazie alla pandemia sono caduti uno dietro l’altro come birilli messi infila sotto il rullo compressore di uno schiacciasassi:
Riascoltarle oggi da Giorgia Meloni, fa veramente impressione e seppur convinti della sua buona fede, non possiamo essere che spaventati dalla sua incompetenza e di chi la consiglia. Se questa Signora della Roma proletaria, oggi si candida a governare il nostro paese, ne ha di strada da fare per essere diversa da chi ci ha governato e ci governa fino ad ora. Nessuno mette in dubbio le sue capacita’ oratorie e la sua abilita’ di arrivare alla gente con parole e concetti semplici, del resto anche Renzi e Salvini ne sono maestri, ma poi sono andati a sbattere nell’indistruttibile muro della “credibilita’”.
Ed e’ quello in cui andra’ sicuramente a sbattere anche Giorgia, se continuera’ con questi scivoloni di pura incompetenza. Oggi la gente sa, si informa, capisce; l’economia spiegata semplice arriva fino alle nonne ed ai bambini, e la perdita’ di credibilita’ si caratterizza per gli “istanti” di tempo, rispetto agli anni che occorrono per acquisirla.
E tu, cara Giorgia, sei andata in TV, in prima serata nazionale a ripetere le stesse parole, gli stessi concetti che Mario Monti e l’Europa ci hanno ripetuto per anni. Concetti che oggi, gli stessi personaggi a servizio dei poteri italiani ed europei, cercano di nascondere, ingannando nuovamente il popolo, parlando a sproposito di temi, quale la cancellazione del debito, il funzionamento della moneta moderna, il deficit, ecc.
Cara Giorgia, Il debito pubblico è la sommatoria dei deficit annuali di uno Stato, che è in disavanzo quando spende più di quanto tassi: cioè, è la sommatoria delle spese che lo Stato effettua per i propri cittadini (scuole, ospedali, forze dell’ordine, trasporti, infrastrutture, strade, ecc…) ed il loro benessere. Il debito pubblico non è strutturalmente fatto per essere ripagato, e non esiste scientificamente un livello sostenibile o meno di debito pubblico, in quanto uno Stato sovrano non potrà mai fare default e non avrà mai problemi di solvibilità.
Quindi i nostri figli non dovranno ripagare un bel niente, vivranno e godranno di tutti i beni e servizi che il loro tempo sara’ in grado di inventare e produrre.
Ecco cosa invece pagheranno i nostri figli:
- I nostri figli pagheranno la mancanza di investimenti nell’istruzione. La capacità produttiva del tessuto economico in cui sono nati ne sarà compromessa;
- I nostri figli pagheranno la mancanza di infrastrutture fisiche. La loro qualità di vita ne sarà compromessa;
- I nostri figli pagheranno la deprivazione di diritti e di possibilità e saranno più esposti alla ricattabilità politica, sociale ed economica che la disoccupazione in doppia cifra comporta;
- I nostri figli pagheranno le politiche di austerità della UE. Sappiamo che pagheranno i costi di queste politiche perché le stanno già pagando da vent’anni;
Non sono necessari gli investimenti esteri per costruire il progresso. Uno Stato che va alla ricerca dei finanziamenti esteri non è uno Stato, è una “puttana”.
Non è necessario il “consenso dei mercati” per avere sviluppo, le valute sono creazioni statali e, finanziariamente, nella valuta dello Stato nessuno è più forte dello Stato stesso. Finanziariamente, nessuno è più forte in euro dell’Unione Economica e Monetaria europea (UEM).
Abbiamo già tutto quello che occorre per garantire una vita dignitosa a tutti. Tutto tranne una cosa: la spesa pubblica necessaria a costruire il futuro. Ciò che serve è aumentare il deficit fino a mobilitare tutta la forza lavoro, indirettamente diminuendo le tasse o direttamente aumentando la spesa pubblica.
Chi parla di riduzione del debito pubblico, di contenimento del deficit pubblico o di ricerca dei finanziamenti esteri ci mette in pericolo, ci impoverisce e compromette il nostro futuro. I debiti sono un problema per chi non crea la valuta, l’UEM può creare tutto il debito pubblico che vuole per gli Stati. Invece, volutamente, si impedisce la capacità di spesa.
Le politiche vanno valutate sull’impatto che hanno sulle persone e non sui conti pubblici, cioè su semplici registrazioni contabili.
Questo avremmo voluto sentire dalla voce di Giorgia Meloni ieri sera, e noi saremmo stati in grado di prepararla adeguantamente per farglielo dire, questo e tanto altro. Invece, abbiamo dovuto ascoltare l’ennesimo intervento maldestro, privo di competenza, in totale spregio dell’intelligenza e mancante di rispetto per un popolo stremato; esattamente come hanno fatto e fanno tutti i suoi partners ed avversari politici.
Giorgia, il debito pubblico e’ la ricchezza del settore privato, sono i soldi che hanno in tasca i tuoi figli, riesci a capirlo questo!!!! riesci a capire la differenza tra quello che hai detto ed invece di come stanno le cose realmente!!!
I tuoi ed in nostri figli, pagheranno le scellerate scelte che voi politici fate non il debito pubblico che e’ un numero scritto nei conti delle Banche Centrali, un numero che ieri addirittura Sassoli proponeva di azzerare con un “click”. Tanto non sarebbe successo niente, sarebbe stato come strappare un foglietto, purtroppo pero’ non sarebbe successo niente neanche nelle tasche dei nostri figli. Perche’ e’ bene che te lo metti in testa Giorgia, i tuoi ed i nostri figli staranno peggio senza quel debito pubblico che tu e Monti dite avranno il grosso onere di ripagare.
Lo so, non leggerai mai questo mio articolo e magari se lo leggi, forse non ci capirai neanche nulla, chissa’!!!! immersa in questo “paradigma del paradigma” dove le contrapposte parti in causa si sono scambiate i ruoli, ma sempre con il medesimo obbiettivo da perseguire, quello di fregare il popolo italiano.
Abbiamo l’europeista Sassoli che impossessatosi dello spirito di un MMTers vuole cancellare il debito pubblico, la sempre ed ovunque europeista e renziana Veronica De Romanis che gli ricorda e’ vietato dai trattati e Giorgia Meloni che sarebbe (almeno sulla carta) anti “sistema-euro”, ci ammonisce ricordandoci che il debito pubblico deve essere ripagato e che pesera’ sul futuro dei nostri figli.
Ledies and Gentelmen, benvenuti al grande varieta’ del paese italia. Un paese che negli ultimi venti anni ha basato le sue scelte sull’appartenenza a lobbies, partiti, societa’ segrete e chi piu’ ne ha piu ne metta, a discapito e nello spregio piu’ assoluto del “merito”. Un paese dove la “professionalita’” e’ vista piu’ come un intralcio agli interessi personali che un valore indispensabile.
Ogni popolo ha i politici che si merita e noi ci meritiamo questi, finche’ una maggioranza forte, competente e stanca della loro ignoranza, non li caccera’ metaforicamente (ma forse anche letteralmente!!!) a “calci nel sedere”.
In conclusione non puo’ mancare la “bomba quotidiana” della De Romanis, che proprio si e’ “incaponita” di gareggiare con il suo idolo Matteo Renzi, in materia di “bombe”.
Per certi versi, dovremmo anche ringraziarla, “poverina”, con le sue “bombe” di certificata incomeptenza, ci permette almeno di riproporre le corrette spiegazioni sui temi cruciali di politica economica e monetaria che determano le nostre vite.
Nel twitt sopra riportato la De Romanis, che dovendo seguire la linea schizzofrenica del suo capo, cioe’ stare con un piede al governo e con l’altro all’opposizione, e’ obbligata ad aggiustare le sue verita’ (“che sia chiaro LE SUE VERITA’ NON LE NOSTRE!!!”) dando “un colpo al cerchio ed uno alla botte”.
Quindi, in primis colpisce il governo che si allinea alle tesi di Sassoli, per poi “spararla grossa”, ma talmente grossa che anche lei, probabilmente provando vergogna nel darla come verita’ assodata (ma siamo sicuri che LEI ci crede), la pone come domanda:
DOMANDA. MA SE TU FINANZI LA SPESA CON DEBITO E POI LO CANCELLI, A CHE SERVE PAGARE LE TASSE???
E’ UFFICIALE!!! sono alla frutta, il continuo ripetere dei mantra europei con quello che sta succedendo nelle stanze della BCE, oggi con l’avvento della pandemia, li ha mandati tutti in corto circuito. Non ci capiscono piu’ nulla, c’e’ chi addirittura ha ripreso in mano i libri universitari, chi teme gli venga tolta la laurea, chi addirittura prospetta gesti estremi.
La De Romanis con il sangue freddo di un “navy seal” ed il battito del cuore di Hannibal Lecter si chiede e ci chiede a cosa servono le tasse, se come, giustamente le hanno sempre insegnato gli amici di suo marito, quelli del board della BCE, della Commisione europea e del FMI (cioe’ la TROIKA), servivano a finanziare la spesa pubblica degli Stati, cioe’ i loro deficit.
E siccome la De Romanis sa, che la somma dei deficit meno le tasse corrisponde al debito pubblico, gioco forza, visto che la matematica non e’ una opinione, la Signora si chiede: “ma se azzeriamo il debito pubblico allora perche’ dovevamo pagare le tasse per finanziarlo”…. elematare Watson!!!!
Ma, cara Signora e Professoressa di economia, prima di muovere quel ditino su twitter, non le viene il ben che minimo dubbio, che forse le tasse, veramente non servono a finanziare il debito pubblico!!!!
O meglio, non le viene il dubbio che sempre gli “amici di suo marito” glielo abbiano fatto credere, proprio perche’ funzionale al loro interesse a far stare imprigionati i popoli europei in questo “sistema euro”. Sistema, appunto non fondato sui corretti principi del funzionamento su cui si basano i sistemi monetari moderni.
La risposta alla domanda che non la fa dormire, gliela diamo noi Cara Signora De Romanis nei Bini Smaghi:
NO!!! LE TASSE IN UN PAESE A SOVRANITA’ MONETARIA, NON SERVONO A FINANZIARE LA SPESA PUBBLICA
Le tasse in un paese a sovranita’ monetaria servono a tutt’altra cosa e principalmente a due funzioni:
- servono a creare la domanda della moneta;
- servono a regolare l’inflazione;
D’altronde come potrebbe un soggetto che emette dal nulla per primo la moneta in regime di monopolio, raccoglierla prima che lui stesso l’abbia emessa. Uno Stato prima spende con la spesa pubblica e poi eventualmente raccoglie con le tasse.
Quindi il fenomeno della spesa pubblica e’ sempre precedente al fenomeno della tassazione. E logica vuole che un fenomeno che avviene per primo non ha bisogno di quello che avviene per secondo per manifestarsi.
Dire che siamo disperati e’ poco, come vedete di speranza ce n’e’ veramente poca nel nostro panorama politico, Vi chiedo solo di essere indulgenti con noi per averci sperato ma non creduto.
PS: un giorno vi faremo anche vedere il lavoro fatto.
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