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Home » Per generare o anche solo sostenere i consumi ci vogliono redditi. E post COVID i redditi saranno sempre meno: dunque, dove stiamo andando? Verso una forma di neo-feudalesimo contiguo al “fu comunismo”?

Per generare o anche solo sostenere i consumi ci vogliono redditi. E post COVID i redditi saranno sempre meno: dunque, dove stiamo andando? Verso una forma di neo-feudalesimo contiguo al “fu comunismo”?

mittdolcino by mittdolcino
5 Agosto 2021
in Attacco all'Italia?, Crisi del globalismo
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Per generare o anche solo sostenere i consumi ci vogliono redditi. E post COVID i redditi saranno sempre meno: dunque, dove stiamo andando? Verso una forma di neo-feudalesimo contiguo al “fu comunismo”?
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Ho la fortuna di non essere economista ma ingegnere, sebbene abbia compreso da decenni che tutto ruota proprio attorno all’economia. Quello che notavo in questi mesi, io che vivo in simbiosi com almeno 3 paesi, e vicinanza di fatto di 4, è la tendenza diciamo “interessata” a cercare oltre il limite dell’accettabile di “normalizzare l’anomalia” sebbene ciclopica. Ovvero, nel caso specifico far finta che il COVID non abbia cambiato nulla, gli stili di vita, le prospettive, le abitudini, il benessere. Le TV in questo sono indicative: gli spot pubblicitari ci dicono che tutto tornerà come prima, soprattutto sui prodotti di largo consumo, tranne magari gli sconti – nemmeno eccessivi direi, ad oggi -. Tali spot sembrano sempre gli stessi. La domanda che però nessuno sembra farsi è come si fa e soprattutto si farà a sostenere i consumi senza avere un reddito.

I consumi infatti sostengono l’economia, oggi. Questo è un processo iniziato con l’abolizione del Steagall-Glass Act da parte dei clintoniani, i Principi dell’asimmetria, i quali aprirono le porte alla finanziarizzazione selvaggia voluta dai Dem per “qualsiasi cosa”: si passò dunque attraverso la crisi subprime, con la cartolarizzazione dei mutui, dove si decise di cartolarizzare anche la crisi successiva. Ora invece si sta cartolarizzando il debito da COVID, ma coi tassi già sotto zero. Ossia con zero margini di manovra. In fondo stiamo vivendo la normale fase parossistica del medesimo processo, che è trovare consumi con la “finanziarizzazione“. Furono proprio i clintoniani a costruire il modello e così anche il loro successo economico personale, puntando sull’esplosione della finanza allegra che portò reddito immediato concentrato nel settore finanza a pena di debito futuro distribuito su tutta la popolazione. Ed oggi con l’inevitabile implosione dei redditi.

Siamo all’ultimo stadio, la financial repression. Ossia abbassare i tassi ad un livello tale da rendere i rendimenti inferiori all’inflazione, erodendo così il debito dietro l’apparenza di una crescita dei corsi azionari ad esempio (…). Questo è il risultato dei tassi negativi, da cui diparte la necessità sistemica di concentrarsi su “altri fattori” per trovare correttivi. Alla fine una crisi del genere senza far crollare le borse è la soluzione sognata dai globalisti di tutti i tempi, che si chiamavano prima dei nostri anni vedi latifondisti, vedi feudatari, vedi nobili e senatori dell’Antica Roma.

Valori pre-COVID: aggiungeteci qualche decina di trilioni di dollari di debito globale

Lasciamo perdere il percorso economico sottostante, stiamo invece al sintomo principale:

per sostenere i consumi ci vogliono i redditi.

E la gente sta perdendo lavoro nel post COVID, dunque niente reddito, “tendenza” inevitabile. La maggior parte dei paesi d’Europa ad esempio traggono oggi sussistenza dallo Stato che dà da vivere, ossia con maggiori debiti per il COVID per adesso finanziati dalle banche centrali. A dire il vero anche gli USA stanno facendo lo stesso, idem gli UK. Appunto, si chiama financial repression.

Esiste una semplice regola sopravvissuta alla fine del keynesianismo, del monetarismo e delle manipolazioni di mercati di Obama, ossia che l’inflazione si genera in forza di una semplice formula:

(aumento della massa monetaria, ad es. M2 x velocità di circolazione della moneta)

Fino al COVID l’inflazione non saliva perchè l’aumento di M2 non andava in consumi diffusi. Anzi, più tecnicamente, la velocità di circolazione della moneta scese fino al COVID, visto che i soldi generati dai tassi a zero – pur essendo ormai inutile mantenere i tassi bassissimi per stimolare all’economia, trend iniziato dopo la crisi subprime – andavano non in consumi ma primariamente in bond e buybacks di borsa. Ora però, dopo il COVID, la moneta deve e dovrà andare alla gente, per sostenere i consumi diffusi. Ovvero la velocità di circolazione della moneta creata dal nulla aumenterà, generando inflazione.

L’austerity venne inaugurata nel 1974 e la Germania anche allora ne approfittò… ai tempi “solo” facendo “far scappare” il criminale nazista Kappler dal Celio come condizione per concedere un prestito all’Italia (fonte: memoriali di Aldo Moro, ndr)

Che significa generare miseria. Che si chiama stagflazione, in regime di cambi fissi o semifissi (…).

Chiediamoci dunque: se si vuole sostenere l’economia da qui in avanti (sempre generando moneta, ndr) sarà sempre più facile innescare l’inflazione? Ovvero – per evitarla – sarà limitare l’aumento della crescita di moneta; dunque aiutare molti ma NON tutti. Lo Stato genererà il denaro che serve per la sussistenza pura, ma non per generare appunto inflazione, onde evitare danni. Tradotto: ci sarà qualcuno che perderà un sacco di soldi e di benessere. E tali soggetti saranno quelli “out of reach” in termini di aiuti di Stato post COVID, ovvero la classe media con risparmi, che pagherà il conto. Sempre lei!

Tale classe media dovrà attingere ai propri risparmi per sopravvivere (fatto che di norma NON genera inflazione, ndr); i poveracci invece verranno aiutati, ma giusto per sopravvivere: a parte la tragicità di tale situazione, quello che bisognerebbe chiedersi è cosa succederà se tale processo andasse avanti, che so, 5 o 10 anni. Appunto, si arriverebbe ad una sorta di neofedualesimo. Che poi era il il comunismo di 40 anni fa, dove c’era la classe dei dirigenti di partito sovietici che prosperava e tutti gli altri a fare la fame, ma coi buoni annonari. O anche a qualcosa di peggio (…).

Questa è la nostra analisi della situazione. Infatti stiamo già vedendo la salita dell’inflazione limitatamente ai beni di consumo primario ossia di beni indispensabili. Ovvero, passo successivo, i consumi dei prodotti di sussistenza, in un certo punto nel tempo da qui alla fine del 2021, cannibalizzeranno i consumi voluttuari, anche nei Paesi che commercializzano con l’Europa…

Da lì in avanti, beh, auguri!

Lo so, così facendo non finisco il discorso. Lo so perfettamente. Mi limito ad aggiungere che i paesi che si salveranno da tale mortale morsa socioeconomica saranno quelli meno globalizzati e più ai margini della rete commerciale globalizzata dei prodotti soprattutto di largo consumo.

Tradotto: si salveranno solo i paesi ovvero le regioni meno globalisti/e e più autarchici/autarchiche.

Passate una buona estate.

MD

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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