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Home » Il grande inganno dell’Europa si sta rivelando: l’Italia ha titolo per chiedere danni alla UE. E tanti.

Il grande inganno dell’Europa si sta rivelando: l’Italia ha titolo per chiedere danni alla UE. E tanti.

Chicco Valli by Chicco Valli
14 Marzo 2022
in Generale
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… E magari anche la Grecia (non ci fosse Tsipras…)

La data del 19 marzo è una data storica, non solo perché è la festa di tutti i papà, nonostante le effimere contestazioni dei pro-gender, ma per quanto avvenuto ieri in Lussemburgo.

Si sente aria di cambiamento. Qualcosa sembra dimostrare che non è vero quanto si è detto finora sull’Italia che ha un debito pubblico enorme da ridurre drasticamente, che ha NPL derivanti da errate scelte politiche economiche italiane e da crediti erogati in modo indiscriminato dal sistema bancario. Tutto ciò è oltre che fuorviante e completamento distorto, anche assolutamente non vero sul primo aspetto ed essenzialmente un “false target” per il secondo aspetto che, pur essendo in parte vero, è un problema marginale rispetto ad una visione macroeconomica del sistema finanziario economico europeo e mondiale.

Chi ci sta dando ragione su questi aspetti? Il Tribunale UE di primo grado sul caso della Banca Tercas. Potevamo finanziare la banca in crisi senza il rischio di “aiuto di Stato”.

Con la sentenza storica di ieri non solo sta dando ragione all’Italia andando contro la precedente decisione della Commissione Europea che precedentemente aveva considerato un aiuto di Stato l’intervento del Fondo di Garanzia Interbancario per la Tutela dei Depositi (FITD) per salvare la Banca Tercas attraverso una ricapitalizzazione del suo Capitale Sociale, ma sta aprendo degli scenari positivi per l’Italia inimmaginabili fino a ieri.

Scenari di rimborso per danni da parte della Commissione Europea.

E’ un precedente di assoluta rilevanza ed importanza.

 

Conseguenza della decisione della Commissione EU contestata dalla Corte di Giustizia Europea su Tercas? Possibile….

Con lo stesso approccio avremmo salvato altri contesti bancari come la Banca Etruria, la Cassa si Risparmio di Chieti, la Cassa di Risparmio di Ferrara e la Banca Marche che ora sono fallite. Non avremmo adottato il Bail-in per la Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza costato danni gravi ai loro obbligazionisti nonché loro risparmiatori.

Peccato che nel frattempo siano tutte fallite ed abbiano danneggiato risparmiatori (nostra ricchezza nazionale che avrebbe potuto acquistare titoli del debito pubblico italiano), banche stesse, lasciando a casa migliaia di lavoratori del bancario e dell’indotto del sistema bancario, aziende, ovvero micro e piccole imprese che rappresentano il 99% del tessuto economico italiano e che sono fallite o hanno ristrutturato pesantemente la propria azienda riducendo drasticamente il proprio costo del personale per aver perso il loro denaro ed i loro risparmi nonché aver avuto loro malgrado una restrizione/chiusura al credito indotta dal default bancario non sanato per tempo dal Fondo.

Peccato che nel frattempo l’Italia ha pagato in termini di danno istituzionale all’immagine dello Stato e del suo Sistema Bancario.

Peccato che nel frattempo l’Italia abbia dovuto pagare in termini di correttivi al Bilancio Pubblico dovuto alla perdita di attivo fondato su imposte e tasse non percepiti per danni economici a famiglie private di lavoro e risparmi ed aziende fallite per il bail-in.

Peccato che il risultato di ciò si sia ripercosso al rating attribuito al Paese dovuto alla difficoltà di far fronte alla crisi generata proprio dall’aver tolto la linfa vitale delle risorse creditizie al sistema economico delle micro e piccole imprese.

I dati parlano chiaro, le linee di credito a favore del sistema MPMI italiano tra il 2015 ed il 2018 sono in netto calo. E proseguiranno anche nel 2019.

Chi paga per questo “sbaglio”?

Quanti danni fa? Quanto PIL fa? Quanto indotto fa da moltiplicatore sul PIL dal 2015 ad oggi?

Quanto è responsabile la Ue di tutte le conseguenze negative che hanno portato ad avere una forte flessione degli indicatori economici nell’ultimo quarter del 2018 che lasciano presagire un peggior impatto anche nel presente anno? Decisione indotta dalla protervia delle loro superficiali quanto ondivaghe decisioni che cambiano orientamento se il convenuto non è l’Italia ma la Germania o la Francia, come nella decisione presa nel caso FTX-Fincantieri la cui fusione è stata considerata un pericolo per la “concorrenza” al contrario di quanto espresso, con stesso contesto e problematica, rispetto al caso della fusione Alstom-Siemens, ritenuta fusione accettabile e gradita.

Il “casus belli” è originato dalla Direttiva 2014/59/UE approvata il 15 maggio ed entrata in vigore l’1 gennaio 2016, detta direttiva UE BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) per la salvaguardia delle banche in crisi e meglio conosciuta come direttiva “sul Bail-in bancario”, accettata anche dal governo italiano dell’epoca nel 2014, Governo Renzi. Questa norma dispone che, contrariamente a quanto fatto precedentemente, per salvaguardare una banca in crisi bisogna far pagare gli azionisti, gli obbligazionisti senior e subordinate ed, in ultimo se non dovesse essere sufficiente, anche gli stessi poveri correntisti oltre i 100 mila euro, naturalmente ignari di quanto operato dalla banca stessa.

Nel 2015 la Direttiva non era ancora operante, ma la Commissione Europea decise, in ogni caso di anticiparne la sostanza anche al caso della Banca Tercas e di considerare l’intervento del Fondo di Garanzia per i Depositi (FITD) come un “aiuto di Stato”.

La Banca Popolare di Bari, che voleva salvarla, ha chiesto di essere sostenuta dalla Banca d’Italia e dall’ABI attraverso il Fondo di garanzia FITD per l’acquisto di azioni della Banca Tercas che navigava in cattive acque, rischiando il default tecnico, ed era a tale ragione in amministrazione straordinaria. L’importo oggetto della sentenza riguarda un intervento del Fondo di “soli” 300 milioni di euro a sostegno dell’azionista che stava intervenendo per salvare la Banca.

La Commissione Europea il 23 dicembre 2015 con triplo salto mortale avvitato ha interpretato questo intervento del Fondo come “Aiuto di Stato”, nonostante non ci fossero le prove effettive in tal senso.

Ma la sentenza di ieri ha stravolto tutte le aspettative della Commissione Europea e della stessa Europa sull’Italia.

Cosa significa ciò? Che l’Italia potrà chiedere i danni alla Commissione Europea per tutto quanto sopra esposto.

Chi possono essere gli attori per la causa civile? Tutti quanti hanno subito danni in seguito a tale decisione della Commissione, quindi:

  1. Stato
  2. Banca d’Italia
  3. ABI
  4. Banche
  5. Consob per danno all’immagine ed alla perdita di valore dei titoli italiani quotati in borsa (ricordo che due terzi delle quotate al primario sono aziende del settore creditizio-assicurativo)
  6. Risparmiatori italiani (obbligazionisti senior e subordinati)
  7. Azionisti bancari
  8. Imprenditori che hanno perso linee di credito o si sono trovati senza banca o senza risparmi o senza lavoro per revoca finanziamenti dovuti a restrizione del sistema bancario indotto dalla impossibilità di salvare le banche che hanno generato poi la crisi sistemica a catena.
  9. Lavoratori che hanno perso il lavoro in aziende di cui al punto 4 e 8.

Proprio ieri ho incontrato i due soci di una piccola azienda brianzola di un settore che ha subito un forte ridimensionamento in questi ultimi 10 anni, il settore dell’arredamento. Sono mobilieri da quasi un secolo.

Hanno superato la crisi del 2008, quella indotta da Monti del 2012, quella creata dalla perdita del mercato russo dovuto alle restrizioni comunitarie (-30%). Sono ormai dei reduci, quasi degli eroi.

Tuttavia non è finita. Il loro problema attuale è che pur avendo commesse proficue, reali e consistenti, tra cui ironia della sorte anche verso il settore bancario ed assicurativo, rischiano di fallire perché le due banche con cui hanno finora operato hanno chiuso a fine 2018 i loro i rubinetti del credito tagliandogli quasi a zero le loro linee di credito. Non hanno liquidità sufficiente per far fronte all’anticipo delle risorse necessarie per avviare le commesse stesse.

Questo è un caso generato dalla Commissione Europea.

Quanti altri casi possono essere messi nella lista di questo tipo?

Si sente aria di cambiamento anche per un’altra ragione.

Noto con immenso piacere che altre fonti sempre rimaste in difesa protratta del sistema globalista ed eurista fino a poco tempo fa, sembra stiano rivalutando le posizioni dei cosiddetti “sovranisti” e “populisti” e di tutto il popolo “eretico” della rete.

E’ infatti curioso quanto interessante notare che oggi anche il SOLE 24 ORE dedichi una pagina intera alle crisi bancarie ed a questa sentenza, giustamente rimarcandone la portata storica, tra cui segnalo l’editoriale odierno di Fabio Tamburini, nonchè direttore dello stesso quotidiano, che invito a leggere, perché approfondisce il tema in maniera dettagliata e acuta .

Noi italiani abbiamo bisogno di unirci e di vedere i fatti per quello che sono e non per il colore politico di appartenenza.

Che sia iniziata una nuova era per noi italiani che credono ancora all’Italia?

Che questa sia l’occasione giusta per ricominciare?

Altre fonti: https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-03-19/crisi-bancarie-fondi-e-aiuti-stato-cosa-cambia-i-risparmiatori-130918.shtml?uuid=ABjOynfB&fromSearch https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-03-19/tercas-strada-fondi-garanzia-le-crisi-piccole-banche-indicata-bankitalia–121712.shtml?uuid=ABHLumfB&fromSearch

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