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Home » Caccia a Ottobre Rosso

Caccia a Ottobre Rosso

Perché il sabotaggio ai gasdotti Nordstream dovrebbe preoccuparci molto

RobertoX by RobertoX
6 Ottobre 2022
in Generale
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Caccia a Ottobre Rosso
3.5k
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Il 27 settembre 2022 i gasdotti Nordstream 1 e Nordstream 2 sono stati fatti saltare. Che si trattasse di sabotaggio lo si è capito subito, visto che sono state avvertite diverse esplosioni che hanno danneggiato in maniera pare irrimediabile più punti (anche distanti 75 km) di entrambi i gasdotti. Subito la stampa mainstream ha incolpato dell’accaduto Putin, ma questa teoria è miseramente crollata subito di fronte all’obiezione: “perché Putin dovrebbe distruggere due gasdotti che ha in gran parte pagato e che ha il potere di chiudere?”.

Oltre a ciò, risulterebbe che nella zona dove sono avvenute le esplosioni, diversi elicotteri militari USA avrebbero stazionato a lungo nell’area.

Poi sono saltati fuori i video di qualche tempo fa con le dichiarazioni del sottosegretario di Stato USA, la neocon Victoria Nuland e di Biden che papale papale dicono: se la Russia invade l’Ucraina in un modo o nell’altro non ci sarà più un Nord Stream 2.

In un modo o nell’altro…

 

 

 

Per quanto riguarda la responsabilità materiale dell’accaduto direi che alla luce di questi indizi l’opinione corrente sia che sono stati gli USA, almeno di chiunque segua la logica e si tenga informato con media alternativi a Repubblica e il Corriere.

Ma per ogni crimine bisogna trovare anche un movente, ed ecco scatenarsi l’informazione non mainstream che trova logico pensare che gli USA vogliano distruggere l’Europa, Germania in primis. Ci sta, è possibile, anche se questa teoria presta il fianco ad una grande critica: che succede se la Germania si incazza e rompe con la NATO?

Allora è uscito un interessante articolo di Tom Luongo che propone una nuova teoria: sono stati sì gli USA ma dietro richiesta del potere politico tedesco che non voleva subire la pressione dell’opinione pubblica inferocita che chiedeva di riaprire i gasdotti. Questa teoria ha molto più senso, per il governo tedesco è probabilmente meglio far la parte della vittima mettendo i suoi cittadini di fronte al fatto compiuto (di un inverno al freddo e della chiusura delle fabbriche) scaricando le colpe su un comodo capro espiatorio come gli USA. Il popolino si potrà anche incazzare contro gli USA, ma il potere politico tedesco sopravviverà e non abbandonerà la NATO, almeno nel breve periodo.

In entrambi i casi però non andrebbe a finire molto bene per gli USA nel medio e lungo termine, in quanto in prospettiva diventerebbe molto probabile l’uscita della Germania dalla NATO e la rottura della zona Euro, che fino ad ora si reggeva in piedi grazie ai surplus di bilancio della Germania, non più possibile senza il gas proveniente dalla Russia.

Ergo, questa strategia, per avere un senso, deve prevedere un evento traumatico in stile 11 Settembre che faccia incazzare gli europei ancor più del sabotaggio dei gasdotti, questa volta contro Putin, e che permetta d’invocare l’articolo 5 dei trattati NATO. Questo allo scopo di: a) impedire le elezioni di midterm negli USA, b) ricompattare il fronte europeo, c) giustificare il crollo del castello di carte finanziario gonfiato dal 2008 ad oggi, d) coprire le morti in eccesso da vaccino, e) far avanzare l’agenda di Davos verso il totalitarismo tecnologico.

Pensateci un attimo, in geopolitica, scienza molto complessa, ormai tutte le decisioni vengono prese tramite supercomputer che valutano tutte le possibilità tramite logiche di IA. Non esiste che la Nuland o Biden, leggendo da un teleprompter, si lascino sfuggire frasi che vanifichino tutto il lavoro fatto a monte. Quindi la conclusione logica è che abbiano detto esattamente quello che dovevano dire, e che lo scopo fosse esattamente quello di far ricadere le colpe del sabotaggio sugli USA.

Ma perché?

Per capirlo pensiamo a Putin che, nonostante venga dipinto da mesi dai media come disperato e pronto a gesti folli, in realtà viene generalmente considerato un giocatore freddo che calcola ogni mossa, che fino ad ora ha evitato azioni che potessero portare ad una escalation ulteriore del conflitto e all’attivazione dell’articolo 5 dei trattati NATO. L’opinione corrente è che sia una persona razionale che punta al raggiungimento dei propri obiettivi senza comportarsi in modo sconsiderato.

Fino ad ora.

Dopo questo sabotaggio dei gasdotti a probabile matrice USA, almeno per l’opinione pubblica che ragiona “di pancia”, il comportamento di Putin potrebbe d’ora in poi essere diverso, potrebbe abbandonare l’abituale freddezza per vendicarsi, per darci una lezione. La vendetta infatti viene considerata da tanti addirittura “doverosa”, senza capire che è qualcosa che non trova posto nella geopolitica.

La finestra di Overton riguardo al suo comportamento si è quindi spostata, e quello che prima era considerato “inconcepibile” è diventato “estremo”, e di conseguenza un attacco stile Pearl Harbor è diventato una possibilità concreta seppur esecrabile.

Ma quale potrebbe essere questo attacco?

Ci sono due notizie uscite quasi simultaneamente che devono far riflettere, la prima è che tutti i satelliti militari USA per le telecomunicazioni sono stati passati sotto il comando della Spaceforce , togliendoli quindi dal controllo degli altri rami dell’esercito. L’altra è che Elon Musk ha recentemente dichiarato che tutti i satelliti Starlink sono stati piazzati in orbita e sono pienamente operativi su tutti i continenti.

Negli ultimi giorni quindi gli USA hanno raggiunto una copertura totale satellitare per le telecomunicazioni, sia a livello militare sia a livello civile, in pratica sono pronti a ristabilire comunicazioni d’emergenza se dovessero saltare le infrastrutture a terra… o in mare. Un tempismo quantomeno inquietante.

Saprete di sicuro che ci sono enormi cavi sottomarini sul fondo dell’atlantico che garantiscono le comunicazioni tra gli USA e l’Europa.

Che per mandare una e-mail al vostro collega nell’ufficio di fianco probabilmente ci saranno dei byte che attraverseranno l’oceano Atlantico alla velocità della luce e torneranno indietro. Che i server oltreoceano vengono utilizzati anche da banche (carte di credito, pos, atm) servizi di utility (gas luce acqua fogne), per gli ordini delle industrie, in pratica se cade internet cade una buona parte dei servizi che diamo per scontati e che non credevamo neanche dipendessero da esso, basta guardare la mappa dei cavi sottomarini che garantiscono i collegamenti internet per capire che lì un attacco false flag, del tipo incidente del Golfo del Tonchino, è più che probabile.

Ci ritroveremmo da un giorno all’altro probabilmente al buio, senz’acqua, senza poter prelevare o usare i bancomat, senza cibo, senza notizie. Prima di ripristinare un minimo di vita civile passerebbero settimane. Verrebbe dichiarata legge marziale con i militari che pattugliano le strade. Nel frattempo, tutto lascia supporre che verrebbe invocato l’articolo 5 della NATO e dichiarata guerra alla Russia, che verrebbe universalmente ritenuta responsabile del sabotaggio.

Gli USA potrebbero arrivare a tanto, cosa ci guadagnano? Ragionare in termini di stati ormai è obsoleto, casomai bisogna ragionare in termini di fazioni. C’è una fazione che si è fatta molto furba, che lavora nell’ombra da secoli per accumulare ricchezze e potere. Una fazione che fa capo a poche famiglie che si riuniscono nei consigli di amministrazione delle più ricche società mondiali, come Vanguard e Blackrock, che organizzano i consessi riservati ai capi di stato come il World Economic Forum , dove si parla di Grande Reset, di “mangiatori inutili”, di de-popolamento, di chip impiantati nella mano o nel cervello, del diritto di una élite a governare le masse. Una fazione che controlla tutto e che si sta giocando il tutto per tutto, e che piuttosto di perdere rovescerà il tavolo.

Pare però che ci sia qualcuno che si sta opponendo ai loro piani secolari, il discorso di Trump alle Nazioni Unite del 2019 e quelli di Putin sembrano essere stati scritti dalla stessa mano. Parlano di lotta al globalismo, all’immigrazione senza controllo, al degrado morale, parlano di Patria, si ispirano a Dio.

Gli attacchi che stanno subendo sono incessanti, le sfide che entrambi stanno affrontando sembrano insormontabili; eppure, forse ancora c’è qualche speranza.

La prima speranza è che sia Spaceforce e Starlink siano dalla parte dei White Hats [i “buoni” in contrapposizione ai Black Hats]. La prima è stata creata da Trump e dicono che sia a lui fedele, la seconda è di proprietà di Elon Musk che recentemente, con l’affaire Twitter, sembra si sia staccato dalla cricca di Davos.

Se davvero fosse così potremmo essere vicini ad un improvviso cambiamento di prospettiva, stiamo a vedere.

Comunque, a scanso di equivoci, ed a riprova che il momento non potrebbe essere più teso, il super-sottomarino nucleare russo Belgorod si è appena eclissato col suo carico di super-siluri Poseidon, capaci di creare uno “tsunami radioattivo” in grado di cancellare dalla mappa l’intera Inghilterra o gran parte della costa Est degli Stati Uniti. In pratica siamo al remake del film “Caccia a Ottobre Rosso”, peccato che questa volta non si tratti di fiction.

Di sicuro da qui alle elezioni di midterm USA tutto può succedere, troppa la carne al fuoco, troppo alta la posta in gioco, ottobre potrebbe improvvisamente diventare colore rosso acceso, lo stesso colore del cavallo dell’apocalisse che rappresenta la guerra.

A noi non rimane che sperare che #andràtuttobene, anche se a giudicare com’è andata l’ultima volta che ci abbiamo creduto sarà meglio stare pronti ad affrontare lo scenario sopra descritto.

 


 

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet (Google Image), oltre che – in generale – i contenuti, per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun contrassegno del copyright) e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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